Economia

Mareblu: un impegno a 360 gradi

Tutti gli sforzi dell’azienda, dalla sosteniblità alla partnership con Legambiente

di Lorenzo Alvaro

«L’impegno nella tutela ambientale costituisce parte integrante della mission di Mareblu, nonché del Dna stesso del gruppo di cui fa parte», spiega Giavanni Battista Valsecchi, buisness developement e marketing manager dell’azienda. «MarineWorld Brands è leader europeo nelle conserve ittiche, un’azienda integrata verticalmente, che può vantare il controllo diretto su tutte le fasi produttive, dalla pesca fino all’inscatolamento nei propri stabilimenti».

MW Brands ha contribuito a far nascere e sostiene in modo continuativo l’International Seafood Sustainability Foundation, una delle fondazioni più attive e all’avanguardia nella ricerca scientifica e nell’attività di relazioni istituzionali a livello internazionale per rendere la pesca del tonno sempre più sostenibile. «La fondazione è uno degli attori che hanno costituito a  febbraio 2012 la Global Partnership for Healthy Oceans, un programma di cui è capofila la World Bank, presentato il 24 febbraio 2012 al World Oceans Summit di The Economist» sottolinea Valsecchi.

Muovendo dalla consapevolezza che l’approvvigionamento di materia  prima ha un impatto sull’ecosistema marino, MW Brands ha deciso di  affrontare il problema attraverso molteplici strade. «Natura Blu vuole raccogliere e far conoscere le tante iniziative di responsabilità ambientale che vengono attuate, non per un’inutile autocelebrazione ma per accrescere tra i consumatori la cultura della tutela dell’ecosistema marino e delle sue risorse da cui la stessa industria ittico-conserviera dipende», spiega il manager.

Gli interventi raccolti all’interno di Naturablu si concentrano in tre aree:

miglioramento continuo della sostenibilità del prodotto e della  trasparenza verso il consumatore dell’intero processo produttivo

ricerca scientifica e confronto internazionale sulle best practices nella pesca

sostegno a iniziative concrete per la difesa dell’ecosistema marino, per la prima volta anche in Italia

PESCA RESPONSABILE E TRACCIABILITÀ
Ecco in sintesi i pilastri della politica seguita dall’azienda nell’approvvigionarsi di materia prima:

1. pesca legale solo da pescherecci registrati
2.
rigoroso rispetto delle quote allocate a ciascuno stabilimento
3.
rispetto dei divieti di pesca (per esempio nelle aree di riproduzione)
4.
rispetto di divieti e moratorie (per esempio durante il periodo della riproduzione)
5.
rispetto delle taglie minime
6.
divieto di sbarco e utilizzo di pesci derivanti della pesca accidentale: ciascun peschereccio è equipaggiato con reti in grado di trattenere solo pesci di determinate specie/dimensioni, che unite ad appropriate procedure di pesca, consentono ai pesci non a target di scappare.

TRACCIABILITÀ E TRASPARENZA
«A partire dalla produzione 2012, una vera e propria carta di identità sulla materia prima utilizzata sarà visibile sulle confezioni di tonno Mareblu in modo che sia consultabile prima dell’acquisto» speiga Valsecchi.
In aggiunta a quanto previsto per legge, il consumatore troverà le seguenti indicazioni:

• nome scientifico della specie (es. Thunnus Albacares)

• nome comune della specie (es. tonno pinne gialle)

• zona geografica di pesca e codice dell’area FAO (es. Oceano Indiano, Area FAO 51)

• metodo di pesca (es. reti a circuizione)

«Dalla produzione 2011 sulla scritta inkjet delle scatolette Mareblu sono leggibili per esteso le informazioni sulla varietà di tonno utilizzato e sul luogo di provenienza (in foto)» continua il manager che aggiunge, «il tonno utilizzato è della varietà “pinne gialle” e viene pescato in Oceano Indiano. Negli anni passati in quella zona quel tipo di tonno è stato a un livello “vicino alla minaccia” secondo lo schema dell’International Union for the Conservation of Natureand Natural Resources (IUCN). Oggi, grazie al rispetto delle quote di pesca allocate a ciascuno stabilimento e ai periodi di riposo biologico, i dati di diverse fonti scientifiche evidenziano un miglioramento complessivo dello stato di conservazione dello stock. Questo non significa che lo sforzo di pesca aumenterà, anzi è la dimostrazione che adottando misure cautelative si tutela l’ambiente, ma si tutela anche l’industria. Non si tratta solo di csr, per noi la responsabilità significa manetenre iol mare pescoso e poter continuare a lavorare».

LA PARTNERSHIP CON LEGAMBIENTE
Legambiente, dopo un’accurata analisi sulla filiera e sull’approccio globale all’ambiente svolta in collaborazione con il management di Mareblu, ha accettato di diventare partner dell’azienda sulla base dei alcuni pre-requisiti:

– piena tracciabilità del tonno pescato

– l’esclusiva scelta di pesca del tonno pinna gialla e skipjack

– esclusione del palamito come attrezzo di pesca

– volontà di portare anche in Italia la distribuzione di prodotti “puliti”

– aver avviato studi e progetti per minimizzare, se non eliminare, le catture accidentali di specie non bersaglio “bycatch” e di giovanili specie target durante le operazioni di pesca

– avvio di uno studio con focus “ FAD” procedure e limitazione

Valsecchi sottolinea che «Mareblu ha dato prova dei requisiti già posseduti e ha programmato operativamente l’attuazione degli impegni presi: è pronta la referenza tonno Skipjack pescato con canna (cosiddetto prodotto “pulito” pescato con tecnica “Pole&Line”) e, per favorirne l’accettazione nella Grande Distribuzione Organizzata, Mareblu è disponibile a minimizzare il proprio margine».

Inoltre l’azienda si è impegnata entro la fine del 2016 ad avere il 100% dei propri prodotti con materia prima ottenuta con i seguenti metodi di pesca:

• Pole&Line

• Reti a circuizione senza uso di FADs su banchi liberi (free school)

«Nel frattempo, a partire dal 2013, l’approvvigionamento avverrà solo da navi che siano monitorate dalla presenza costante di Osservatori qualificati a bordo e che trattengano il 100% delle catture accessorie a bordo in modo da poterne misurare il quantitativo e verificarne la composizione. Tali operazioni di controllo saranno da effettuarsi “a terra” alla presenza delle Autorità competenti», spiega il manager orgoglioso.

Sul tema del bycatch, a partire dal dato fornito dal mondo ambientalista secondo cui le catture accessorie ammontano al 10% (ad esempio nel recente rapporto “I segreti del tonno” di Greenpeace), Mareblu si impegna a ridurle entro il 2013 al 5% ed entro il 2014 al 3%.

Un gemellaggio che ha anche visto l’azienda impegnarsi su progetti  territoriali. Come ad esempio il sostegno al quest’anno il centro di recupero tartarughe marine dell’Oasi di Lago Salso (FG)  e la partecipazione alla campagna Spiagge e Fondali Puliti.

In copertina un peschereccio Mareblu all’opera


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