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Manovra, irrompono i terremotati

Le manganellate a Roma in una giornata politica convulsa

di Franco Bomprezzi

Le notizie sulla manovra economica, fra modifiche e ripensamenti, si caricano della drammatica tensione provocata dalla manifestazione a Roma di cinquemila terremotati abruzzesi guidati dal sindaco dell’Aquila. Un corteo non autorizzato che ha portato la polizia a intervenire a colpi di manganello.

«Cifre della manovra intoccabili», la nota di Berlusconi e Tremonti dà il titolo di apertura al CORRIERE DELLA SERA di oggi. Annunciata anche la fiducia sul testo della manovra sia al Senato, che alla Camera, trattandosi «di un provvedimento fondamentale per la stabilità finanziaria del Paese». Fra le novità dell’ultima ora l’istituzione di un fondo di 160 milioni (80 per il 2011 e 80 per il 2012) per forze armate e polizia. Stangata sulle assicurazioni con l’aumento dell’Ires. Tredicesime salve. All’interno da leggere a pag. 7 “Il paradosso del comune di Seriate” dove il sindaco dice: ho i conti in ordine, ma non posso fare il mutuo per la scuola. Il primo cittadino del centro bergamasco Silvana Santisi Saita (Lega nord): «Noi castigati come chi accumula buco su buco», il comune, infatti, ha 23mila abitanti ed è in attivo dal 2000. Oggi ha 13 milioni pronti da essere investiti «in opere pubbliche e servizi alla comunità», ma a causa del patto di stabilità, non può usare più del 25% di quella somma. La manifestazione degli aquilani a Roma prende invece le pag 4 e 5: “Gli aquilani a Roma scontri e feriti. Rinvio per le tasse”. Questa la cronaca: «L’Aquila non può crollare: è una città che sa volare». Sulla maglietta di un ragazzo è scritta tutta la rabbia degli abruzzesi che in cinquemila si sono radunati a Roma mercoledì mattina. Da piazza Venezia, volevano arrivare in corteo (non autorizzato) sotto al Parlamento, ma polizia e carabinieri hanno sbarrato loro ogni accesso da via del Corso e via del Plebiscito dove risiede il premier Silvio Berlusconi. Momenti di tensione: lancio di bottigliette e qualche spintone.  Due ragazzi sono stati feriti in maniera lieve.  Spintoni anche per il sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente, e il deputato  del Pd Giovanni Lolli.  Dopo ore concitate i manifestanti sono arrivati a Piazza Navona.  Una bandiera nero-verde, con i colori dell’Aquila, è stata issata sul balcone del Senato rivolto verso piazza Navona. Dopo qualche minuto i commessi hanno provveduto a rimuoverla. E alle 17 del pomeriggio la manifestazione si  è conclusa: gli organizzatori hanno invitato i manifestanti a raggiungere i pullman.  Ma un centinaia di manifestanti ha proseguito su Lungotevere degli Altoviti, all’altezza di Ponte Umberto. Il corteo si è fermato tra Ponte Umberto e Castel Sant’Angelo.  Il traffico è andato in tilt.  «Ora che la manifestazione si è sciolta abbiamo deciso di bloccare il traffico perché la polizia ci ha caricato», ha urlato al megafono un manifestante.  Momenti di tensione davanti alla sede del Dipartimento della Protezione Civile a Roma dove centinaia di manifestanti dell’Aquila hanno urlato frasi contro Bertolaso e slogan come «Io alle 3 e 32 non ridevo», «Sciacalli» e «Assassini». Maria Antonietta Calabrò firma il bilancio della ricostruzione “Assegnate 16mila case, manca un miliardo”, mentre il commento del CORRIERE è affidato a Antonio Macaluso, secondo il quale quello che è successo “Non doveva accadere” e «quella gente ha dimostrato pazienza, orgoglio e dignità e siamo sicuri che sa bene che nessun governo al mondo è in grado di fare miracoli. Nessuno si aspetta bacchette magiche, ma neanche manganelli». 

