Cultura

Marcia della pace: diario della giornata

Passo dopo passo da Perugia ad Assisi.

di Teresa Selva Bonino

Ore 9. Giardini del Frontone. C?è già tantissima gente e tanta ne continua ad arrivare. Si sentono in lontananza le parole commosse del padre di Dino Frisullo e in suo ricordo sarà messa una lapide ?E? una marcia per l?Europa, un? Europa di pace che chiede che l?art. 11 della costituzione italiana diventi l?art. 1 della costituzione europea? si sente ancora dal palco. E subito si raccolgono adesioni e firme dei tanti i politici presenti.

Ore 10. Il corteo è aperto dagli striscioni degli ospiti stranieri e dalle parole di Lucia Gonzales, colombiana, che racconta della sua terra e dei tanti altri conflitti dimenticati. Sono arroccata in alto sul frontone, prima di essere a mia volta inghiottita, mi godo lo spettacolo delle centinaia di visi, sorrisi, colori e bandiere che mi scorrono davanti agli occhi. Ci sono gli stendardi dei comuni, e gli striscioni di Emergency, Wwf, Acli, Arci,, Legambiente, Avis, Amani e di tante altre associazioni, bandiere della pace in tutti i modi, e poi chitarre, tamburi, trampolieri, pattini, monopattini, biciclette e diversi cani pacifisti.

Ore 11,15. Porta san Giovanni Attraversiamo il paese, c?è un sacco di gente che dalle finestre applaude e ci incoraggia. Faccio l?errore di chiedere dove siamo? solo a 5 km dalla partenza e a 20 dall?arrivo, eviterò altre domande del genere! Cerco di informarmi su quanti siamo, si parla già di trecentomila partecipanti. Uno slogan ripete: “Vogliamo un mondo di tutti i colori, razzisti ed oppressi ne resteranno fuori”.

Ore 12-13 Entriamo nel tratto che costeggia l?autostrada assisiana, è il pezzo più brutto, si sta stretti e un po? compressi, il paesaggio è desolatamente industriale e si sentono sfrecciare auto e tir. Per fortuna diversi punti ristoro del mercato equo solidale in nostro soccorso. Uno striscione dice: ?Le guerre passano, le bugie restano, i morti pure?.

Ore 13,30 Collestrada. Il corteo finalmente si ributta nel verde tra filari di alberi, campi e colline; alcuni cercano di guadagnare qualche metro tagliando per la montagna. Un gruppo di piccoli scout tiene ancora faticosamente tirato un lenzuolo bianco con su scritto ?La guerra marcia, la pace è in marcia?.

Ore 14 . Passiamo sotto un cavalcavia. Siamo a metà strada, Assisi è a meno dodici chilometri. Sempre più gruppi si accasciano sfiniti a mangiare, dormire, riposare, seguiamo il loro esempio e ci fermiamo un po?.

Ore 15,15. Il fiume arcobaleno si è versato in una strada lunghissima e dritta che taglia a metà la campagna, non si vede né l?inizio né la fine del corteo, solo migliaia di puntini in movimento. Appoggiata su una collina in alto si vede Assisi, ma è ancora lontana. Passiamo Bastiola, e poi Bastia Umbra; il Cipsi distribuisce bicchieri d?acqua e promuove la campagna ?L?Acqua è un diritto per tutti?.

Ore 16,30. Santa Maria degli Angeli. Per un attimo si ha l?impressione di essere arrivati. Ci sono stand per mangiare, sound system, punti informativi delle associazioni, tanti si fermeranno qui.

Ore 17, 15. Finalmente Assisi dopo la salita della vecchia strada mattonata, ultimo scoglio per raggiungere la meta. Il piazzale della Rocca è stracolmo di gente, tanti non riescono neanche ad arrivare fin su scoraggiati da chi dice che non c?è più spazio e non si può più passare. Appoggiati sulle rovine ben in vista tutti gli stendardi di provincie, comuni. In sottofondo le note del concerto di musica etnica chiudono la giornata.

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