Politica

Marcegaglia fa lobby a Bruxelles

Lettera agli europutati italiani per votare contro un rapporto del Parlamento europeo sul clima

di Joshua Massarenti

Bruxelles – Mentre ieri la Commissione e il Parlamento europeo hanno varato un registro comune per la trasparenza che fornisce informazioni sui soggetti che cercano di influenzare la politica europea, Emma Marcegaglia viene beccata in fallo nel suo tentativo di convincere gli eurodeputati italiani a bocciare un rapporto sulle emissioni di gas a effetto serra che doveva essere presentato e poi votato durante la mini sessione plenaria del Parlamento europeo che si è svolta a Bruxelles tra il 22 e il 23 giugno.

La risoluzione del deputato dei Verdi Bas Eikhout propone di modificare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 aumentandoli al 30% entro il 2020, cioè 10% in più rispetto al tetto previsto nel pacchetto legislativo su clima ed energia approvato nel 2008.

“Passare a una riduzione del 30% porterebbe molti benefici” aveva dichiarato Eikhout alla vigilia del voto parlamentare, citando “il miglioramento della salute, una spesa minore per le importazioni di energia e milioni di nuovi posti di lavoro”. Di ben altro parere è invece la presidente di Confindustria, protagonista di una lettera firmata il 15 giugno scorso (scarica il documento) e inviata a tutti i parlamentari italiani che siedono nell’europarlamento.

Nella sua missiva, che il sito www.nuovaecologia.it si è procurato, Marcegaglia esprime la “nostra contrarietà ad un aumento unilaterale dell’obiettivo Ue di riduzione di emissioni oltre il 20% entro il 2020, in assenza di un accordo globale sul clima, che coinvolga tutti i grandi emettitori e garantisca un level playing field tra tutti gli attori coinvolti”.

Per Marcegaglia, “considerati i nuovi scenari energetici europei ed internazionali che hanno iniziato a prospettarsi a seguito dell’incidente di Fukushima ed i prevedibili impatti sui costi dell’energia e del raggiungimento degli obiettivi climatici, siamo convinti che qualsiasi decisione presa in questa particolare congiuntura sia negativa e potenzialmente controproducente”, in particolar modo per “il sistema industriale italiano” che “non è nelle condizioni di sottoscrivere impegni più ambiziosi di quelli stabiliti”.

La posizione della Confindustria è in linea con quella assunta da Businesseurope, una lobby potentissima a Bruxelles che difende gli interessi delle grandi imprese europee.

Sul rischio che l’industria europea possa subire i contraccolpi di una politica Ue ambiziosa sul clima, l’eurodeputato Eickhout sostiene che al contrario, “proprio grazie all’adozione di standard sul clima più severi l’economia europea sarà in grado di rimanere competitiva: si rilancerà la crescita economica, si porteranno benefici alla salute dei cittadini, si creeranno milioni di nuovi posti di lavoro. È quanto hanno dimostrato diversi istituti di ricerca negli ultimi mesi. La vera domanda sarebbe piuttosto: come possiamo rimanere competitivi se ci atteniamo alla logica dei combustibili fossili e all’obiettivo obsoleto del taglio del 20%?”.

Per Eickhout non ci sono dubbi: “i nuovi obiettivi sul clima stimoleranno l’industria europea, che diventerà più efficiente nelle risorse. Solo tale economia può rimanere vitale a lungo”.

Sulla risoluzione dell’eurodeputato olandese, Emma Marcegaglia torna ad esprimersi nella sua lettera indirizzata ai deputati italiani sottolineando che “Confindustria giudica positivamente il parere sulla relazione dell’On Eickhourt espresso dalla Commissione Industria, Energia e Ricerca del Parlamento europeo, che ha evidenziato come la priorità per l’Unione Europea sia il raggiungimento degli obiettivi 20-20-20 stabiliti nel Pacchetto Clima e Energia e come le proposte tese ad aumentare gli obiettivi di riduzione unilaterali, in assenza delle condizioni adeguate, siano eccessivamente ambiziose dal punto di vista degli investimenti”.

Peccato che il 24 maggio la Commissione per l’Ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento UE abbia votato a favore della risoluzione di Eickhout con 44 voti a favori, 14 contrari e un astenuto. La sorte del rapporto si deciderà nella prossima sessione di luglio (il voto previsto il 23 giugno è stato rinviato), quando gli eurodeputati si riuniranno a Strasburgo per l’ultima plenaria prima dello stop estivo. Solo allora capiremo se Confidustria, assieme a Businesseurope avranno avuto la meglio sugli ambientalisti.


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