Politica

Manovra, taglia e cuci

Accordo sui tempi strettissimi, misure ancora più severe?

di Franco Bomprezzi

Rientra la paura di una immediata crisi finanziaria, la Borsa italiana reagisce bene, la politica riesce a trovare per un giorno una dimensione di responsabilità nazionale. E la manovra, con correzioni e pochi emendamenti, sarà approvata entro venerdì. Ecco come i giornali in edicola raccontano la vicenda politico-economica. Ci concentriamo sulle novità, specie quelle che interessano il welfare.

“Manovra, il piano-privatizzazioni”: LA REPUBBLICA apre sull’economia e le decisioni politiche cui riserva all’interno molte pagine. In particolare alle pagine 6 – 7 riferisce le misure previste. “Decreto rafforzato, scure sugli sconti fiscali. Bollo, saranno colpiti i risparmi maggiori”. Roberto Petrini snocciola la stretta immaginata per garantirsi dall’ipotesi di non riuscire a riformare l’assistenza con la legge delega. Se non sarà approvata scatteranno tagli lineari del 15% per circa 100 miliardi di agevolazioni (fornendo così un gettito di 15 miliardi). I tagli riguarderanno le deduzioni Irpef (per contributi e servizi domestici e familiari, le erogazioni a istituzioni religiose, le spese mediche per portatori di handicap, l’assegno al coniuge, la previdenza complementare) e le detrazioni (oneri per spese sanitarie anche di portatori di handicap, per veicoli disabili, interessi per mutui anche prima casa, assicurazioni vita e infortuni, erogazioni a favore delle onlus e via dicendo). Sarà invece graduale l’imposta sui titoli di stato e non saranno toccate le pensioni tra i 1428 e i 2380 euro (manterranno indicizzazione al 90%). modifiche in vista per il patto di stabilità sui comuni virtuosi e sulla norma che limitava all’1% l’entità degli ammortamenti deducibili da parte dei concessionari di beni pubblico. Si accelera invece sulle privatizzazioni (vendita aziende di stato e municipalizzate) e sulle liberazzazioni. Non è escluso che quote di azioni di Enel, Eni, Finmeccanica vadano sul mercato. I municipi potranno vendere le municipalizzate (ad eccezione di quelle dell’acqua) e se lo faranno riceveranno dei premi. Infine le stock option dovrebbero abbandonare il regime di tassazione speciale e rientrare nelle normali aliquote Irpef. “Una cura immediata da 12 miliardi” è il commento di Eugenio Scalfari: il mercato italiano ha recuperato grazie all’intervento della Bce (che ha acquistato titoli pubblici per sostenerne il corso e per alleggerire le banche italiane). Ora l’Ue può usare il fondo da 500 miliardi contro gli attacchi speculativi. Dal canto suo però l’Italia deve costruire «una politica economica che sia all’altezza del suo peso». Ma «c’è un problema di credibilità politica italiana ed anche un problema di credibilità tecnica. È difficile dire quale sia dei due quello di maggior peso. La credibilità politica del nostro governo è prossima allo zero in Europa, ma anche la credibilità tecnica si aggira su quel livello». E questo perché «la manovra in discussione in Parlamento è piena di buchi, di contraddizioni, di proposte sbagliate nel merito e nella tempistica». Occorre per Scalfari «anticipare con decorrenza immediata le operazioni collocate nel 2012 e nel 2013. Anticiparle per un ammontare di almeno 10 miliardi puntando soprattutto sul taglio di spese e non su inasprimenti fiscali. Insomma elevare la manovra per il 2011 dagli attuali due miliardi a dodici».

