Politica

Marazziti in campo per Monti

Il portavoce della Comunità di Sant'Egidio spiega la sua scelta politica

di Francesco Agresti

Alla fine ha ceduto. Per venti anni è stato tirato per la giacca resistendo alla tentazione di diventare sindaco di Roma, presidente della Regione Lazio. Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant'Egidio, giornalista Rai ed editorialista del Corriere della Sera, è il capolista alla Camera di «Scelta Civica per l'Italia» per il Lazio 1, collegio di Roma e provincia.

Da dove nasce la scelta di candidarsi?
Dallo sconcerto che ho provato davanti allo spettacolo che la politica ha dato negli ultimi mesi. Dalla convinzione che è tempo di colmare la distanza che separa la politica dalle persone, e dal bisogno di rimettere al centro dibattito politico il bene comune. Alle elezioni regionali in Sicilia non si è recato alle urne il 53% degli elettori, la maggioranza. Lo stesso è accaduto alle amministrative  a Genova, città dalla forte tradizione partecipativa. Dove vogliamo arrivare? Davvero c’è chi crede che non sia giunto il momento di invertire la rotta?

Perché ha scelto la lista di Monti?
Perché i partiti sono bloccati al loro interno da interessi individuali. Come interpretare altrimenti la mancata riforma della legge elettorale o quella sul taglio dei costi della politica, solo per citarne alcune ma l’elenco potrebbe continuare a lungo. Con Scelta Civica si dà rappresentanza alle tante anime che formano una collettività, è l’unica in cui non ci sono parlamentari. Non credo di esagerare se dico che nella lista Monti trovano rappresentazione le stesse anime sociali che scrissero la nostra Costituzione.

Quali saranno le sue priorità?
Saranno le stesse a cui mi interesso da anni. Legge sulla cittadinanza, la non autosufficienza e il reddito minimo di inserimento, un patto tra cittadini: ti garantisco un reddito minimo in cambio però assumi l’impegno a formarti e ad accettare un lavoro. E poi la famiglia, quella italiana è parte integrante della nostra cultura, dovremmo esserne orgogliosi e sostenerla e invece continuiamo a lasciarla sola sott il peso delle inefficienze del nostro sistema di welfare.

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