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Marcuzzi chi? Ve lo do io il vero erotismo

Tinto Brass, il porno e la sit-com

di Maurizio Regosa

La pornografia è superficiale, l’erotismo dà emozione, spiega il regista (che non guarda la tv). E il sexgate italiano? «Una farsa tra Pulcinella arricchiti» Così fan tutte, prima di essere il discusso programma con Alessia Marcuzzi, era un film del 1992. Interpretato da Claudia Koll e diretto dal maestro del cinema erotico, Tinto Brass (al quale pochi anni fa la Cinématheque Française di Parigi ha dedicato un omaggio-retrospettiva dal titolo «Elogio della carne»). La sit-com, lui non l’ha vista («non accendo la tv per vedere queste robe»), ma se gli chiedi delle proteste, lui che è stato contestato per anni a causa delle sue pellicole, eccoti servito: «Di fronte a queste levate di scudi, mi viene sempre in mente quel che diceva Oscar Wilde: “La morale è quella cosa che rinfacciamo agli altri quando non ci piacciono”. Non c’è niente di grave. Mi fanno proprio sorridere. Capisco che ci siano persone che difendono il loro potere mediatico. Il Moige ha un suo potere e lo esercita. Ma non sono d’accordo con queste proteste».

Vita: Cosa pensa di questa tv delle tette e dei culi?
Tinto Brass: Il discorso va impostato diversamente. Che male c’è a vedere ragazze più o meno nude? Al massimo uno ci fa una risata. Non è mica solo scuola, educazione, buoni propositi, catarsi: la tv è anche intrattenimento. Non sarà di grande classe, di grande livello, ma non credo sia dannosa o pericolosa o condannabile.

Vita: Che gusto c’è quando la trasgressione diventa normale?
Brass: Infatti è un divertimento, un passatempo, non è trasgressione. Che invece appartiene all’erotismo, che però non fanno vedere. La differenza tra erotismo e pornografia è che quest’ultima è epidermica, superficiale, al massimo può darti un’erezione. L’erotismo ti dà un’emozione. Diventa un patrimonio tuo culturale. E questo può incidere, far riflettere.
Vita: Il porno su internet fa affari d’oro.
Brass: In un certo senso a me dispiace. Io pratico l’erotismo, che è una cosa diversa. Qui invece c’è un azzeramento, un analfabetismo dell’immagine. Sono cose di basso livello che non condivido. Possono servire forse come un aiuto in certe pratiche sessuali, ma non arricchiscono. Sono un danno per chi fa erotismo, che trova infatti sempre meno spazio. Internet non ne parliamo, ma anche i canali che mandavano film erotici dopo una certa ora. Ma non ho niente contro la pornografia. Non mi fa né caldo né freddo.

Vita: E degli italiani sex addicted?
Brass: Dell’atmosfera orgiastica che c’è in Italia? Io ho fatto film che hanno a che fare con le tresche fra sesso e potere. Salon Kitty, Caligola. Erano storie tragiche: avevano a che fare con Hitler, con i gerarchi. Adesso se dovessimo trattare il fenomeno del sexgate, dovremmo trattarlo in chiave farsesca: non abbiamo più quei personaggi, ma degli arricchiti, dei Pulcinella da commedia dell’arte.

Vita: Si riferisce a Berlusconi?
Brass: Sì e a tutto quello che gli sta intorno. Berlusconi, Boffo? A parte il fatto che io sono per il poeta veneziano Baffo? Più che orge del potere, sono il potere dell’orgia. Non ho niente contro. Anzi preferisco sempre dei centri di potere che si dilettano di ammucchiate e baccanali piuttosto di tramare complotti, congiure e guerre come normalmente fanno i centri di potere. Però chiamiamoli per quello che sono. Aveva già detto tutto Dante: «Ahi serva Italia? non donna di province ma bordello».
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