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Manifestazione per la pace a Roma davanti all’ambasciata russa
“Non c’è vera pace senza verità. Non c’è verità senza libertà” è lo slogan con cui cittadini, politici e attivisti si sono dati appuntamento davanti all’ambasciata russa a Roma per dire no alla Guerra e per chiedere il cessate il fuoco immediato. Circa mille i partecipanti
di Redazione
"Non c’è vera pace senza verità. Non c’è verità senza libertà" con questo slogan questa sera, giovedì 13 ottobre, politici, attivisti, politici e associazioni si sono dati appuntamento davanti all’ambasciata russa a Roma per dire no alla Guerra e per la Pace in Ucraina. Alla mobilitazione, lanciata dal Movimento di Azione Nonviolenta (Mean) a cui hanno aderito tante associaioni (Base Italia, LiberiOltre, Comitato Giovani per l’Ucraina, Associazione Cristiana degli Ucraini in Italia, Casa della Carità, Movi, Rete dei Piccoli Comuni Welcome, Sale della terra, RLS, Una montagna di libri, Casa del Giovane, Dedalus, Consorzio Nova, Fondazione Èbbene, Re.Sint e altri) hanno aderito anche alcuni leader da Enrico Letta a Carlo Calenda e Emma Bonino. Tanti le adesioni. individuali, tra gli altri Luigi Manconi, Sandro Veronesi, Costantino De Blasi, Riccardo Bonacina, Massimo Recalcati, Leonardo Becchetti, Luca Diotallevi, Mauro Magatti, Giovanna Melandri, Luca Jahier, Roberto Rossini, Alessandro Rosina, Luca Doninelli.
"Noi non possiamo fermare la guerra con le nostre mani, ma insieme possiamo chiedere di far avanzare la pace" spiega ill portavoce del Angelo Moretti.
E Marco Bentivogli nel suo intervento sottolinea che “La pace viene tradita dagli equivoci, dalle ambiguità. Benedetto XVI e Francesco dicono che non c’è vera pace senza verità, a cui aggiungiamo non c’è verità senza libertà. I costruttori di pace non sono i notai delle invasioni, non chiedono ai popoli di arrendersi agli invasori e soprattutto non confondono la pace con la resa”.
Ad aprire la manifestazione l’intervento di due donne, una ucraina e l’altra russa, Tetyana e Fatima che insieme gridano: “Fermate la guerra, subito!”
Il sit-in davanti all’ambasciata Russa in Italia ha lanciato un messaggio inequivoco: la responsabilità della guerra è della Russia, la causa dell'escalation va attribuita a Vladimir Putin, il principale ostacolo alla trattativa è rappresentato dal Cremlino. Questo non vuol dire che non ci sono altre responsabilità (dagli Stati Uniti, alla Nato e all'Europa) ma oggi, affinchè si apra uno spiragli di pace, ha detto Luigi Manconi intervenuto alla manifestazione, “la priorità è chiedere alla Russia che fermi l’aggressione in atto”.
Marianella Sclavi, portavoce del Mean (Movimento Europeo di Azione Nonviolenta), ha ricordato come il Movimento promuova gemellaggi tra comuni e tra musei e sottolineato come il sit-in sia nel segno di quella che Gandhi chiamava “la forza della verità” o Satyagraha.
A partecipare, accogliendo l’invito di associazioni e realtà di impegno civico, sia attivisti che esponenti della politica con circa un migliaio di partecipanti. Con loro, condividendo testimonianze sulle sofferenze causate dalla guerra sulle popolazioni, voci e rappresentanti delle comunità di origine ucraina, russa e bielorussa.
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