Housing sociale

Mantova, la rete sociale degli inquilini

Nella città di Virgilio, grazie a un progetto di Regione Lombardia, la cooperazione sociale realizza un'esperienza di abitare inclusivo: affitti calmierati, servizi, accompagnamento

di Sara Bellingeri

Abitare non solo uno spazio fisico, fatto di pareti, stanze e finestre, ma anche e soprattutto le relazioni e il confronto come fondamenta preziose del vivere quotidiano. Si erge su questi punti cardine l’anima del progetto Contorni e dintorni che prende vita a Mantova nel 2021, nella fase non semplice della pandemia, dalla partnership tra due realtà in sinergia tra loro: l’immobiliare sociale Sa.Le. srl – Soluzione per l’Abitare, soggetto promotore, ela cooperativa sociale onlus “Fuori Luogo”.

Contorni e dintorni scaturisce da un bando di Regione Lombardia e si configura come un progetto ambizioso, costruito con perseveranza, passo dopo passo, e abbracciando diversi obiettivi tutti importanti. Tra questi lo sviluppo di un modello di politiche abitative finalizzato a connettere proprietari di alloggi sfitti e aspiranti inquilini e la creazione di una rete di inquilini fatta di condivisione e reciproco supporto, soprattutto in un periodo solcato da precarietà e senso di solitudine. Stella polare di riferimento sono e restano le persone che rappresentano la vera anima dell’abitare, come ci confermano le referenti dell’iniziativa.

Target articolato

«Concretizzare un’inclusione abitativa sostenibile è tra le finalità principali di “Contorni e dintorni” ma non l’unica», afferma Anna Bertoletti, rappresentante legale e socia unica di Sa.Le., la quale aggiunge: «Il progetto è destinato a un target articolato, tra cui i giovani della fascia 25-30 anni al primo o secondo impiego, che puntano all’autonomia abitativa o a creare una famiglia». Un’impresa che va controcorrente rispetto agli stereotipi che attanagliano questa fascia d’età, spesso bersagliata da critiche e paragoni impossibili rispetto ad altre generazioni per le quali il potere di acquisto era decisamente più alto e correlato a una stabilità lavorativa differente, considerando che in Italia il 54% dei trentenni guadagna meno di 7 euro l’ora (fonte Federcontribuenti, 2023). «Spesso a quell’età risulta complicato potersi permettere un affitto: tutto questo impedisce alla società di evolvere e ai giovani di far fiorire progetti di vita che sono un diritto», sottolinea Bertoletti.

A dimostrare che le cose possono andare diversamente ci ha quindi pensato Contorni e dintorni attraverso un’esperienza dell’abitare virtuosa concretizzata a Mantova, una tra le tante città dove il problema affitti alti è tangibile, e precisamente a Valletta Paiolo, quartiere risalente agli anni Sessanta e dove sono presenti numerosi appartamenti vuoti, spesso lasciati in stato di deperimento e con richieste di locazione impegnative, come confermato dalle referenti del progetto. All’inizio di viale Carso, nel quartiere menzionato, si trova il condominio con le cinque unità abitative gestite nell’ambito di Contorni e dintorni, cui si aggiunge Spazio 6. Come rivela il nome, si tratta di un sesto spazio comune rappresentato da un vero e proprio appartamento, luminoso e completamente messo a nuovo, che gli inquilini coinvolti nel progetto possono prenotare e utilizzare gratuitamente per le loro necessità e per vivere momenti di socialità anche all’insegna del cibo essendo dotato di una cucina e di un grande tavolo.

Abitare sostenibile

“Contorni e dintorni” non è infatti solo inclusione abitativa sostenibile ma anche innovazione sociale a tutto tondo.«Cerchiamo di lavorare molto sulla consapevolezza riguardante l’aspetto della socialità», mette in luce Sara Vitali, presidente di “Fuori luogo”, «cooperativa che si occupa di mediazione culturale, linguistica e abitativa – La casa resta senza dubbio uno spazio privato ma allo stesso tempo è immerso nel contesto di un condominio che a sua volta si trova in un quartiere: la relazione con le altre persone è un aspetto imprescindibile».

Vitali ci spiega che due giorni a settimana, il mercoledì pomeriggio e il sabato mattina, Spazio 6 accoglie gli inquilini attraverso la presenza di un’operatrice sociale e di un educatore, nei restanti giorni reperibili telefonicamente. «Il loro ruolo è quello di accogliere sia le segnalazioni e le richieste di supporto da parte degli inquini rispetto a possibili guasti o necessità, sia le proposte in merito alla realizzazione di iniziative all’insegna della socialità», sottolinea.

Inquilini soddisfatti

Un punto di riferimento considerato molto prezioso dagli stessi inquilini, come conferma la testimonianza di Ilaria che condivide uno degli appartamenti facenti parte del progetto insieme a un’altra studentessa. «Quando mi sono dovuta trasferire a Mantova per frequentare l’università non è stato semplice trovare una soluzione abitativa che venisse incontro alle mie esigenze: i prezzi proposti erano praticamente tutti inaccessibili», racconta schiettamente. «Grazie a questo progetto ho invece potuto trovare un appartamento completamente rinnovato e con affitto sostenibile: una cosa davvero rara!».

