Politica

Manifesto del non profit.Un idea che convince

Promuovere una campagna di sensibilizzazione e d'informazione,con le priorità per chi governerà.Bilancio dell'incontro con le associazioni.

di Redazione

Promuovere una campagna di sensibilizzazione e d?informazione, con le priorità per chi governerà. È stata presentata e discussa una bozza in otto punti. Aperta a suggerimenti e contributi di tutti

Far risalire ai primi posti dell?agenda della politica i temi che stanno a cuore al non profit e che per ora sono appuntati, se ci sono, sulle ultime righe. Promuovere una campagna di sensibilizzazione e d?informazione, chiedendo l?adesione di organizzazioni, intellettuali, uomini della cultura e cittadini. Era questo l?obiettivo del Comitato editoriale, svoltosi mercoledì 12 marzo presso la redazione di Vita.

Una grande partecipazione

Sala riunioni stracolma, nuove organizzazioni aderenti (Uildm, Enzo B., Moige, Fondazione Rispetto e Armonia e Ctm Altromercato, Consorzio Rebus), tanti presidenti e direttori di associazioni che hanno voluto essere presenti in prima persona: da Fausto Casini (Anpas) a Paola Menetti (Legacoop sociali), da Ernesto Caffo (Telefono Azzurro) a Goffredo Modena (Fondazione Aiutare i bambini), da Giangi Milesi (Cesvi) a Rossano Bartoli (segretario generale Lega del Filo d?oro). Il lavoro ha fatto perno sulla proposta di un manifesto attraverso il quale comunicare alcune priorità e l?urgenza di una visione diversa delle grandi questioni sociali al governo che verrà.

I temi che non ci sono

La bozza del manifesto è stata presentata da Riccardo Bonacina, direttore editoriale di Vita: otto i punti, che vanno da una valorizzazione dei passaggi della Costituzione che propongono la centralità della società vivile organizzata, alla necessità di ridisegnare uno spazio pubblico in cui dialogare sui beni comuni; da un richiamo sui diritti primari oggi non riconosciuti al progetto di un welfare sussidiario capace di intercettare i nuovi bisogni e di valorizzare le energie del privato sociale.
Gli ultimi quattro punti invece mettono al centro la sussidiarietà fiscale, la democrazia economica (con la necessità di riprendere il percorso della Riforma del Libro Primo del Codice civile, avviato nella passata legislatura dalla Commissione Pinza), la cooperazione internazionale e il tema di nuovi stili di vita da favorire. Come ha spiegato Bonacina, «non si tratta di una piattaforma rivendicativa, ma di un tentativo di comunicare alla società italiana e a chi dovrà rappresentarla a livello politico, delle urgenze non più procrastinabili».

Tutte le voci

Il dibattito è decollato immediatamente, con numerosi interventi sia sul merito e l?opportunità di un?operazione di questo tipo sia sui singoli contenuti. Al di là delle sottolineature differenti e delle diverse sensibilità, è emersa una sostanziale condivisione specialmente di alcuni punti, ritenuti unanimemente prioritari. Il primo è naturalmente il 5 per mille che viene ormai riconosciuto da tutte le associazioni come uno strumento di grande efficacia, da sottrarre quindi agli alti e bassi della politica e da rendere finalmente stabile. Stessa convinzione sulla necessità di alzare dopo questi primi anni di decollo, il tetto della deducibilità delle donazioni, ancora bloccato gli iniziali 70mila euro. Mentre da più parti è stata sollevata la necssità di affrontare in maniera finalmente complessiva la delicdata questgione di chi lavora nel non profit. Da altre voci sono arrivati utili suggerimenti per integrare e arricchire il manifesto, evidenziando temi che non possono mancare: da quello dell?educazione, al rispetto del territorio come bene comune. Il prossimo passo è quello di rielaborare ulteriormente il manifesto, rendendolo ancor più sintetico ed efficace.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA