Politica

Manovra, l’ora dei “saldi”

Ultime manovre per far tornare i conti, manette agli evasori

di Franco Bomprezzi

E’ stata la settimana delle misure economiche e fiscali annunciate, revocate, modificate. Ora almeno ci sono gli emendamenti firmati dal ministro Tremonti a mettere un punto (quasi) fermo alla vicenda politica che si concluderà con il dibattito e con il voto del Parlamento, anche se non è azzardato prevedere, alla fine del tormentato iter, l’ennesimo ricorso al voto di fiducia. Intanto i giornali in edicola dedicano pagine su pagine alla manovra, cercando di rimanere seri nel raccontare le novità, ancorandole all’ipotesi di una vera e propria lotta all’evasione fiscale. Vediamo.

“Conti correnti nelle denunce dei redditi”: sceglie questo titolo ad effetto il CORRIERE DELLA SERA per cercare di cogliere il punto di sostanziale novità nella giornata di ieri, ma non può fare a meno, nel sommario, di riferire un altro momento di difficoltà del premier: “Il capo del governo: opposizione criminale e anti-italiana, aizza la speculazione”. Servizi nelle prime dieci pagine del quotidiano di via Solferino: la manovra di fatto sta monopolizzando l’informazione principale dei giornali italiani, e d’altronde non potrebbe essere diversamente. Massimo Franco firma l’editoriale “Credibilità cercasi”. Scrive il notista politico: “È assai poco berlusconiano l’emendamento col quale ieri, per la terza volta in due settimane, il governo ritiene di avere trovato un compromesso sulla manovra finanziaria. Delineare un orizzonte di giri di vite fiscali, manette per i «grandi evasori», pubblicazione dei redditi da parte dei Comuni, rappresenta un rovesciamento della filosofia di Silvio Berlusconi. Si tratta di misure che appena tre anni fa venivano rimproverate ad una sinistra accusata di vampirismo tributario. Oggi Lega e Pdl sono costretti a farle proprie: al punto che non ci si può non chiedere se siamo davvero di fronte alla versione definitiva”. A pagina 2 Mario Sensini riassume le “novità” dell’emendamento di Tremonti: “Sparito il contributo sull’Irpef e rimessa in un cassetto l’idea di intervenire sulle pensioni, vietando il riscatto degli anni passati nel servizio di leva e quelli necessari per la laurea, nella manovra entra una buona dose di nuove misure fiscali. Una nuova stretta sull’elusione e l’evasione fiscale, quando in molti erano pronti a scommettere su un nuovo condono: l’aumento delle imposte sulle cooperative e le società di comodo, sottoposte a maggiori controlli e soprattutto ad una valutazione discrezionale della reale attività da parte del fisco, il carcere per i grandi evasori fiscali (non ci sarà più la sospensione condizionale della pena), la pubblicazione online dei redditi dei cittadini da parte dei Comuni, un loro maggior coinvolgimento nella lotta all’evasione, l’obbligo di dichiarare insieme ai redditi i riferimenti dei conti correnti bancari e degli altri rapporti intrattenuti con gli operatori finanziari”. L’intera pagina 3 entra nel dettaglio. Scegliamo qualche dettaglio, fra quelli raccontati da Antonella Baccaro: “Cooperative nel mirino. Porterà circa 170 milioni di euro in un triennio la stretta sulle cooperative e i consorzi: in pratica gli utili netti annuali saranno più tassati. In particolare è previsto che il loro peso nella formazione della base imponibile passerà dal 55% al 65% per le società cooperative di consumo e loro consorzi e dal 30% al 40% per le altre cooperative e loro consorzi. In termini finanziari è previsto un maggior gettito di 46,2 milioni di euro nel 2012, di 61,7 sia nel 2013 che nel 2014”. E poi: “Conti correnti. Al Fisco non sfuggiranno più i rapporti intrattenuti dal contribuente con qualsiasi operatore finanziario. Una norma della manovra prevede che nella dichiarazione dei redditi vengano indicati gli estremi identificativi di tutti i rapporti in corso con banche, poste, intermediari, imprese di investimento, società di gestione del risparmio. Il nuovo obbligo, che determinerà la possibilità di elaborare liste selettive di contribuenti da sottoporre a controllo, nonché i nuovi vincoli imposti per il patteggiamento, produrranno nel 2012 un maggior gettito di 250 milioni di euro”. Seguono paginate di approfondimenti, che sembrano dunque dare credito alle misure annunciate dal Governo, ancor prima della loro definitiva approvazione. I titoli, infatti, sono fortemente evocativi: “Parte la caccia ai furbi. L’attacco in cinque mosse”, “Il fisco in banca. Conti correnti nel 730”… Le perplessità sulla tenuta della manovra sono relegate a pagina 10: “Enti locali contro la manovra «Emendamenti inaccettabili»” dove Alessandro Capponi parla di un “Alemanno di governo ma molto più di lotta”, e più avanti scrive: “Una bocciatura su tutta la linea arriva al governo anche da Confindustria: «A quasi un mese di distanza dal monito della Bce la manovra che si sta faticosamente profilando appare debole e inadeguata. Mancano le misure strutturali. È squilibrata sulle entrate e non contiene misure adeguate per la crescita. Rinvia i tagli ai costi della politica, ma si tratta di tagli non rinviabili. Per coniugare il rigore dei conti e l’indispensabile crescita sono necessari interventi sul sistema pensionistico che ci portino a un livello di vita lavorativa in linea con i Paesi europei più avanzati; provvedimenti che riducano le tasse su chi produce, lavoratori e imprese, spostando il carico su tutto il resto, nulla escluso; privatizzazioni a partire dalle società di servizi pubblici locali per liberarle dall’ingerenza politica e recuperare efficienza»”. 

