Politica

Mandarli a casa e ricominciare da noi

di Riccardo Bonacina

In questi giorni a Roma presso l’Ospedale San Giovanni-Addolorata (e mai luogo per un raduno del volontariato fu più  capace di nominare lo stato del volontariato nel nostro Paese) è sbarcato il Tour EVY 2011 (Anno europeo del volontariato) in un silenzio imbarazzante delle istituzioni e dei media Durante la conferenza di ieri, Musumeci, sottosegretario al welfare, ha sottolineato l’esigenza di accorciare le distanze tra politica, classe dirigente e volontariato “per parlare tutti una stessa lingua e facilitare le relazioni”. Ma l’unico modo per accorciare tale distanze a me pare sia ormai quello che Musumeci e un’intera classe politica si levino di torno per andare a lavorare.Siamo di fronte a una classe politica che continua a perpetuare se stessa (il salvataggio delle Province settimana scorsa è solo l’ultimo atto) a livello centrale e locale, e che di fatto ha ucciso il non profit toglendone ogni residua forza con una serie di misure che nessuno aveva mai neppure osato pensare. Neppure il famigerato Visco. Alla faccia di ogni sbandierata sussidiarietà e allo slogan del ministero che a questo punto ha davvero risvolti inquietanti, “Aiuta chi aiuta”. Uno slogan che per il ministero del lavoro e delle politiche sociali equivale a un “noi ce ne freghiamo”. Vediamo la sequenza di scelte scellerate.

La prima ferita. Il primo aprile 2010, l’abolizione delle agevolazioni postali al non profit aumentate in una notte del 400% e mai reintrodotte neppure in misura parziale malgrado promesse e promessine. Il fatto è che oggi ai soggetti non profit la tariffa costa quasi doppio di quella applicata agli editori (lobby notoriamente un pochetto più forte). Il che ha significato, lo sapete tutti la rinuncia da parte di tante Onlus a campagne di raccolta fondi e al dialogo con soci e sostenitori.

La seconda ferita. Il tormentone 5 per mille mai diventata norma fiscale e perciò generatrice di incertezze sui regolamenti, sui beneficiari, sui tempi del rimborso che mettono in ambasce organizzazioni e loro amministratori e revisori. Come ogni anno la norma sperimentale è appesa a un filo e la cifra a copertura è ballerina più una cubista provetta.

La terza ferita. Come sapete i trasferimenti per il finanziamento del welfare sono stati tagliati all’incirca dell’80% e a farne le spese, oltre ai cittadini anche migliaia di associazioni, cooperative sociali e operatori.

La quarta e definitiva ferita è in arrivo. La notizia è di ieri, in attesa di una legge delega che metta ordine nella giungla di deduzioni e detrazioni fiscali è assai probabile che nella manovra in votazione venerdì con la benedizione del presidente Napolitano ci sia un taglio lineare a tutte le deduzioni e detrazioni in essere del 15%. Ora, siccome la somma di deduzioni e detrazioni al settore non profit in Italia è già una miseria e ci colloca all’ultimo posto tra i Paesi Ocse con soli 120 milioni (detrazioni Onlus, deduzioni donazioni, agevolazioni varie) si tratta di un ulteriore taglio di una quota già piccolissima. Nel mirino, Erogazioni a onlus e enti religiosi; spese mediche per persone con disabiltà; agevolazioni a Enti non commerciali.

Quindi, altro che big society, qui bisogna fare a prescindere dallo Stato, però almeno alziamo la voce dicendo tutti in coro: “andatevene a casa”.

Guardando le notizie di stamane mi è venuto in mente un film del 1969, “Non si uccidono così anche i cavalli?” di Pollack. Ecco il trailer che a mio parere esprime bene lo stato del non profit in questo Paese.

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