Lo scorso anno nel Canale di Sicilia persero la vita 49 profughi in fuga dall’Africa, di altri 376 non se ne seppe più nulla e ufficialmente compaiono nella colonna dispersi nel blog di Gabriele Del Grande (fortresseurope.blogspot.com), il giornalista che ci iuta a tenere il conto di questo spreco di gioventù e di speranza, di queste vite a perdere di cui troppo spesso ci dimentichiamo, in un epoca di indignazioni inutili e a comando, in settimane in cui i giornalisti protestano per non aver avuto accesso con le loro telecamere ai 5 minuti di udienza preliminare sul caso Ruby-Berlusconi.
Intanto il Mare nostrum nell’indifferenza dell’Europa, delle istituzioni, dell’informazione e delle nostre coscienze, diventa ogni giorno di più un Mare monstrum, cimitero di giovani, in fuga dalla miseria, spesso dalla guerra, e qualche volta da se stessi e le proprie radici.
C’è una canzone di un gruppo algerino, i Reda Taliani, che mi ha molto colpito, si intitola “Partir loin” (Partire lontano). Il ritornello dice così:
O barca, amore mio
portami fuori dalla miseria
nel mio paese mi sento umiliato
sono stanco e mi sono stufato
stavolta non perderò l’occasione
nella mia testa è da un sacco di tempo
l’emigrazione mi ha fatto dimenticare chi sono
ci lavoro su giorno e notte
o barca, amore mio
portami fuori dalla miseria
evasione speciale dall’Algeria all’occidentale
LA canzone (ascoltatela qui) ci racconta molto di più di qualsiasi giornalista in travesti su cosa significhi il “Partire lontano”. Partire a rischio della vita, rischiando di non tornare più e di non andar oltre il mare grosso.
È notizia fresca quella dei trecento migranti, la gran parte eritrei e somali, nord africani, caduti in mare, la notte tra il 5 e il 6 aprile, mentre venivano soccorsi da alcune unità della guardia costiera a circa 39 miglia da Lampedusa, in acque maltesi.Quarantotto le persone finora recuperate, mentre continuano le ricerche degli altri naufraghi. “Temiamo molti morti”, ha detto una fonte locale, 20 corpi senza vita avvistati e recuperati. La Capitaneria di porto lampedusana riferisce di 47 persone recuperate e di almeno 150 dispersi.
Questa è solo l’ultima delle tragedie di questi ultimi giorni nel Canale di Sicilia. Il 30 marzo scorso ci furono 11 morti per il naufragio di un gommone; il 1 aprile 27 morti, tutti ragazzi tunisini. Il 3 aprile, nelle acque di Tripoli sono stati rinvenuti i corpi senza vita di 68 persone. Potrebbero essere i passeggeri dell’imbarcazione che aveva lanciato un sos e che era dispersa nel Canale di Sicilia dallo scorso 25 marzo, la gran parte di loro somali ed eritrei.
Ogni tanto il Mare monstrum restituisce cadaveri sulle spiagge, come a Modica il 1 aprile e il 2 aprile.
Centinaia risultano i dispersi. A mancare all’appello è al momento anche un barcone, con 335 persone a bordo, che risulta disperso da due settimane. L’agenzia Habesha e l’alto commissariato Onu per i rifugiati hanno dato l’allarme chiedendo che vengano intensificate le ricerche.
In soli 10 giorni la macabra e approssimativa contabilità del Mare monstrum ci dice che ci sono stati circa 100 morti, i dispersi sono circa 500. In 10 giorni sono già numeri superiori a quelli di tutto il 2010! La vogliamo smettere con le cazzate?
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