“Manovra, i redditi su internet”, è l’apertura di LA REPUBBLICA, che poi la dettaglia con due pagine all’interno. L’emendamento presentato ieri dal ministro Tremonti e dal relatore al Senato, Antonio Azzollini prevede il carcere per chi evade oltre tre milioni di euro, che non avrà più la possibilità di beneficiare della sospensione della pena, prevista dall’attuale normativa e la possibilità (ma all’interno, nell’articolo di Valentina Conte spunta un «dovranno») per i Comuni di pubblicare on line dei redditi di «categorie di contribuenti o di redditi», nonché l’obbligo di istituire entro fine anno il Consiglio tributario, pena la perdita della Robin Tax, ora destinata integralmente agli enti locali, e della possibilità di trattenere il 100% di quanto recuperato con l’evasione. «Una follia», la definisce Graziano Delrio, vicepresidente dell’Anci. «Noi dobbiamo dare servizi, non fare i delatori». Delrio fa anche i conti: dalla Robin Tax, tutti i Comuni guadagneranno complessivamente, nel 2012, 500 milioni di euro: «ridicolo». In più Tremonti ha anticipato che nelle dichiarazioni dei redditi entreranno i nomi  delle banche con le quali si hanno rapporti finanziari e che «l’Agenzia delle Entrate può procedere, sulla base di questi dati, alla elaborazione di specifiche liste selettive di contribuenti da sottoporre  a controllo». Il “pacchetto fiscale”, cuore della versione 3.0 della Manovra, vale circa 3,8 miliardi di euro, quanto la tassa di solidarietà cancellata. Francesco Pizzetti era garante per la privacy nel 2008, quando per poche ore sotto il ministro Visco furono pubblicate le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti: allora lui bloccò la faccenda, perché le dichiarazioni erano state liberate sul web senza protezioni, modificabili da tutti. Oggi mette alcuni paletti, sperando che questa volta dalle Entrate consultino il Garante per la Privacy prima di procedere: «no alla pubblicazione delle esenzioni per spese sanitarie o a chi viene devoluto l’8 per mille» e se l’obiettivo è “controllare” le informazioni, queste «non potranno essere modificate».