“Tregua sui mercati, manovra lampo” sintetizza in prima il CORRIERE DELLA SERA. Commento di Massimo Franco: “Una fiaccola nel buio”. Scrive il notista politico: “Ma viene da chiedersi perché sia stato necessario guardare in faccia il baratro finanziario prima di agire in modo adeguato. In poche ore, lunedì sono stati bruciati quasi venti miliardi di euro. Il risultato è stato quello di mostrare un governo incapace di «leggere» la sfida aggressiva dei mercati e le sue distorsioni destabilizzanti; e una classe politica costretta, per assenza di strategia, a subire l’iniziativa altrui. La mossa della Merkel si è rivelata una sorta di commissariamento politico da parte del principale Paese dell’euro: un richiamo a quel «vincolo esterno» che obbliga l’Italia alla serietà, e in certi casi le permette di salvarsi da se stessa. Come minimo, è servita a dissolvere le polemiche lunari fra il centrodestra e il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Pesa, tuttavia, l’immagine di una maggioranza che nel momento più delicato è apparsa silente, quasi assente”. Nelle prime pagine il racconto della svolta e dell’accelerazione sulla manovra, le parole di Berlusconi, l’apprezzamento di Napolitano. Enrico Marro e Mario Sensini sintetizzano a pagina 5: “Privatizzazioni e professioni, si cambia”, e scrivono: “Approvazione lampo, manovra più pesante, una legge costituzionale per imporre il pareggio di bilancio. Sono le tre mosse del governo per fermare la speculazione lanciata sui titoli del debito pubblico italiano. Il decreto legge da 50 miliardi di correzione dei conti pubblici nel quadriennio 2011-2014 sarà approvato domani al Senato e dopodomani o al massimo sabato mattina, definitivamente, dalla Camera. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, potrebbe così andare venerdì a Bruxelles per la riunione straordinaria del consiglio europeo con la manovra in tasca. E i mercati riapriranno lunedì senza più incognite sull’approvazione del decreto legge. La forte accelerazione, che consentirà di ridurre l’iter parlamentare di almeno una decina di giorni rispetto al previsto, è possibile grazie all’accordo trovato ieri fra il governo e l’opposizione. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha infatti accolto alcune delle richieste di modifica del centrosinistra che, del resto, erano state avanzate anche dalla maggioranza. In cambio il Pd, l’Udc e l’Idv non si opporranno ai nuovi tempi strettissimi di approvazione del decreto, anche se, ovviamente, non daranno un voto favorevole, come ha chiarito la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro, tanto più che il governo dovrebbe chiedere il voto di fiducia”.

IL SOLE 24 ORE dà amplissimo spazio alla vicenda dei mercati, con il titolo di apertura “Tregua sui BTp,la Borsa recupera”, editoriali, analisi e approfondimenti. Roberto Perotti e Luigi Zingales compilano un “decalogo draconiano”,  “Ecco come arrivare subito al pareggio”. Tra le misure suggerite dai due economisti una che farà discutere, il punto 2: «Esproprio della moderna manomorta: per 50 miliardi con un risparmio di circa 2 miliardi di interessi l’anno. Quando volle rilanciare l’economia del Piemonte Cavour espropriò la manomorta ecclesiastica: non solo per questioni di bilancio, ma perché le proprietà della chiesa venivano gestite male e frenavano la crescita economica. Le fondazioni bancarie sono la manomorta dei nostri tempi. È una proprietà dei contribuenti che fu appropriata dai politici con la legge Amato, e che oggi è fonte di prebende e di influenza politica sotto il mantello della funzione sociale. Riappropriarsi di quei patrimoni rivendendoli per diminuire il debito pubblico non aiuterebbe solo il bilancio dello Stato, ma libererebbe la vita economica dell’intermediazione politica». Le altre: 1 Privatizzazioni per almeno 140 miliardi con un risparmio di circa 5 miliardi di interessi l’anno.3 Privatizzazioni delle municipalizzate per 30 miliardi con un risparmio di circa 1 miliardo di interessi l’anno. 4 Riduzione dei costi della politica: circa 8 miliardi.  5 Taglio di sussidi e agevolazioni alle imprese: 5 miliardi. 7 Taglio delle pensioni inique e altri interventi sulle pensioni: 6 miliardi. 8 Taglio degli stipendi pubblici più alti: 5 miliardi. 9 Aumento delle rette universitarie: 3 miliardi. 10 Addizionale Irpef».