“La rabbia dei terremotati incidenti e feriti a Roma”: l’apertura de LA REPUBBLICA è corredata da una fotografia eloquente di quanto è successo ieri nella capitale. I servizi all’interno (pagine 2 e 3). Riferisce Massimo Lugli che parla della «rabbia impotente dei terremotati arrivati a Roma per chiedere meno tasse e più sostegno all’economia e accolti come black bloc». «Non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere» dicono i manifestanti (tre dei quali presi a manganellate). La questura prova a difendersi parlando, in un comunicato, di «appartenenti all’area antagonista e rappresentanti dei centri sociali che incitavano a forzare il blocco per strumentalizzare possibili disordini». Maroni ha annunciato una indagine. In una breve a fianco critiche alla Rai: “Polemiche sul Tg1 «notizia nascosta»”. È quanto sostiene il Pd Vincenzo Vita, mentre Pardi (Idv) accusa Minzolini di essere «un fuoriclasse della disinformazione». Solo Sky ha seguito la manifestazione in diretta. A pagina 3 “Ricostruzione ferma e pochi fondi così è finita la luna di miele col premier”. Ovvero come è iniziata la contestazione a Berlusconi. Il primo striscione è apparso il 15 settembre 2009, a Onna: «Forti e gentili sì, fessi no» recitava un cartello. In seguito è stato un deteriorarsi non casuale dei rapporti (alimentato da una continua politica degli annunci, cui regolarmente non sono seguiti fatti). «Partita la Protezione civile, abbiamo scoperto la realtà: casse vuote in Comune, nessuna certezza per i soldi della ricostruzione. E poi a scatenare la rabbia l’annuncio del ritorno delle tasse» spiega Giustino Parisse, il giornalista che nel terremoto ha perso due figli e il padre. In serata è arrivato comunque il «confettino» come lo definisce Parisse: le tasse si pagheranno in dieci anni e non in cinque. Dei fondi stanziati (6 miliardi) fino a ora moltissimo è andato per l’emergenza, mentre sono stati spesi per la ricostruzione appena 20 milioni di euro. Eppure per far funzionare la ricostruzione il governo ha assunto un «coordinatore per la ricostruzione». L’architetto Gaetano Fontana (163mila euro lordi di stipendio) e 30 nuovi dipendenti. Il commento è di Francesco Merlo: “Responsabilità e promesse”.

“Usano persino i terremotati. La sinistra prende 5mila abruzzesi come scudi umani e li manda a scontrarsi con la Polizia” titola la copertina de IL GIORNALE che non riporta la foto dell’uomo insanguinato che compare però  pag. 3. Alessandro Sallusti però parte proprio da questa immagine  e scrive: «Le foto di due ragazzi con la faccia insanguinata da ferite (lievi) conseguenza della rissa per forzare i blocchi delle forze dell’ordine è l’immagine che il sindaco di sinistra Massimo Cialente consegna ai circuiti internazionali dell’informazione. Per lui operazione riuscita: uno Stato cinico e violento che bastona terremotati disperati. Ovviamente non è così:  Cialente ha preso 5mila  aquilani, li ha portati nella capitale e li ha scagliati contro  l’abitazione privata del Premier. Il corteo non era autorizzato, carabinieri e poliziotti non hanno potuto fra altro che difendere gli obiettivi dell’assalto.  Usare scudi umani per fini propagandistici è quanto di più irresponsabile e pericoloso si possa fare. Costringere alcuni poliziotti, alcuni dei quali  probabilmente abruzzesi, a usare il manganello  è da vigliacchi e lo aveva già capito Pasolini ai tempi dei moti di piazza del 68». Massimo Malpica  dall’Aquila registra  la voce della «maggioranza silenziosa degli abruzzesi». Fra queste una tale anonima dice:  «Chi era in tenda adesso ha una casa, queste proteste sono strumentali». Un consigliere comunale anonimo dice: «Restauri fermi perché Cialente non ha ancora firmato i piani». Una tale Tina afferma: «Lui e la Pezzopane dicevano che Bertolaso trascurava le amministrazioni locali, poi hanno preso il controllo e che hanno fatto? Solidarietà con se stessi: la Pezzopane bocciata alle urne per la provincia dai cittadini, è stata ripescata dal sindaco come assessore con 12 deleghe».  IL GIORNALE  riceve (immagino via email) una lettera da Antonio Elia Migliozzi di Scoppito che scrive: «Mi vergogno di questo corteo, non è così che si aiuta la nostra terra. L’iniziale ardore con cui si era intrapreso il recupero dell’Aquila si è andato perdendo a causa delle politicizzazione della protesta cittadina. Servono molte cose, ma  la prima è la coesione».

