Volontariato

Mare e sole?Meglio la Fiat

Intervista all'economista Lo Cicero

di Redazione

Un corpaccione senza scheletro. È così che vede la sua città l’economista Massimo Lo Cicero. Detta in numeri suona così: «Napoli insieme con Caserta forma un agglomerato urbano da 4,5 milioni di abitanti, pari al 12% del territorio ma anche al 60% della popolazione regionale. Il problema però è che la Campania, con il 10% della popolazione nazionale, produce il 6% del reddito e appena il 2% delle esportazioni». Un immenso lombrico, dunque. Che però può rimettersi in carreggiata. A patto di non assopirsi nel sogno di diventare la perla del Mediterraneo, «tutta sole, pizza, mandolino e turismo». Il Vesuvio, secondo Lo Cicero, deve guardare verso nord. Direzione Torino.
Vita: Detta così sembra solo una provocazione…
Massimo Lo Cicero: Fino ad ora si è detto: «Ricominciamo dai microprogetti, dai piccoli ambiti, dal basso». Il tutto finanziato per lo più dall’Europa. Per come la vedo io, questo deve essere il contorno, non certo il volano per il rilancio della città.
Vita: Ma Torino cosa c’entra?
Lo Cicero: Ma lo sa qual è la più grande azienda della Campania? È la Fiat, con più di 15mila operai a Pomigliano. Poi abbiamo Finmeccanica, la tradizione del vino, un grande porto, e una buona crescita dell’apparato dell’information technology. A parte il porto – ma c’è la vicina Genova -, non siamo poi tanto lontani dalle condizioni su cui Torino ha costruito il suo rilancio. A conti fatti, abbiamo gli stessi player, inclusa una forte presenza territoriale di una banca come Intesa Sanpaolo, che animano la vita economica del Nord-Ovest. Non possiamo pensare di cavarcela con il festival del mandolino.
Vita: Che cosa potrebbe spingere questi colossi a “investire” su Napoli?
Lo Cicero: La Campania è l’unica regione in cui gli under 40 sono più degli over 40, il 55% contro il 45%, esattamente l’inverso rispetto al resto d’Italia. Direi che non è poco. Il futuro è qui.
Vita: Però non si può far finta che la camorra non esista. Non crede?
Lo Cicero: La criminalità c’è dappertutto. Se però si lascia andare alla deriva l’economia di una città, la criminalità si espande e viceversa: se la società cresce, il malaffare fa un passo indietro. Poi, certo, c’è un problema di contenimento della camorra che va affrontato.
Vita: Che segnale si aspetta dall’amministrazione pubblica?
Lo Cicero: Napoli soffre di un’inguaribile deformazione municipale. Guarda al suo ombelico, a un comune che è solo un pezzettino della provincia. Questa città deve guadagnarsi un respiro metropolitano.
Vita: Un corpaccione senza scheletro è difficile che riesca a mettersi in movimento?
Lo Cicero: La distanza che c’è fra il capoluogo e Caserta è la stessa che passa da un capo all’altro di Manhattan, dove vivono 8 milioni di persone. Lo spazio per farsi una spina dorsale c’è.


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