Un'occasione per ampliare i propri orizzonti, conoscere ed entrare in nuovi mercati, ma anche offrire prodotti etici alla sempre più numerosa componente imprenditoriale islamica presente in Italia. Sono molti i buoni motivi che potrebbero spingere proefessionisti e manager del settore creditizio a partecipare al primo corso interamente dedicato alla finanza islamica, che come sottolineano i promotori è considerata più immune dai pericoli della speculazione perché più ancorata all’economia reale rispetto ai sistemi convenzionali, tanto da suscitare sempre più interesse da parte dei mercati occidentali come nuova occasione di sbocchi commerciali. Un’opportunità che potrebbe rivelarsi preziosa anche per un rinnovamento del dialogo tra Oriente e Occidente, tra mondo islamico e società europee.
E' con questa prospettiva, dopo il successo dell’edizione 2013, che la COREIS- Comunità religiosa islamica italiana sostiene nuovamente il corso executive di tre giorni – unico in Italia interamente dedicato alla tematica – promosso insieme al NIBI Nuovo Istituto di Business Internazionale, ente della Camera di Commercio di Milano, dove partecipano relatori autorevoli come Deloitte e Banca d’Italia.
“Siamo lieti di contribuire per il secondo anno consecutivo ad un’iniziativa che ha il pregio di combinare a d alto livello mondo accademico e realtà professionale, teoria e applicazioni della finanza islamica", sostiene Mansur Baudo, membro del comitato Sharia Board della COREIS e uno dei docenti del corso. "La finanza islamica rappresenta un’occasione di ampliamento delle relazioni finanziarie e commerciali da parte delle aziende italiane con alcuni paesi, come quelli del Golfo, con grande floridità economica e interessati ad investire in Europa”.
Il corso di 20 ore, che si svolgerà in via Santa Marta 18 a Milano, è rivolto a manager, professionisti, funzionari di enti e impiegati di istituti di credito, e si avvale di un team che riunisce alcuni tra i massimi esperti del settore fra cui Rony Hamauy, amministratore delegato di Mediofactoring, Federica Miglietta, ricercatrice presso la Facoltà di Economia di Bari, Massimo Papa, professore ordinario di diritto musulmano alla facoltà di Giurisprudenza di Roma Tor Vergata, Lo renzo Ascanio, avvocato esperto di assistenza contrattuale e societaria nei paesi arabo-islamici, Alberto Liotta di Deloitte e Angela Di Maria della Banca d'Italia.
“Non sono da trascurare anche le opportunità di una migliore integrazione in Italia", conclude Mansur Baudo, "dove le minoranze provenienti da paesi a maggioranza islamica potrebbero beneficiare di una finanza agevolata, che siano mutui, conti bancari o assicurazioni, nel rispetto di principi religiosi e di una prospettiva etica. Un aspetto, quest’ultimo, sottolineato di recente proprio da Papa Francesco e già più volte emerso come occasione di dialogo concreto tra Chiesa e Islam sul terreno della finanza etica, come accaduto con l’enciclica Caritas in Veritate”.
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