IL MANIFESTO dedica alla manovra due pagine sotto l’occhiello “Civiltà in pezzi”. Il titolo dell’articolo principale “L’impresa libera, il lavoro obbligato”. Due misure danno il senso politico delle scelte del governo: la libertà delle imprese di avviare attività senza autorizzazioni, in particolare la più grande riforma delle pensioni d’Europa, fatta in forma di emendamento. Un senso apertamente di classe si potrebbe dire, visto che premia un settore sociale e ne castiga un altro. Vengono raccontate tre proteste particolari: quella della base Usa di Aviano: “Italiani in sciopero: Americani assunti al posto nostro”; “I dipendenti Rai: Stipendi minacciati: contro i tagli il 19 stop radio-tv”; i diplomatici: “Tagli e blocchi, anche le feluche verso lo stop”. Tutto questo mentre spunta una norma pro Mondadori, quella che prevede che per estinguere il contenzioso tributario basterà pagare il 5% del dovuto. Il titolo di prima pagina de IL MANIFESTO “Zona rossa”, sotto una immagine degli scontri tra aquilani e forze dell’ordine ieri a Roma. L’editoriale di Valentino Parlato dal titolo “Terremoto sul capo” esprime la posizione del quotidiano: “Sembrava di essere tornati ai tempi di Scelba, cariche e manganellate senza pietà. Terremotati e mazziati. Quelle immagini esprimono la ferocia e la rabbia di un capo che ha visto crollare tutti i suoi illusionismi”. Conclude Parlato: “Il popolo dell’Aquila ci ha dato un segnale forte. Bisogna scendere in campo, mandare al diavolo quei sepolcri imbiancati che dicono di rappresentarci. Non possiamo restare travolti e schiacciati dal crollo, inevitabile, di Berlusconi”. La cronaca nelle pagine interne intitolata “Beffati e mazziati”. Nell’articolo di spalla si riportano le voci provenienti dalla questura: Violenze opera degli antagonisti, Il manifesto si chiede: Ma chi li ha visti?

IL SOLE 24 ORE apre ovviamente sulla Manovra: “Più tasse sulle assicurazioni” è il titolo e l’aspetto su cui punta il giornale di Confindustria. L’ennesimo emendamento del solito Azzollini che prevede una «stretta fiscale da 234 milioni di euro l’anno sulle imprese di assicurazione». La foto è dedicata agli scontri tra la Polizia e gli aquilani scesi in piazza a Roma. Silenzio sulla manifestazione dei disabili nelle pagine interne. Mentre il SOLE a pagina 5 sottolinea l’ennesima marcia indietro, quella sui certificati verdi “Incentivi verdi salvi ma con tagli”: «Il Gestore servizi energetici continuerà a ritirare i certificati  verdi in eccedenza sul mercato ma già il prossimo anno la spesa dovrà essere inferiore  del 30% rispetto a quella del 2010». Sulla  manifestazione dei terremotati anche uno dei commenti anonimi a pagina 14: «Gli  scontri tra la polizia e i cittadini  dell’Aquila colpiti dal terremoto che manifestavano  a Roma è uno di quegli episodi a cui avremmo preferito non dover assistere. Giuste  o sbagliate, le richieste di chi ha sofferto a causa di una calamità come il terremoto dell’Aquila devono essere ascoltate. Colpire i manifestanti, tra i quali anche il sindaco e deputato  Cialente, con alcune manganellate non è stato uno spettacolo edificante. Molti dei terremotati  vivono ancora nelle tende, la ricostruzione  presenta buchi evidenti e chiedere la sospensione  del pagamento delle tasse per dieci anni non era un’esagerazione».

