Sostenibilità

Mare, monti, ottima cucina e buon vino: così la Basilicata diventerà la Toscana del Mezzogiorno. Grazie al marketing territoriale

di Redazione

Chissà. Dormire in tenda forse non è stata solo una scelta bohèmienne. Magari hanno fatto anche di necessità virtù. Chi? Nicola, Salvatore, Franco, Rocco e Tropea. Sono i quattro musicisti e la giornalista protagonisti di Basilicata coast to coast, la pellicola sorpresa della primavera 2010 firmata dall’attore lucano, e regista del film, Rocco Papaleo. I cinque, accompagnati da un cavallo bianco che traina un carretto, attraversano la Basilicata a piedi da Maratea a Scanzano. Lì si tiene un festival musicale a cui non arriveranno in tempo. Durante i dieci giorni di viaggio l’allegra banda di musicisti dorme in una tenda. Se avessero scelto di mettersi a letto in un ostello forse avrebbero incontrato qualche difficoltà a trovarne uno. O magari lo avrebbero trovato chiuso. Nel biennio 2008-2009 in Basilicata queste strutture sono diminuite infatti da 220 a 199. Se si prendono in esame, invece, i dati degli ultimi quattro anni si scopre che sono aumentate solo di un’unità. L’insufficienza dell’offerta extralberghiera lucana, veniamo al dunque, è uno dei punti deboli della proposta turistica regionale venuti a galla durante il quarto seminario dal titolo “Dal turismo verde al marketing territoriale: risorse, attrazioni e strategie di sviluppo” organizzato, in collaborazione con Eni, dal Parco nazionale Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese sabato 30 novembre a Marsico Nuovo nell’ambito del workshop nazionale sulla biodiversità e le risorse del parco. Esperti di turismo, marketing, parchi e rappresentanti del terzo settore si sono confrontati sulle strategie per rendere più appetibile ai vacanzieri la Basilicata e l’area protetta.
Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Agenzia di promozione territoriale (Apt) della Basilicata relativi al biennio 2008-2009, a fronte di un lieve incremento (0,22%) degli arrivi complessivi di italiani e di stranieri (467.284 in totale), si è registrato un calo degli arrivi dall’estero dell’8,36%. Meno 4.325 turisti stranieri, per l’esattezza. Migliorano, tuttavia, gli esercizi ricettivi (2,13%), i posti letto netti (1,36%) e la permanenza media che passa da 3,99 a 4,04 giorni. Sui dati negativi influisce di sicuro la difficoltà dei collegamenti.
«Il turismo è logistica», ha spiegato in due battute il direttore dell’Apt, Gianpiero Perri. Gli aeroporti più vicini sono Bari e Napoli. «Non ci sarebbero risorse per realizzare un aeroporto regionale. Dobbiamo puntare invece a migliorare le relazioni con la Puglia che, grazie alle sue piste e ai suoi porti, è il nostro hub», ha proseguito Perri. Servono infrastrutture ma anche un salto culturale e, soprattutto, imprenditoriale. Il direttore ha definito la regione il “giardino segreto degli italiani”, segreto in quanto nascosto e quindi prezioso, ma non ha lesinato critiche alla mentalità degli operatori e degli stessi amministratori. «Il turismo è innanzitutto un affare di privati. Da noi invece si tende a sottrarlo all’iniziativa privata per farlo diventare un affare pubblico». Certo, ha precisato, c’è bisogno dell’intervento pubblico, se infatti il sentiero o la pista ciclabile è sconnesso sarà difficile raggiungere l’agriturismo o il rifugio, ma serve soprattutto la collaborazione fra enti locali e privati. Così come occorre dar vita a una «nuova stagione di imprenditorialità giovanile» a cui passare il testimone delle esperienze maturate. «Abbiamo bisogno di modelli organizzativi di carattere industriale», ha concluso Perri.
Una tesi non condivisa da Patrizia Parretti, esperta di eventi enogastronomici e titolare della società di consulenza turistica Divino. Parretti, fiorentina, ha portato l’esperienza dell’industria del turismo di Firenze: pacchetti che prevedono tre visite ai musei in un giorno, e via. Secondo la consulente sono altre, semmai, le leve da azionare. Prima fra tutte: internet. Ma con un approccio diverso da quello tradizionale. «Il turista va sulla rete per interagire ancor prima che per comprare», ha osservato. «Meglio una guida che sa qualcosa in meno ma sa farsi seguire, piuttosto che un’operatore che sa tutto ma deve trascinare i turisti», ha chiosato Parretti. E il turismo enogastronomico potrebbe diventare una vetrina per il territorio lucano. Eventi ormai diffusi lungo tutto lo Stivale come “Calici sotto le stelle” o esperienze come l’associazione nazionale “Città del vino”, che ruotano intorno alla promozione del nettare degli dei, sono ormai “casi scuola”.
Le ha fatto eco Germano Gogna, consulente e docente di Marketing e comunicazione d’impresa. «I primi testimonial del territorio sono gli stessi abitanti». L’edicolante che, ad esempio, accoglie il turista con cortesia e che magari, oltre al giornale, dà anche dei suggerimenti su itinerari culturali, posti in cui mangiar bene o godersi il paesaggio ha fatto già molto. Magari senza saperlo. Meglio ancora se l’edicolante sa fornire anche qualche rapida informazione sulla storia del monumento che suggerisce di vedere. Il punto è che per ottenere questo risultato occorre coltivare e rafforzare, attraverso l’investimento e soprattutto la sensibilizzazione, la consapevolezza da parte delle popolazioni delle bellezze di cui dispongono. Su questo aspetto ha insistito Claudio Bocci, direttore di Federculture, nel suo intervento a Marsico Nuovo. Solo così si potrà valorizzare un territorio che Nino Martino (nella foto), presidente dell’Associazione Direttori Parchi nazionali (Aidap), ha definito «la Toscana del Mezzogiorno».

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