Non profit

Mare Nostrum, cioè da condividere

Il movimento cristiano lavoratori lancia una proposta di partnership

di Redazione

Al delicatissimo fenomeno dell?immigrazione dai Paesi poveri, e soprattutto nell?area mediterranea, la politica dell?accoglienza, che peraltro non è senza limiti, può e deve essere affiancata dal partenariato, cioè da una relazione più diretta fra Paesi e popoli che vivono in una stessa area.
Il partenariato non è una formula magica, ma un modo realistico di pensare a nuove strade da esplorare nel tentativo di salvaguardare il tessuto sociale e culturale di mondi altrimenti destinati, attraverso l?immigrazione clandestina, a compenetrarsi in modo disordinato, creando lacerazioni alle popolazioni e ai territori da cui gli immigrati si allontanano, e danni altrettanto gravi e di difficile gestione nei territori e nelle comunità dove gli immigrati vanno a cercare fortuna.

Per favorire il partenariato e i frutti che da esso discendono, il Movimento cristiano lavoratori da tempo opera, cercando di promuovere il ruolo delle organizzazioni dei lavoratori e della società civile nei Paesi che si affacciano sulle due sponde del Mare Nostrum. Il superamento di questi squilibri è la premessa perché si crei nel Mediterraneo un?area di pace e stabilità, di dialogo, di prosperità condivisa e di crescita, nel rispetto e nella cooperazione reciproca.

Il partenariato, quanto più si consolida nella sua efficacia e nella sua forza, tanto più saprà essere un esercizio a tutto campo che tenga conto della collaborazione fra governi, ma che si sviluppa e tende poi ad allargarsi per radicarsi ancora meglio e realizzarsi concretamente. Dobbiamo saper raggiungere il più grande numero possibile di cittadini, favorire soprattutto l?accesso all?informazione, favorire il formarsi di opinioni pubbliche consapevoli: nemiche di pregiudizi culturali, amiche, invece, del rispetto delle identità curiose, interessate alle differenze che rappresentano un valore di arricchimento.

Ma la sola volontà delle grandi associazioni e la sensibilità ad esempio della Chiesa cattolica, da sola non basta, occorrono anche iniziative concrete, capaci di imprimere una svolta duratura, suggellata dalle istituzioni statali, nella costruzione di una solida e reale partnership tra le due sponde del Mediterraneo. È soprattutto l?Europa come entità politica che deve prendere maggiore coscienza di questi temi, e svolgere un ruolo più incisivo. Il Mediterraneo deve costituire per l?Ue una priorità, esattamente come è stato per l?allargamento. D?altronde non si dimentichi che la distanza fra Parigi e Algeri è inferiore a quella fra Parigi e Varsavia. E quella tra Roma e Tunisi è inferiore a quella tra Roma e Bruxelles. Questo significa investire su una politica estera che abbia al centro i problemi del Mediterraneo, e far comprendere a chi sta dall?altra parte del confine, che tale linea di demarcazione traccia un limite che non è teso ad escludere chi ne è al di fuori.

Altro elemento importante è avere una profonda consapevolezza sui modi e le criticità dell?immigrazione, e occuparsi del tema fuori dai recinti delle ideologie precostituite. La costruzione di un nuovo modello di convivenza, presupposto per un futuro armonioso della nostra società, non può prescindere dall?assumere l?immigrazione come confronto strutturale e non come emergenza continua, legata a episodi di violenza deprecabili che però non riassumono certamente tutte le caratteristiche del fenomeno.
In linea con queste convinzioni, quest?anno il Movimento cristiano lavoratori destinerà la maggior parte dei fondi del 5 per mille in progetti di cooperazione e partenariato destinati a creare opere sociali e sviluppo culturale in Paesi dell?area mediterranea. di Carlo Costalli

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