 “Evasori in cella, redditi sul web: ci siamo”. Questo è il titolo dell’editoriale de IL GIORNALE che Vittorio Feltri dedica al tema del giorno, il giro di vite del governo contro gli evasori. Un provvedimento, quello di assegnare ai Comuni la facoltà di eseguire i controlli fiscali e comunicare gli esiti, che l’ex direttore giudica “da applaudire”. E sulla privacy, la principale obiezione alle misure, Feltri la smonta così: “Invocare la privacy sulle imposte è pura ipocrisia in un paese in cui la stessa privacy è violata perfino nei confronti del premier quando è impegnato in una conversazione privata”. Riferimento non proprio velato all’affaire Tarantini riscoppiato proprio giovedì. E poi ricorda il giornalista “non c’è niente di più pubblico delle tasse”. Sempre sullo stesso tema il quotidiano si domanda “In galera gli evasori?”, e in un pezzo ripercorre gli insuccessi delle varie leggi anti-evasori, esordendo così: “Di manette, in effetti si sente il bisogno, soprattutto perché ci sono già da trent’anni”. Ci sono ma raramente scattano. Una serie di fallimenti per cui si trova un parziale colpevole. “Resta sempre l’ostacolo dei tribunali lumaca: la prescrizione per l’evasore italiano è un possibilità tutt’altro che remota”. Tribunali ma anche un sistema tributario complicato dove “con le sue norme intricate è spesso soggetto a diverse interpretazioni”. Non solo evasione però, una pagina a testa sono infatti dedicate alla spiegazione breve di tutti i provvedimenti contenuti. e ai risvolti politici della manovra. “E il day after ricompatta la maggioranza”, un titolo chiaro che spiega come per volontà di tutti grazie alle mediazioni interne si siano appianati molti contrasti nella maggioranza. Qualche mugugno c’è, come quello degli amministratori locali “I nuovi testi presentati sono assolutamente non soddisfacenti” dice il sindaco di Roma Alemanno. Più duro il governatore della Lombardia Formigoni “Con la manovra economica il federalismo fiscale è seppellito definitivamente. Oggi le regioni hanno meno autonomia di ieri”. In conclusione con un articolo di taglio medio il giornale torna su un tema già trattato ieri. I prezzi e l’euro. “L’euro non è stato così un salasso” si dice riportando i dati di una ricerca di Altroconsumo. “In alcuni settori i rincari non sono stati frutti di speculazioni ma hanno viaggiato di pari passo con l’inflazione”. Tranne nel settore alimentare dove la speculazione “ha fatto diventare permanenti gli effetti della crisi del 2007-2008 periodo in cui si scaricarono su generi elementari ed energia i rincari improvvisi cu cereali e petrolio”. Forse allora non è solo colpa della moneta unica.

Un carro funebre trainato da cavalli è l’immagine scelta dal MANIFESTO per lanciare in prima pagina il tema della manovra che anche oggi è l’argomento di apertura con il titolo “La marcia della manovra”, mentre il sommario che rinvia alle quattro pagine dedicate (dalla 2 alla 5) riassume: “Tremonti sventola le manette (virtuali) agli evasori mentre quelle vere scattano per il faccendiere Tarantini. Il governo presenta la manovra, comuni e regioni non ci stanno. Lo sciopero del 6 riscatta la protesta del paese». Norma Rangeri firma l’editoriale: “L’osceno contesto”. Si tratta dell’arresto dei coniugi Tarantini: «(…) Il provvedimento giudiziario offre l’osceno contesto in cui atterra il testo della manovra economica del governo, un puzzle sconnesso costruito nella farsesca girandola di provvedimenti presentati e ritirati. Non c’è dubbio, siamo “un paese di m…”, come dice in una delle intercettazioni telefoniche il presidente del consiglio, a proposito delle note vicende personali. Un paese, ne converrà anche lui, costruito a sua immagine (…)» e continua «I cittadini pagheranno di più beni e servizi, la scuola e i trasporti e nulla che faccia intravedere nemmeno l’ombra di investimenti e misure per alleviare lo stato comatoso della nostra economia. (…) In queste condizioni, di fronte allo spettacolo che ci viene offerto dal Palazzo, lo sciopero generale della Cgil offre alla rabbia sociale uno sbocco ancora organizzato (…)». Ad aprire pagina 2 è l’articolo “Spaventapasseri contro l’evasione” in cui si parla di Tremonti che “torna e mette «ordine» nel decreto. Il fisco avrà qualche strumento in più e farà conto sulle denunce tra vicini di casa. Ma il saldo (45,5 miliardi) è irraggiungibile e diventa certa una terza finanziaria in autunno. Un solo «nemico» vero: il lavoro, il suo salario, i suoi diritti”. Si spiega nell’articolo «Ricompare il mago dei conti – o della “finanza creativa” – e il polverone di proposte bislacche su come trovare le coperture sembra diradarsi. Ma è un’impressione dovuta alla retorica, poco altro. (…) Ammesso e non concesso che le nuove norme contro l’evasione fiscale siano “veramente efficaci”, il loro gettito reale potrà essere stabilito solo dopo l’applicazione, mai prima (…)». Si sottolinea anche che: «In ogni caso, si tratta di un insieme di misure che possono contribuire a far sentire gli evasori meno certi dell’impunità (…)» Si arriva così alla manovra d’autunno «certa come la pioggia, qualsiasi sia il governo che dovrà farla».