“A Roma una giornata di follia”. ITALIA OGGI fa il punto sul corteo dei cittadini abruzzesi mettendo in risalto la disorganizzazione più totale della gestione della protesta da parte delle forze dell’ordine. «Un evento annunciato da giorni» scrive il giornale dei professionisti  «che pure ha colto di sorpresa i responsabili dell’ordine pubblico». Il concetto è spiegato nel modo più semplice possibile da un vigile: «C’è una manifestazione, sono arrivati in tanti. Noi ne aspettavamo dieci e invece si sono presentati in cento». O meglio «si sono presentati in 5 mila» precisa ITALIA OGGI. 
 
 AVVENIRE:  “Manovra quasi fatta” strilla oggi il quotidiano cattolico mettendo in evidenza i tre aspetti principali della discussione: Regioni, voto di fiducia, allarme disabili. L’incontro tra il premier e i governatori, che minacciavano di restituire le deleghe, ci sarà domani. Berlusconi però ripete (con Tremonti) che non c’è spazio per modifiche. Il decreto è stato rinviato e sarà in aula al Senato il 13 luglio con richiesta di fiducia il 15, ma verrà chiesto il voto di fiducia anche alla Camera. Del tutto rientrato l’allarme disabili, anche per quanto riguarda la stretta sulle indennità di accompagnamento. L’articolo di Roberta D’Angelo a pagina 8 racconta come gli invalidi ieri a Roma per la manifestazione di protesta siano passati “dalla rivolta al sospiro di sollievo” quando la cancellazione delle norme contestate è stata ufficializzata dal sottosegretario Letta con una telefonata alle associazioni riunite in piazza. «Letta ci ha telefonato – comunica il presidente della Fand Giovanni Pagano – e ci ha assicurato che tutto è tornato come prima. Siamo molto contenti. È un risultato che premia l’azione di queste settimane: interlocuzioni, contatti politici, documenti tecnici e di proposta, comunicazione, sensibilizzazione e mobilitazione di una base estremamente diffusa e motivata». AVVENIRE evidenzia anche i commenti di Beppe Fioroni (Pd): «Una battaglia di civiltà e rispetto della dignità della persona»; Pietro Cerrito (Cisl): «Hanno vinto la ragionevolezza  il buon senso»; Maurizio Gasparri (Pdl): «Dopo le prime importanti modifiche del relatore, la maggioranza e il governo hanno deciso di spazzar via ogni equivoco». Nel lungo cammino della manovra la doppia questione di fiducia, alla Camera e al Senato, ha mandato su tutte le furie i partiti d’opposizione secondo cui l’esecutivo «ha preso ancora una volta in giro l’inero Parlamento». Continua anche la guerra di cifre tra Governo e Autonomie locali sull’entità della spesa ancora comprimibile. I governatori delle Regioni, sempre più esasperati perché subiscono il grosso di risparmi (8,5 miliardi in 2 anni) hanno giudicato l’annunciato incontro con Berlusconi «un primo passo per avviare un confronto». Ieri però a Roma è stato anche un giorno di tensione anche per la protesta degli aquilani. A pagina 7 l’articolo di Alessia Guerrieri “Il terremoto dell’aquila scuote Roma” (con il sottotitolo “Protestano in cinquemila. Slogan e feriti. Poi per le tasse arriva la deroga del governo”) racconta i momenti di tensione con il corteo fronteggiato dagli agenti in tenuta antisommossa e sottolinea “Ma poi sono i centri sociali a scatenare i disordini, subito rientrati”. Al centro della pagina un box (“Centri sociali nei tafferugli”) riporta la ricostruzione fatta dalla Questura che a provocare i tafferugli siano stati manifestanti “per lo più estranei ai terremotati” che hanno cominciato a premere sul cordone della polizia.