ITALIA OGGI dedica ovviamente l’apertura di giornale, e la pagina di apertura della sezione Diritto & Fisco dedicata alla manovra correttiva. “Un taglio alle agevolazioni fiscali. Sforbiciata del 15% sulle 476 voci attualmente vigenti” titola il quotidiano, mentre uno schema di sintesi mette in evidenza i cinque fronti principali coinvolti dalla manovra dal punto di vista del fisco, e illustrati tra i “provvedimenti dell’ultima ora” dal relatore Gilberto Pichetto Fratin (Pdl). E sono: Anticipo della clausola di salvaguardia sul taglio lineare del 15% delle agevolazioni fiscali: si stabilisce che se non si esercita la delega fiscale entro il 2012, scatta la clausola di salvaguardia che prevede un taglio delle agevolazioni fiscali; patrimoniale sui Bot: probabili esenzioni per la fascia più bassa (pacchetti sotto i 50mila euro), imposta a 120 euro per il 2011-2012 e poi aumenti progressivi dal 2013 in poi; rivalutazione pensioni: stop alla rivalutazione agli assegni tra 3 e 5 volte il minimo Inps.  Attualmente la norma prevede per il 2012-2013 una rivalutazione del 100% degli assegni fino a 3 volte il minimo Inps (1.428 euro); da 3 a 5 volte il trattamento minimo un’indicizzazione del 45% (da 1.428 a 2.380 euro), la parte eccedente nessuna rivalutazione; patto di stabilità: potrebbero esserci modifiche al patto attualmente in vigore per i Comuni; è invece in fase di riformulazione il provvedimento che riguarda gli ammortamenti sulle concessioni.

IL GIORNALE è tutto concentrato sulla politica e sulla crisi dei mercati finanziari. Il quotidiano è rassicurante mettendo in evidenza passi della nota di Palazzo Chigi dove si dice che “la crisi dei mercati è europea, che in Italia le banche sono solide e la riparo dai colpi subiti da grandi gruppi esteri”. Il GIORNALE pubblica i risultati  dell’indagine Intesasanpaolo-Luigi Einaudi da cui emerge che «i risparmi degli italiani sono i più alti al mondo, pari a 2.570miliardi, ovvero 180% del Pil». «Meglio di noi – nota il quotidiano – fanno Gran Bretagna e Usa. Il contraltare è però la svalutazione: solo nel 20911 si sono persi 18miliardi». Spiega Gregorio De Felice, chief economist di IntesaSanpaolo che sarebbe la perdita se al 1° gennaio gli italiani ritirassero tutte le loro obbligazioni.  Nel 2010 il 52,8% delle famiglie non è stato in grado di risparmiare nulla, nel mezzogiorno il dato sale al 67,6%». Infine l’allarme: «non siamo più un popolo di formiche, è un campanello d’allarme legato a una crescita produttiva bassa, cui si legano dinamiche salariali altrettanto basse».

“I responsabili” titola in apertura IL MANIFESTO sopra la foto in cui si vedono Pierferdinando Casini e Pierluigi Bersani, “Via libera a tempo di record, venerdì la manovra sarà legge. Bilancio blindato per tre anni, ma Tremonti svela il bluff: più tasse per 15 miliardi. Pd e Udc si arrendono per «salvare il Paese», diranno no ma senza ostruzionismo. Sinistre e Idv: «Subito al voto, niente governi tecnici»” riassume il sommario che rinvia alle pagine dalla 2 alla 4 dedicate alla manovra che a pagina 2 apre con il titolo “Ecco l’aumento delle tasse” «Tremonti svela il bluff della delega fiscale: subito 15 miliardi di tagli alle detrazioni Irpef. La manovra massacra scuola, sanità e regioni» si legge nel sommario all’articolo che inizia: «Un Romano Prodi redivivo detta la linea: “Governo, opposizione e Bankitalia insieme per l’emergenza”. Peccato che i tempi sono cambiati e non esistono più nessuno dei tre. Nel Palazzo, la reazione al “terrorismo finanziario” è identica a quello di piombo di trent’anni fa: con l’emergenza si sta tutti insieme. A prescindere dai contenuti. Che in questo caso sono più tasse per chi già le paga e meno servizi per tutti (…)». Nella fascia alta della pagina si sintetizza un “Chi paga – Professori e ricercatori perderanno 8mila euro. Niente fondi per il Sud e super-bolli in banca”. A più di pagina “il caso”: “È proprio crisi: crolla l’indice del cocomero”, in pratica i greci stanno svendendo le loro angurie e quelle italiane marciscono nei campi. Le ricadute politiche sono analizzate nell’editoriale in prima di Daniela Preziosi “Sogno d’estate – «Ora un governo del presidente». Se il premier va via”. 