Aumenta ogni giorno la foliazione de IL SOLE 24 ORE dedicata alla manovra. Oggi raggiungiamo quota 15, più, ovviamente: titolo di apertura in prima “Contro gli evasori faro sui conti correnti”, fondo di Alessandro Leipold su due (solo?) errori commessi in un decreto realizzato sotto stress, commenti di Enrico De Mita  sull’inasprimento delle sanzioni penali in materia tributaria e Salvatore Padula sulla lotta all’evasione. Sullo sfondo, invece, l’intervista di Beda Romano a Claude Trichet, per otto anni alla guida delle Banca centrale europea: «L’economia italiana ha un potenziale straordinario tenuto conto della qualità delle sue risorse umane e della sua cultura d’impresa. Eppure la crescita economica è stata deludente. Per questa ragione credo che riforme strutturali siano necessarie per aumentare il potenziale di crescita di un’economia ingessata da troppi ostacoli che le impediscono di esprimersi al meglio». Da segnalare la posizione dell’editore de IL SOLE sulla manovra, Confindustria, a pagina 4: «Manovra debole e inadeguata. Alcune componenti non sono valutabili e non c’è la certezza sui saldi. La manovra è squilibrata sulle entrate e non contiene le adeguate misure per la crescita, rinvia sine die i tagli ai costi della politica e degli apparati amministrativi». Parole di Emma Marcegaglia che si commentano da sole. Mentre sul versante coop arriva l’ennesima conferma: aumenta la base imponibile dell’utile nelle società mutualistiche del 10%, lo scrive Gian Paolo Tosoni in due tempi a pagina 11, fornendo il dettaglio tecnico sull’emendamento. 

Mega apertura in prima di ITALIAOGGI “Tremonti fa il SuperVisco” e poi una serie di articoli negativi nei confronti della politica dell’evasione fiscale. Inizia Sergio Luciano, “Meglio la tracciabilità che l’invidia popolare” «che è invasiva ma anche neutra ed efficace». No anche da parte di Confindustria le cui motivazioni sono riportate a pag 5 nel pezzo “Confindustria critica, nessuna misura strutturale”. Sempre a pag 5, il quotidiano del professionisti ricorda come nel 2008, fu proprio Berlusconi a vietare la pubblicazione su internet delle dichiarazioni fiscali voluta da Visco. Il pezzo “Redditi on line, il Cav li vietò”, ricorda anche che ci fu la bocciatura del garante della privacy”. A  pag 8, secondo il pezzo “Dichiarazione dei redditi on line”,  ci sarà una ricompensa per i sindaci-sceriffi che smaschereranno gli evasori fiscali. Ai sindaci sceriffi andrà infatti il 100% delle somme riscosse ancorché a titolo non definitivo a condizione che i comuni adottino il consiglio tributario entro il prossimo 31 dicembre.  «Le proposte di questi giorni» scrive invece Marco Bertoncini nel pezzo “Il fisco sposa l’invidia sociale” «sono tutte all’insegna dell’invidia sociale. La delazione fiscale trova una molla inarrestabile nel desiderio di fregare il vicino di casa con un Suv, il capufficio con l’amante, l’imprenditore perché padrone». Morale della favola: la gente evade «perché il carico fiscale è eccessivo, perché le norme tributarie sono troppe, scritte male e ingestibili».
 
«Evasione, il governo ci prova» è il titolo di apertura della prima pagina di AVVENIRE. Ai provvedimenti vengono dedicate la pagine del «primo piano» del quotidiano. Sul provvedimento che prevede il carcere «per chi evade 3 milioni» viene intervistato il tributarista Raffaello Lupi: «Criminalizzare di meno e puntare sulla qualità dei controlli», dice il professore. «Bisogna demitizzare la questione, non ci sono untori ai quali dare la caccia, lì in manette ci va soprattutto chi cerca di fare il furbo quando ti fanno un controllo. Perché sanno che lo stato ha bisogno di soldi, non dello scalpo di un imprenditore che magari lascia senza lavoro 2-300 persone». Mentre un box racconta «come i reati tributati sono puniti nel mondo», fino agli eccessi cinesi, per cui «fino a febbraio a Pechino era prevista la pena di morte. Sull’argomento evasione viene ascoltato anche Renzo Arbore: «Il carcere? Troppo, francamente troppo». Ma la vera sfida è un’altra:  “È un problema di mentalità, abbiamo coltivato l’idea che frodare, arraffare, a destra come a sinistra, fosse normale. Ma mi creda, la battaglia si può ancora vincere. E Internet può avere un ruolo provvidenziale per aprire una nuova stagione. Vedo in giro meno fiducia nell’ideologia dei consumi. Vedo un nuovo fermento giovanile: forse è la crisi, ma credo che un grande contributo sia venuto dall’insegnamento della Chiesa e del Papa. Sono queste le cose che mi rendono fiducioso». Sugli altri aspetti del decreto ci si sofferma a pagina 7: «Enti locali in rivolta o si cambia o è guerra». Nel sommario: «Mezzo Governo contro Tremonti: con questi tagli ai ministeri chiudiamo».