“In piazza l’ira dei terremotati”. LA STAMPA apre sulla manifestazione dei cittadini aquilani a cui dedicata due pagine fra cronaca e retroscena sulle colluttazioni. Silenzio assoluto sulla manifestazione dei disabili. Dà voce ai politici schierati pro e contro la protesta dei terremotati e riassume così il risultato: «Gli Aquilani hanno ottenuto almeno un risultato con la loro protesta di ieri: le tasse non pagate dovranno essere restituite del 2011 in 120 rate». Il resto delle prime pagine è dedicato invece alla protesta contro il ddl intercettazioni (editoriale, commenti, e avvisi di sospensione delle pubblicazioni), mentre sulla manovra il quotidiano torinese dedica le pagine 10 e 11 in cui vale la pena segnalare l’articolo di Marco Alfieri dal titolo “L’assalto della Lega al sistema Formigoni”. Da cui si evincerebbe il motivo principale del perché anche Roberto Formigoni, fedele forzista fino a ieri, fa quadrato con le altre regioni contro il governo: «Insomma» scrive Alfieri «leghisti con il vento in poppa, pidiellini senza bussola. Unico fortino che resiste all’onda verde: il formigonismo e la corazzata CdO, forte di 35mila imprese associate a 70miliardi di fatturato». Facendo intravedere come il posizionamento di Formigoni apparentemente fuori dal diktat di partito sia in realtà un contrattacco alla componente leghista che spinge sui tagli per mettere in difficoltà l’ultimo baluardo rimasto di berlusconismo, togliendogli gambe e piedi su cui quest’ultimo si regge da 15 anni.

E inoltre sui giornali di oggi:

DISABILI
CORRIERE DELLA SERA – Nessuna menzione della manifestazione di ieri a Roma sulle versione cartacea del quotidiano. Che invece viene ripresa sul CORRIERE.IT sotto il titolo: “Manovra e disabili, sospiro di sollievo: tutte le novità”: «L’elemento che raccoglie maggiore soddisfazioni presso le Federazioni delle persone con disabilità che hanno manifestato ieri davanti a Montecitorio, è stato la cancellazione dell’emendamento che prevedeva nuovi requisiti medico-legali per la concessione dell’indennità di accompagnamento. La più stringente definizione medico-legale aveva l’intento chiarissimo di restringere notevolmente il novero dei possibili titolari di indennità di accompagnamento solo a casi di gravissima e totale compromissione dell’autonomia nel suo senso più restrittivo del termine.  I criteri medicolegali rimangono, quindi, immutati. È stato abrogato il primo comma, quello che prevedeva l’innalzamento all’85% della percentuale di invalidità necessaria per ottenere l’assegno mensile di assistenza riservato agli invalidi civili parziali. La percentuale minima ritorna ad essere quella di prima: il 74% come fortemente richiesto dalle associazioni delle persone con disabilità. Scompare, conseguentemente, anche l’emendamento di Maggioranza che prevedeva correttivi, di dubbia costituzionalità. Erano previste, infatti, eccezioni al limite dell’85% per le patologie singole a cui fosse riconosciuta, in forza delle tabelle di valutazione, una percentuale di invaldità pari o superiore al 75%. Rispetto al testo precedente viene innalzato il numero di verifiche previste dal piano straordinario di controllo sulle invalidità. Si passa da 200 mila a 250 mila controlli per gli anni 2011 e 2012». 