AVVENIRE apre con il titolo  “C’è la manovra. E pure la politica” e nel sottotitolo ribadisce «Accordo bipartisan, venerdì il voto finale. Sui mercati cala la tensione». Nel Primo Piano, da pagina 6 a pagina 10, il quotidiano cattolico spiega come è stato accolto l’appello alla coesione nazionale, con le opposizioni che rinunciano all’ostruzionismo ma offrono una “tregua a tempo”. Berlusconi rassicura sulla tenuta del sistema e Napolitano esprime “vivo apprezzamento” per il via libera al Senato previsto entro domani. Tremonti tratta sulle modifiche per pensioni (scatta dal 2012 l’aumento dell’età: un mese in più all’anno) e titoli. Il commento nell’Altro Editoriale del direttore Marco Tarquinio intitolato “Due belle risposte”: «Nella settimana più “calda” del 2011 il Parlamento ha trovato, con encomiabile lucidità, la freddezza necessaria per compiere scelte e inviare segnali al Paese di grande rilevanza. Puntuale ed efficace è la decisione bipartisan di procedere all’esame e al voto sulla manovra economica per il prossimo triennio in soli tre giorni di lavori tra Senato e Camera e di rispondere così, responsabilmente, alla sfida dei “poteri irresponsabili” che stanno tentando di azzannare e trascinare l’Italia nel gorgo delle economie a rischio default. A lungo atteso e ben modulato è il testo di legge sul “fine vita” che la Camera ha perfezionato e approvato ieri sera con un’ampia e trasversale maggioranza… Si tratta di due  risposte preziose, che meritano di essere lette e comprese in tutto il loro valore». «La manovra italiana? Temo che le misure di austerità siano attualmente inutili e che riducano il potenziale di crescita della zona euro. Così aumenterà il rapporto debito-Pil. La paralisi decisionale Ue alimenta chi specula. Nemmeno la Germania al momento può dirsi al riparo». Così l’economista francese Fitoussi in una intervista esclusiva a pagina 10 in cui prevede che “Tutti i Paesi europei finiranno sotto tiro”.

“Manovra, sì entro venerdì”. Il parlamento approverà la manovra in tempi record e con l’intesa fra maggioranza e opposizione, scrive in prima pagina LA STAMPA. Il sì definitivo potrebbe esserci già venerdì. Fra le novità, scrive LA STAMPA a pagina 3,  c’è il rafforzamento delle misure antideficit, una nuova norma per allungare l’età della pensione di un mese già nel 2012, e rispunta la liberalizzazione delle professioni (su richiesta del Pd), e un intervento sulle privatizzazioni che Tremonti sta mettendo a punto. Il braccio teso dell’opposizione ha facilitato il compito del governo, si legge in un pezzo a pagina 2, anche se “Il bisogno di coesione mette in crisi l’opposizione”, titola pagina 5, costringendola a non ostacolare una manovra «iniqua».

E inoltre sui giornali di oggi:

BIOTESTAMENTO
LA STAMPA – “Biotestamento, via libera dalla camera”. La Camera con 278 sì, 205 no e 7 astenuti ha approvato il decreto sul biotestamento. LA STAMPA riporta la notizia in prima pagina affiancata da un editoriale di Umberto Veronesi (“Così si apre la strada a tante cause legali”). Cuore del nuovo testo è l’articolo 3, che definisce le modalità delle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat). Gli «orientamenti» si potranno esprimere saranno solo sui trattamenti (“terapeutici” e non più “sanitari”) da attivare, non su quelli cui non ci si vuole sottoporre. Nelle proprie Dat, manoscritte o dattiloscritte ma comunque con firma autografa, valide per 5 anni e rinnovabili, non si possono rifiutare alimentazione e idratazione artificiali. Potranno essere sospesi solo – ed è una novità rispetto al testo che licenziò il Senato nel 2009 – in caso di malati terminali se idratazione e alimentazione non sono più efficaci a mantenere «le funzioni fisiologiche del corpo». Contro la legge si sono espressi Pd, Idv e Fli. Il senatore Ignazio Marino ha annunciato la raccolta firme per un referendum abrogativo.

