Welfare

Marazziti: L’Europa non può essere il guardiano di un cimitero

Mario Marazziti, presidente del Comitato Diritti Umani della Camera lancia cinque proposte tra cui la creazione di un'Agenzia europea per l'immigrazione, l'accoglimento delle domande di asilo nei consolati e nelle ambasciate della Riva sud del Mediterraneo e la creazione di percorsi sicuri per i rifugiati siriani

di Redazione

Mario Marazziti, dopo l’ultima tragedia del Canale di Sicilia: il naufragio di alcuni gommoni che avrebbero portato alla morte oltre 300 persone, secondo le informazioni fornite dai 9 superstiti, lancia alcune proposte per porre un freno all’immane tragedia che si consuma ai confini sud dell’Europa che secondo il parlamentare di Democrazia Solidale «non può essere il guardiano di un cimitero». 

Questi ultimi sono morti che si aggiungono a quelli di freddo («quanto freddo ci vuole per morire di freddo dopo che si fugge dalla guerra e dalla Libia?» chiosa in una nota Marazziti) e agli oltre 25mila morti di questi anni. «Sono solo quelli dei corpi che si ritrovano, delle testimonianze dei sopravvissuti. È verosimile che il bilancio dei morti veri, spariti per sempre, anche dalla memoria, sia almeno il doppio. È un cimitero che non è compatibile con l'essere europei, che è diventato sempre più "trendy" dopo la chiusura ufficiale di "Mare Nostrum" e l'avvio di Triton» scrive il parlamentare che è presidente del Comitato Diritti Umani della Camera.
«La Guardia costiera e le autorità italiane stanno facendo un lavoro straordinario che riduce il numero delle vittime, ma occorre una svolta decisiva, anche dopo i fatti di Parigi» commenta Mario Marazziti.

Per il parlamentare a ogni arretramento di un miglio nel Mediterraneo delle navi europee dalla Riva Sud del Mediterraneo (come previsto nel programma Triton, che ha natura meramente "difensiva"), corrisponde a un numero difficile da calcolare di nuove vittime. L'operazione Mare Nostrum ha portato al salvataggio di oltre 140mila migranti da parte della Marina Militare Italiana o di imbarcazioni collegate alla più grande operazione umanitaria del Mare Mediterraneo.  «Nonostante questo sono state circa 3000 le vittime che non si è potuto evitare. Il bilancio è sicuramente oggi più drammatico e si avvia a esserlo in maniera esponenziale con la buona stagione che arriverà» continua Marazziti. «Chi si è opposto a Mare Nostrum ha una responsabilità gravissima».

Marazziti invita a pensare al fatto che: «La politica "immigrati zero" della nuova star populista Salvini si traduce in morti in più: è inaccettabile. Che l'Europa e l'Italia non possano stanziare cento milioni per salvare centomila vite umane, mille euro a vita – tante sono quelle salite sulle navi militari italiane strappate al naufragio – è patetico e colpevole. In più, l'assenza dei viaggi legali per i siriani perseguitati, per gli sfollati delle guerre del Medio Oriente e del Nordafrica, sta diventando una fonte di finanziamento importante per la criminalità organizzata e per il terrorismo mondiale, Isis incluso».

Mario Marazziti che ha avviato incontri con i colleghi del Comitato Diritti Umani del Bundedstag e del Parlamento europeo, come Frank Schwabe e Gabriela Heinrich per arrivare all’elaborazione di cinque proposte.
Si tratta di:
1. Creazione di una Agenzia europea per l'immigrazione
2. Accoglimento delle domande di protezione e asilo dei profughi nei consolati e ambasciate europei sull'altra riva del Mediterraneo e nei paesi di transito, dalla Giordania ad Addis Abeba e Khartoum, al Marocco e Tunisia: e creazione di una banca dati comune che permetta di conoscere le identità prima del viaggio della speranza in mano ai trafficanti, riducendo la possibilità di infiltrazioni.
3. Creazione dei viaggi sicuri svuotando il traffico e i guadagni della criminalità organizzata e il finanziamento del terrorismo jihadista e del cosiddetto "stato islamico"
4. Percorso privilegiato per i profughi siriani, per ridurre la compressione di Libano, Turchia e Iraq, portando ad almeno 200mila i profughi siriani accolti in Europa, visto che raggiungono la cifra di oltre tre milioni fuori dai confini, e permettendo il transito ad altri con ricollocamento in America e altri paesi, esistendo una disponibilità non utilizzata finora ad accoglierli.
5. Creazione di un un Centro di Accoglienza europeo in Sicilia, che permetta con facilità i ricongiungimenti familiari e la ricollocazione per quote nei Paesi dell'UE superando le ristrettezze della Convenzione di Dublino, e introducendo almeno, fin da ora, il principio della reciprocità per permettere mobilità bi-direzionale tra alcuni paesi europei.


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