FAMIGLIA
AVVENIRE – Un aiuto per le mamme in difficoltà dal Comune di Milano con una serie di nuove iniziative a sostegn o delle donne madri e future madri; italiane, straniere, regolari e irregolari. Oltre ai contributi mensili “Bonus bebè” e “Progetto cicogna” c’è la la nuova campagna informativa multilingue “Mamme in difficoltà” presentata ieri dall’Assessorato alla Famiglia.

PRIVILEGI
ITALIA OGGI – “La casta si regala un aumento”. A poche settimana dalla elezioni cosa fa la regione Toscana? Modifica la legge regionale 9 gennaio 2009 n.3, che è il testo unico delle norme su consiglieri e assessori regionali.  In soldoni, i diretti interessati hanno introdotto un’indennità aggiuntiva parti al 5% di indennità di carica mensilmente spettante ai consiglieri regionali. «Siamo certi che il cattivo esempio si estenderà in altre regioni» commenta l’autore del pezzo Cesare Maffi.

SCUOLA
LA REPUBBLICA – Capelli grigi in cattedra. Per la prima volta la scuola italiana è over 50. stando ai dati del ministero dell’istruzione, l’età media dei professori continua a salire e ha superato quota 50. Praticamente scomparsi gli under 30. Un invecchiamento medio che riguarda anche i precari: in media hanno 39 anni. Nel frattempo la Gelmini sta mettendo mano alla formazione iniziale degli insegnati con un regolamento che sarebbe ormai pronto e sul quale Mariangela Bastico (Pd) avverte: «rischia di allungare ulteriormente i tempi».

LAVORO
AVVENIRE – “Disoccupazione mai così alta dal Dopoguerra” è il titolo di pagina 6, tutta dedicata ai dati sull’occupazione nei Paesi dell’Ocse. La disoccupazione vola all’8,7% e per i prossimi mesi e il 2011 le previsioni non sono ottimistiche. Dal picco del 2007 la crisi ha bruciato 17 milioni di posti. In Italia la cassa integrazione limita i danni, ma è allarme per i giovani.

OBAMA
CORRIERE DELLA SERA – Sulla prima pagina di oggi campeggia l’incipit dell’intervista esclusiva di Paolo Valentino al presidente degli Stati Uniti, per cui il CORRIERE scegli il titolo “La Turchia a pieno titolo in Europa” che a pag 2 diventa “Afghanistan, la transizione non sarà un rapido ritiro”. Questi alcuni passaggi del dialogo raccolto nello Studio Ovale: «Signor presidente, inizio col tono che tradisce un po’ di emozione, gli Stati Uniti e gli alleati combattono una guerra difficile e sanguinosa in Afghanistan. L’Italia vi partecipa con 3 mila soldati. Possiamo ancora vincere e andar via in un anno? Quale messaggio vuole inviare all’opinione pubblica europea, che vede i suoi ragazzi e ragazze morire accanto a ragazzi e ragazze americani, senza risultati tangibili per il momento? Obama è pensieroso: «Prima di tutto voglio dire personalmente quanto sia grato per il contributo italiano in Afghanistan. I sacrifici di uomini e donne italiani in uniforme sono stati straordinari. Il primo ministro Berlusconi è stato un alleato conseguente e forte. L’Italia ci aiuta non solo sul campo di battaglia, ma anche nell’addestramento. Dove per esempio i Carabinieri sono stati molto utili. Tengo in altissimo considerazione i sacrifici del vostro popolo. Detto questo, è un tema difficile in una regione difficile. Non ci sono soluzioni semplici. Se ci fossero, non saremmo laggiù. Il fatto è che l’Afghanistan veniva usato come base per attività terroristiche rivolte contro tutti noi». Poi tocca alla Turchia: «Lei signor presidente pensa che il rifiuto o la riluttanza dell’Unione Europea a integrare pienamente Ankara nelle sue istituzioni abbia giocato un ruolo? E come gli Stati Uniti e l’Europa potrebbero agire per re-impegnare la Turchia in senso più filo occidentale? Obama la prende da lontano, definendo la Turchia «Paese di enorme importanza strategica, da sempre al crocevia tra Est e Ovest». «È un alleato della Nato — ricorda — la sua economia è in grande espansione. Di più, il fatto che sia una democrazia e un Paese in maggioranza islamico la rende modello criticamente importante per altri Paesi musulmani della regione. Per queste ragioni riteniamo importante coltivare forti relazioni con Ankara. «Ed è anche la ragione per cui, sebbene non siamo membri dell’Ue, abbiamo sempre espresso l’opinione che sarebbe saggio accettare la Turchia nell’Unione». Infine Berlusconi: «on il premier Berlusconi abbiamo sviluppato un rapporto forte. Quando ci incontriamo è sempre un piacere, ridiamo, scherziamo, facciamo cose concrete e serie. Il premier Berlusconi è stato un grande amico degli Stati Uniti e mio personale». 

