Sostenibilità
Marche: una legge ad hoc per il commercio equo
Un registro regionale delle botteghe solidali e una giornata come momento d'incontro
di Redazione
La Regione Marche sta per dotarsi di una legge per sostenere e promuovere il commercio equo e solidale. La proposta di legge, che dovrebbe essere approvata martedi’ dal Consiglio regionale, propone l’istituzione di un registro regionale del commercio equo e solidale a cui possono iscriversi i soggetti, senza scopo di lucro, che svolgono l’attivita’ stabilmente nelle Marche da almeno un anno e che abbiano un fatturato che provenga, per piu’ del 50%, dalla vendita di questi prodotti.
La proposta, che prevede un primo investimento di 50mila euro, istituisce la Giornata regionale del commercio equo e solidale come momento di incontro e di confronto fra la comunita’ marchigiana e le realta’ che si occupano di questo tipo di commercio. Prevede anche una conferenza regionale per la verifica dello stato del commercio equo e solidale nelle Marche. Un comparto che vede riuniti una sessantina di soci fra associazioni, produttori, gruppi di acquisto solidale all’interno della Rees Marche, la Rete di economia etica e solidale delle Marche (www.resmarche.it).
Con questa legge, la Regione Marche e’ la sesta in Italia a dotarsi di uno strumento a favore del commercio equo e solidale dopo la Toscana, che ha fatto da apripista nel febbraio 2005, il Friuli Venezia Giulia, l’Abruzzo, l’Umbria e la Liguria. La legge prevede anche che, fra i soggetti iscritti al registro regionale, venga riconosciuta dalla Regione la denominazione di ‘Bottega del mondo’ a quelli che effettuano la vendita al dettaglio di beni che, almeno per l’80%, siano prodotti del commercio equo e solidale.
”L’obiettivo della legge -spiega Massimo Binci (Sinistra Democratica), relatore di maggioranza- e’ riconoscere al commercio equo e solidale un valore sociale e culturale come forma di cooperazione a promuovere l’incontro e l’integrazione fra culture diverse e a sostenere la crescita economica e sociale dei Paesi in via sviluppo”. Secondo Binci, e’ fondamentale ”riconoscere i diritti individuali dei lavoratori di questi Paesi, garantire l’esclusione del lavoro minorile e di qualsiasi forma di schiavitu’ che possa essere usata per la produzione di questi beni. Crediamo indispensabile, inoltre, che il commercio equo e solidale garantisca anche il rispetto dell’ambiente e che, soprattutto i prodotti agricoli, non derivino da produzioni estensive, coltivate con grandi usi di sostanze chimiche. Togliendo terra per l’autoproduzione si causa l’impoverimento delle popolazioni locali e non si tutela il diritto ad una vita dignitosa e all’istruzione per i giovani”. Per raggiungere questi scopi e tutelare anche il consumatore nel momento che acquista questi prodotti, la Regione Marche, come si legge nella pdl, promuove e sostiene lo sviluppo di una rete del commercio equo e solidale, la diffusione dei prodotti del commercio anche fra gli Enti locali. C’e’ gia’ un’ipotesi di rifornimento per le forniture alla Giunta e al Consiglio regionale.
La legge, inoltre, ha lo scopo di promuovere forme di microcredito e di finanza etica oltre a quello di sostenere attivita’ educative, di informazione e di sensibilizzazione su questo tema. L’atto stabilische che sono organizzazioni di commercio equo e solidale i soggetti organizzati in forma collettiva, democratica e senza scopo di lucro e che mostrano al pubblico la ripartizione del prezzo fra i diversi soggetti che hanno partecipato alla catena produttiva spiegando come e’ costituita la filiera produttiva. Debbono, inoltre, organizzare attivita’ di informazione, divulgazione ed educazione sullo sviluppo economico e sociale, sul commercio internazionale e sul commercio critico e promuovere la formazione per gli operatori e degli operatori in Italia e all’estero.
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