Ilaria evidenzia con entusiasmo un altro aspetto per lei e gli altri inquilini fondamentale: «A fare la differenza è anche il fatto che non ci siamo mai sentite abbandonate: tutte le volte in cui abbiamo avuto bisogno di qualcosa, dalle piccole riparazioni alle informazioni pratiche, c’è sempre stato un supporto da parte di chi gestisce il progetto. Andare ad abitare in un’altra città e in un posto completamente nuovo può far sentire spaesati ma in questo caso non ho mai provato senso di solitudine». L’aspetto della valorizzazione della socialità è infatti quello che sembra aver fatto più breccia nel cuore di Ilaria. «In Spazio 6 si organizzano diversi eventi e noi inquilini ci sentiamo sempre protagonisti», spiega, «non si tratta di proposte calate dall’alto, al contrario ci viene sempre chiesto che cosa ci piacerebbe fare». E come esempio racconta: «Tempo fa abbiamo proposto delle serate a tema giochi in scatola che sono state realizzate. Nel periodo natalizio abbiamo fatto diverse cene dove ognuno portava qualcosa da mangiare: sono stati momenti molto belli di condivisione, momenti che restano». 

Tombolate e cene etniche

Nell’ambito di “Contorni e dintorni” vengono organizzati diversi eventi come tombolate, pizzate, serate dedicate ai cibi di vari Paesi, dove ognuno porta qualcosa da mangiare, o alla lettura di favole oltre a tornei di ping-pong: ogni incontro diventa sempre più un’occasione per conoscersi e relazionarsi facendo esperienze piacevoli. «Questi eventi sono organizzati dagli inquilini del progetto ma coinvolgono anche gli inquilini degli altri appartamenti, ossia extra progetto, e altri residenti del quartiere che vengono invitati» precisa Sara Vitali.

Un altro aspetto rilevante è che gli operatori e le operatrici di “Contorni e dintorni” rappresentano un elemento di alleggerimento per i proprietari degli appartamenti visto che le telefonate di richieste di intervento sono gestite nell’ambito del progetto il quale si avvale al contempo di una piccola rete di artigiani, fidati e disponibili, che possono intervenire in caso di bisogno attraverso tariffe agevolate.

Una tambolato a Spazio 6

«Spesso chi affitta sottovaluta l’aspetto gestionale pensando di potersi improvvisare, è invece importante avere delle competenze per saper gestire questo tipo di rapporti che non si possono identificare con il solo contratto di locazione», riflette a tal proposito Anna Bertoletti, « con questo progetto abbiamo voluto scardinare tre stereotipi molto diffusi secondo i quali se si mette in affitto un appartamento non si verrà pagati, si avranno dei danni e gli inquilini non lasceranno mai lo spazio indipendentemente da quanto scritto nel contratto. Finora abbiamo dimostrato che la realtà può essere ben diversa».

Fra mediazione, costruzione, mutualità

«La parte educativa è direttamente correlata alla parte di gestione degli immobili», sottolinea al contempo Vitali, «lavoriamo sia sulla mediazione, quando serve, sia sulla costruzione di un ambiente fatto di mutualità. Tutti i nostri destinatari degli alloggi si confrontano attraverso un incontro mensile che si svolge a Spazio 6». E aggiunge: «Grazie al progetto stiamo scoprendo sempre più che non è una fragilità definita ciò che ti porta a chiedere aiuto: in questo periodo storico siamo tutti potenzialmente fragili e avere la possibilità di confrontarsi, condividere e mettersi in relazione è un aspetto molto importante che previene solitudine e disagi».

«Siamo partiti con un’idea alla quale abbiamo creduto in maniera molto forte e che giorno dopo giorno abbiamo sviluppato insieme alla rete di persone che fa parte del progetto», evidenzia Chiara Atti, vicepresidente della cooperativa “Fuori luogo” e coordinatrice dell’equipe educatori, «il nostro obiettivo era quello di dare una risposta effettiva a un bisogno diffuso sul territorio: con soddisfazione stiamo vedendo i risultati di questo lavoro scardinando l’idea che tutto ciò non fosse possibile».

«La sfida è stata anche quella di dimostrare che pur tenendo affitti più contenuti rispetto alla media di quelli proposti, l’immobile può comunque rendere e autosostenersi. Il canone di affitto alto non può essere un metro di selezione dell’inquilino, diventa discriminante e non equo», commenta schiettamente Bertoletti.

Assistenza burocratica e sportello salute

Le referenti del progetto supportano gli inquilini anche nelle pratiche burocratiche come il cambio di residenza o relative alle utenze, aspetti non sempre di facile gestione per tutti, soprattutto in un posto in cui si è arrivati da poco. Infine nuove iniziative bollono in pentola, come l’inaugurazione dello sportello della salute con il presidio di un infermiere di un’associazione di volontariato.

A conferma che l’abitare non è un’esperienza riferita solo agli spazi fisici ma anche alle relazioni e a quelle storie in carne e ossa che sono le persone.


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