ISLAMICI IN ITALIA
IL GIORNALE – Ida Magli si occupa della vicenda di un marocchino che ha picchiato la moglie ed è in galera. Lui si difende dicendo che « l’ho comprata con un regolare contratto  e per il diritto del mio paese sono a posto». La Magli torna  a sottolineare  che «La nostra Costituzione deve valere anche per gli islamici che vivono in Italia»  e  rivolge ai politici l’invito a non nascondere l’«abisso che esiste fra la società europea e quella musulmana. Per evitare altri casi come quello di Hina, ammazzata e seppellita dal padre perché di costumi occidentali».

RIFUGIATI
IL MANIFESTO – Il giornale continua a occuparsi degli eritrei deportati in Libia. Stefano Liberti in prima pagina parla de “Le bugie di Maroni”. Per il quotidiano l’accordo raggiunto per la liberazione dei rifugiati è un accordo farsa, a cui gli eritrei dicono no. Il governo parla di liberazione in cambio di identificazione e lavori socialmente utili in Libia per i 205 reclusi, ma per il manifesto Maroni si vende una mediazione inesistente.

WORLD CUP
IL SOLE 24 ORE – “Cartone e qualche gaffe, ma il Sudafrica ha vinto”. Maria Luisa Colledani da Durban prova a fare un bilancio dell’organizzazione da parte del paese africano: «Ancora due gare: è stato un torneo blindato,  passeggiare soli è impensabile, come uscire  dall’hotel per le sigarette, con il risultato di un grande senso di prigione. Ma ha avuto ragione la polizia sudafricana: “Siamo soddisfatti di come sono andate  le cose: l’impegno è stato ripagato – spiega Giovanni Pisapia, project manager della sicurezza di Johannesburg  – . Negli ultimi due anni avevamo studiato situazioni  di crisi, possibilità di evacuazione,  ma nessuno ci credeva”.  Al-Qaeda è rimasta sottotraccia, nonostante  le minacce di maggio, e il cordone di sicurezza attorno al mondiale sembra a prova di attentato. (…) Miracoli del mondiale, al quale tutti hanno  dato mani, cuore e pensieri. Attorno allo stadio Ellis Park, nel quartiere Hillbrow, il più pericoloso della città con 7.089 rapine e 88 omicidi nel 2009, hanno tolto, per non scoraggiare  i turisti, i cartelli che mettevano in guardia dai delinquenti. Turisti e tifosi sono arrivati lo stesso. I 15mila volontari magari non sapevano rispondere ma ti portavano dall’amico dell’amico e, dopo un periplo di chilometri, la soluzione arrivava: “Abbiamo fatto di necessità virtù”, dice Gina Pareto, volontaria,  italiana di Biella, in trasferta per voglia  di pallone e di mondo. (…) I 100 milioni di dollari investiti nella promozione del paese danno frutto, ma è la gente del Sudafrica a fare la differenza:  «Enjoy», dicono sempre e ovunque e porgono  la loro mano, bianca, nera o coloured, per una stretta che non ti lascia andar via».


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