LA REPUBBLICA – La legge è stata approvata alla Camera. Vietata l’eutanasia e non si potranno anticipare dichiarazioni di sospensione di nutrizione e alimentazione. Il testo andrà ora al Senato per il secondo via libera e sarà istituita la Dat, Dichiarazione anticipata di trattamento, da presentare al medico generico, indicando le terapie che desidera siano somministrate nei giorni in cui non potrà più comunicare. La Dat ha validità 5 anni e non è vincolante per il medico curante. “Si sono vendicati di Eluana il nostro inferno ora si ripeterà” è il titolo eloquente di una intervista a Beppino Englaro: la legge è «irrispettosa, un insulto al buon senso dei cittadini e soprattutto è incostituzionale: né un medico né uno Stato può disporre della mia salute».

IL MANIFESTO – “Biotestamento, sì con polemiche” titola l’ampio richiamo in prima pagina sull’approvazione alla Camera del ddl sul fine vita con la foto di Beppino Englaro che a pagina 7, interamente dedicata all’argomento, è il protagonista dell’intervista dal titolo “«L’aria è cambiata: questo testo sarà smontato da mille casi Eluana»”. Englaro afferma: «Sappiano i signori che ci governano, che loro possono fare ciò che vogliono. Ma i cittadini si ribelleranno e si rivolgeranno alla magistratura, mille volte più di prima. Oggi la votino pure, questa legge che toglie i diritti fondamentali, ma sappiano che la popolazione – come dicono tutti i sondaggi – non è dalla loro parte. Il clima è cambiato. Non c’è più solo un Beppino Englaro. Come ebbe a dire Pulitzer più di un secolo fa, un’opinione pubblica ben informata è una Corte Suprema per il parlamento». Il titolo di apertura è quanto mai critico: “Una Camera di zombie: ok alla «legge schifezza»”.

AVVENIRE –  “Dat, disco verde alla Camera titola in prima AVVENIRE  in taglio medio sottolineando il «sì» trasversale che ha potuto contare su una cinquantina di voti anche dell’opposizione, Pd in testa. Confermato l’impianto: né eutanasia né accanimento. Alimentazione e idratazione escluse dalle “dichiarazioni”. Ma c’è già la minaccia del referendum. I particolari alle pagine 4 e 5.

ASSOCIAZIONI
LA STAMPA – “Le promesse di miracoli non hanno prodotto nulla”. LA STAMPA anticipa un appello comune per una radicale trasformazione della politica di sette associazioni del mondo del lavoro di ispirazione cristiana, che sarà presentato il 19 luglio. L’iniziativa ha messo insieme Cisl, Coldiretti, Acli, Confartigianato, Confcooperative, Acli, Movimento Cristiano Lavoratori e Compagnia delle opere ed è frutto, scrive LA STAMPA, di un «malessere diffuso nei confronti della politica italiana e una voglia di cambiamento che attraversa il mondo cattolico». Nell’appello si chiede una «nuova stagione «di riforme istituzionali, economiche e sociali; la riduzione delle rendite di posizione, dell’evasione fiscale, dei costi della politica e delle «forme parassitarie e assistenziali» che caratterizzano ambiti delle amministrazioni pubbliche. Una proposta concreta riguarda la riforma della legge elettorale, che oggi impedisce ai cittadini di scegliere i propri rappresentati. Le associazioni cattoliche denunciano il sistema «oligarchico» in vigore, e chiedono una nuova legge su base proporzionale, con uno sbarramento idoneo a limitare l’ingresso in parlamento solo ai partiti politici che abbiano ricevuto un consenso adeguato, e che preveda il vincolo alla sfiducia costruttiva nel caso di richiesta di dimissioni del governo». 

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