Economia

Manifesto di Assisi, per un economia a misura d’uomo

Promosso da Symbola con i suoi 2000 firmatari riassume economisti, rappresentanti delle istituzioni e imprese leader sul fronte della sostenibilità che intendono lavorare assieme in direzione di un'economia circolare. «Vogliamo trasformare la transizione ecologica in un grande vantaggio competitivo centrato sulla vocazione italiana: un Paese ricco di biodiversità, di capacità d’innovazione, di beni e servizi di qualità, di ricchezza di senso del vivere», spiega Leonardo Becchetti, uno dei primi firmatari

di Leonardo Becchetti

La sfida è invisibile e non per questo meno insidiosa. In Italia nessuno muore per terrorismo islamico mentre si stima che circa 219 persone al giorno muoiono nel nostro paese per inquinamento. I morti della più grave strage in Italia, quella della stazione di Bologna, sono stati 85. Immaginiamo cosa accadrebbe se i giornali dovessero riportare ogni giorno la cronaca di 3 stragi gravi quasi come quella di Bologna. Non parleremmo e non ci preoccuperemmo che di questo. E questa triste contabilità non include i rischi crescenti del riscaldamento climatico, il continente di plastica a largo dell’Oceano Atlantico e i flussi enormi di migranti climatici che dal Sahel arrivano verso le sponde del Mediterraneo.

Dobbiamo imparare a conoscere il più grande nemico invisibile dei nostri tempi e ad affrontarlo. Per trasformare la sfida e il pericolo in un’opportunità. Il manifesto di Assisi promosso da Symbola con i suoi più di 1600 firmatari rappresenta una tappa fondamentale in questa battaglia perché sancisce la nascita di una coalizione molto vasta di interessi e rappresentanze del paese (dai frati francescani di Assisi, agli economisti dell’economia civile, ai rappresentanti delle istituzioni, alle imprese leader sul fronte della sostenibilità nel paese) che intendono lavorare assieme in direzione di uno sviluppo sostenibile. Sono grato all’amico Ermete Realacci per avermi coinvolto nella sua sottoscrizione e promozione al principio del percorso.

Dietro questo manifesto c’è un’offensiva culturale concentrica che parte dallo sviluppo del concetto di ecologia integrale della “Laudato Si” e si svilupperà poi attraverso tre grandi eventi centrati su questi temi nel prossimo futuro (l’incontro con 2000 giovani di tutto il mondo di Economy of Francesco, il Festival Nazionale dell’economia Civile in aprile a Firenze sul tema della Ri-Generazione e il percorso delle Settimane Sociali che culminerà nell’evento del Gennaio 2021 a Taranto).

La sensibilità al tema della sostenibilità ambientale in Italia, in Europa e nel mondo sta crescendo senz’altro. I dati della European Social Survey ci dicono che circa il 90 percento degli intervistati in 28 paesi crede al riscaldamento climatico e al fatto che dipenda dalla nostra responsabilità e non da cause naturali. Le percentuali italiane sono in linea con la media europea. Lentamente i comportamenti dei cittadini stanno cambiando con l’abitudine alla raccolta differenziata, l’attenzione allo spreco e all’uso della plastica e il consumo responsabile che premia prodotti più sostenibili che sono spesso anche più salutari.

Si è parlato molto in questi giorni di Green New Deal con un approccio a mio avviso sbagliato. Diamo a questo proposito una cattiva e una buona notizia. La cattiva notizia è che i 1000 miliardi promessi sono pochi se rapportati alla disponibilità annua per ciascuno dei 27 paesi. La buona notizia è che il successo del Green New Deal non si misura sulla quantità di risorse pubbliche messe in campo ma sulla capacità di combinare un insieme di nuove regole e di incentivi fiscali smart in grado di modificare i nostri stili di vita e di stimolare l’innovazione e il cambiamento di mix produttivo dell’industria verso la sostenibilità. Stiamo parlando di estensione e semplificazione dei criteri ambientali minimi negli appalti, di riduzione progressiva dei sussidi ambientalmente dannosi, di sistemi di rating e d’informazione ai cittadini in grado di stimolare il loro voto col portafoglio e l’incentivo alla transizione ecologica per le imprese. E, fondamentale infine, di una tassa per i prodotti che entrano nello spazio economico dell’Unione Europea in grado di combattere il dumping ambientale (la Carbon Border Tax) con la quale sarà possibile raccogliere ulteriori risorse per gli stati membri.

Il manifesto traccia una via e indica un’orizzonte di senso fondamentale per il nostro paese. L’Italia, già all’avanguardia in Europa per economia circolare e sviluppo delle rinnovabili, può trasformare la transizione ecologica in un grande vantaggio competitivo centrato sulla sua vocazione. Quella di essere un paese ricco di biodiversità, di capacità d’innovazione, di beni e servizi di qualità, di ricchezza di senso del vivere. L’alleanza tra leader spirituali, accademici civili e grandi imprese innovatrici non è casuale perché il successo della trasformazione passa attraverso una rivoluzione spirituale, culturale ed industriale che è già avviata e deve arrivare a piena maturazione e compimento.

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