Politica

Manila-Rome, un’autobiografia dell’integrazione

Lo ha scritto Irma Perez Tobias, 52 anni, filippina, consigliere aggiunto al comune di Roma.

di Chiara Sirna

Non poteva mancare “Manila” nel titolo, perchè la sua origine è e resta filippina. Ma escludere “Roma” sarebbe stato allo stesso modo un paradosso perchè lei è uno dei simbolli dell’integrazione degli stranieri nella vita sociale e politica della capitale. Ecco allora che è nato ?Manila Rome?, il romanzo autobiografico di Irma Perez Tobias, 52 anni, filippina, da due anni consigliere aggiunto al comune di Roma, tutt’ora in carica e candidata per il prossimo turno (le elezioni sono già state fissate per il 10 dicembre). Il libro sarà presentato domani mattina alle 11 in Campidoglio, alla presenza, tra gli altri, del sottosegretario alla pubblica istruzione Letizia De Torre, degli assessori del Comune di Roma Maria Coscia e Jean Leonard Touadì e della delegata del sindaco per le politiche alla multietnicità, Franca Eckert Coen. In che lingua è scritto? In quella d’origine, ma anche d’adozione, naturalmente. Il testo è in italiano infatti, con traduzione a fronte in tagalog. A pubblicarlo è la casa editrice Sinnos nella collana Mappamondi. Come ha iniziato Irma? Partita per l?Italia a 25 anni per lavorare come domestica, è arrivata a ricoprire la carica di consigliere aggiunto nel 2004. ?I primi problemi di adattamento per me come per tanti miei connazionali – racconta Tobias – erano legati al clima. Nelle Filippine è più mite. Abbiamo solo due stagioni, camminiamo con i sandali, vestiamo abiti di cotone e non siamo abituati a usare scarpe chiuse, calze o abiti di lana. Per questo all?inizio ho sofferto di allergie e fastidiose irritazioni della pelle?. Ma le difficoltà sono state ben altre. Arrivata nel 1981, in regola da subito, Irma vive e lavora un anno a Perugia come domestica. Poi si trasferisce nella capitale. ?A Roma la vita era frenetica ? continua – tutti correvano e non è stato facile abituarmi a questi ritmi. Vengo da un piccolo villaggio, Santa Cruz Laguna, molto cattolico dove le famiglie sono numerose e la vita scorre assai più calma?. Nella capitale però inizia la svolta: è lì che inizia a cercare di fare rete con i propri connazionali, fino a creare, con altri, la prima fondazione di sostegno ai lavoratori filippini in Italia, Kampi, presente nella capitale ormai da 25 anni. ?Ho iniziato a frequentare i miei connazionali e a lavorare part-time, impegnandomi di più per la mia comunità, contribuendo tra l?altro alla fondazione di Kampi e all?organizzazione del Comitato di solidarietà con il popolo filippino?. Poi il matrimonio con un italiano e i primi passi di integrazione. ?Ho sposato un italiano, dopo una convivenza di 18 anni, e abbiamo avuto un figlio che ora va al liceo. Ho lavorato come mediatrice culturale nei Municipi, al tribunale, negli ospedali, nei call center, imparando a conoscere la città in cui vivo oltre ai problemi della mia comunità?.Conoscenza che di fatto l’ha portata acandidarsi per la poltrona di consigliere aggiunto a Roma, nel primo turno del 2004 e di nuovo ora. ?Non c?è un bilancio di questi due anni, che comunque valuto positivamente. Pur non avendo diritto di voto, in Campidoglio posso dare pareri, fare appelli, portare insomma il mio contributo. Ho approfondito così la conoscenza dei problemi legati all?immigrazione. Molto è stato fatto, ma tanto resta ancora da fare?. Accettato l’esprimento infatti ora l’obbiettivo di Irma Tobias, così come dei suoi colleghi, è di fare il salto decisivo verso l’intergrazione “vera”, politica e sociale, a partire proprio dal diritto di voto. ?Ho bisogno di altri due anni per realizzare il mio programma ? conclude – bisogna ancora rendere effettivo il diritto alla casa, velocizzare il rilascio dei permessi di soggiorno, creare luoghi di aggregazione per i cittadini stranieri. L?obiettivo finale certamente è il diritto di voto?.


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