Più che sulla stretta fiscale, LA STAMPA punta sulle dichiarazioni di Berlusconi per il titolo d’apertura: “Il premier: opposizione criminale. Alimenta le speculazioni contro l’Italia”. A quella che viene ormai definita la “caccia alle risorse” sono dedicate le pp. 4-5, dove viene data una sintesi delle misure messe in campo per stringere all’angolo gli evasori (e i nuovi compiti che, a questo fine, toccano a banche, comuni, Agenzia delle Entrate). Messa in evidenza la “stretta sulle coop: sale dal 30 al 40% la quota degli utili realizzati dalle imprese cooperative, che sarà sottoposta a tassazione”.  Di contro, scavando nel provvedimento, La Stampa evidenzia come per le imprese sia comunque previsto “un minicondono e lo sconto”. “È ben nascosto: poche righe nell’articolo 23 della manovra correttiva di luglio. La portata è ampia: un mini condono per alcune categorie di evasori  e un maxisconto sul futuro per altri grandi contribuenti”. Una sorta di sanatoria, che prevede “la ritenuta al 6% invece del 12,5% sugli interessi corrisposti a soggetti esteri a fronte dell’emissione di prestiti obbligazionari”, e  “chi paga entro novembre potrà evitare multe salate”. Sulla misura più dura contenuta nella proposta, il carcere per evasori sopra i 3 milioni di euro, interviene il corrispondente da New York Maurizio Molinari raccontando, dal caso Al Capone all’anonimo dentista incarcerato per un anno, come al di là dell’Atlantico per gli evasori da sempre le manette sono la normalità.

E inoltre sui giornali di oggi:

TBC
CORRIERE DELLA SERA – A pagina 29, bella e lunga intervista a Giulia Bongiorno, testimone diretta del caso del Policlinico Gemelli, dove un’infermiera infetta dalla tubercolosi ha contagiato alcuni bimbi del nido dell’ospedale. Ian, il bimbo dell’avvocato e parlamentare, sta bene, ma Goffredo Buccini raccoglie tutti i dubbi e le critiche, soprattutto per quanto riguarda il palese tentativo di minimizzare la gravità della situazione. Adesso la Bongiorno di fatto tutela i genitori dei bimbi coinvolti nella vicenda.

POLITICA
LA REPUBBLICA – Profumo pronto a scendere in campo. L’Ex numero uno di Unicredit lo ha annunciato alla festa nazionale dell’Api di Casini: «Se c’è bisogno di dare un contributo, non mi tiro indietro». L’accoglienza di Casini è stata caldissima: «Hai un sacco di soldi, hai lavorato bene e sei una fra le persone più intelligenti del Paese. Ti vedrei benissimo come un ottimo ministro dell’Economia».   

LIBIA
IL MANIFESTO – Richiamo con foto sulla conferenza di Parigi “Così gli «amici» si spartiscono la «nuova Libia»”, due le pagine dedicate (la 7e la 8) con il richiamo che sottolinea: “Sarkozy e Cameron mattatori del meeting internazionale. Nessun imbarazzo per la lettera in cui il Cnt garantisce alla Francia il 35% del petrolio libico”. Esplicito il titolo che apre le due pagine interne: “Parigi guida l’arraffa – arraffa”. Due pagine in cui si fa il punto da una parte sulla situazione libica e dall’altra si apre lo sguardo al resto del Medio Oriente con un articolo sulla Siria “Il morso delle sanzioni” in cui si sottolinea: «Colpito per la prima volta il petrolio siriano che non è tantissimo ma costituisce i due terzi delle entrate nel bilancio dello stato. E a rimetterci anche in questo caso è l’Italia”; di spalla a pagina 8 il punto è sullo Stato di Palestina che va verso la proclamazione “Nervi tesi. Così Israele si prepara «al peggio»”.

COOP
ITALIA OGGI – Secondo il pezzo “Aumentano le tasse per le coop”,gli emendamenti del governo al dl 138/2011 porteranno ad un amento fiscale per la generalità delle cooperative. «Il tutto attraverso l’innalzamento elle quote di utili da assoggettate a tassazione, che passano dal 30% al 40% per le cooperative a mutualità prevalente e dal 55% al 65% per quelle di consumo. Si salvano le cooperative agricole e sociali. 

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