Famiglia & Web
Mamme influencer: quando il racconto (onesto) della maternità fa impazzire i social
Agli Stati generali della natalità alcuni content creator digitali e attori hanno raccontato le loro vite insieme alle loro famiglie. Chiara Anicito (Cammela) : «Il social è un mezzo, ricercate la vostra passione, lavorate su voi stessi. Non abbiate paura di inventarvi da soli il vostro futuro. Io mi sono inventata un lavoro»
Alcuni protagonisti del web si sono raccontati durante il panel La narrazione dei figli agli Stati generali della natalità, che si sono svolti a Roma all’Auditorium Conciliazione il 9 e 10 maggio scorsi. Giulia Lamarca, 29 anni, all’età di 19 anni ha perso l’uso delle gambe in seguito a un incidente stradale. Lei e Andrea Decarlini, entrambi content creator, hanno una figlia, Sophie, di tre anni. Insieme ad altri content creator, creator digitali e attori hanno parlato ad una platea di giovani durante l’evento, giunto alla sua quarta edizione, organizzato dalla Fondazione per la natalità. «Il nome è uno ma noi siamo in tre. Siamo la famiglia quella che viaggia!», si legge sulla pagina Instagram giulialamarca. Sui social raccontano i loro viaggi insieme. «Da quando viaggiamo con nostra figlia ci arricchiamo molto di più. Vedi la gioia, lo stupore, tanta voglia di scoprire che passa da lei a noi, è una ricchezza che spesso noi adulti non abbiamo. Qualsiasi esperienza con una bambina è molto più colorata, molto più piena», ha detto Decarlini.
«Mi piacerebbe che si capisse quanto si impara, diventando mamma, ad essere multitasking, a suddividere il lavoro, ad essere più smart», dice Lamarca. «Io faccio una call, mentre guardo Sophie e mando una mail. Cosa posso produrre per un’azienda? Tantissimo». Cosa consigliare ai giovani? «I ragazzi hanno bisogno di più “sì” e di meno “no” da noi meno giovani. Io a 19 anni, al mio primo anno di carrozzina, ho detto ai miei genitori che partivo per un viaggio in Australia. I giovani devono avere il coraggio di credere in quello che reputano importante e a non abbattersi quando non riescono immediatamente».
La comica che ama la Generazione Z
L’idea di coinvolgere i suoi figli è nata quando avevano cinque e tre anni, lei è Angelica Massera, attrice e creatrice digitale. «Sui social ho iniziato a raccontare il mondo delle mamme di oggi e la differenza tra le nostre mamme e noi, in chiave ironica. Sul web sono una comica. Essere una mamma è uno dei mestieri più difficili ma in cui ci si diverte tantissimo, soprattutto quando i figli sono piccoli. La cosa più trasgressiva che abbia mai fatto è stata diventare mamma a 23 anni, oggi mia figlia ha quasi 16 anni», ha continuato Massera.
«Non mi sono mai arresa e l’unico che mi ha permesso di fare il mestiere di comica è stato Mark Zuckerberg. Io ho iniziato su Facebook. Oggi faccio un mestiere che 10 anni fa non esisteva. Se ce l’abbiamo fatta noi, che guardavamo Bim Bum Bam, figuriamoci se non ce la fate voi», ha detto Massera, rivolta ai giovani studenti.
La generazione Z? «È una delle generazioni più brillanti che ci siano mai state. Io vado nelle scuole a incontrarli, li amo», a queste parole è seguito un applauso fragoroso delle centinaia di giovani presenti in sala. «Consiglio a tutti i genitori di far usare i social ai propri figli con parsimonia, di bloccare il cellulare dopo una-due ore di uso: è importante mettere dei limiti per far capire loro che fa male un uso eccessivo e che c’è una differenza tra uso e abuso».
Sui social si esorcizzano tanti problemi
«Tramite Cammela mi permetto di dire delle cose con più libertà, attraverso il suo sguardo puro», ha detto Chiara Anicito, comica e content creator (406mila follower su Instagram) che usa il personaggio che interpreta per trattare delle tematiche legate alla famiglia. «Sui social si esorcizzano tanti problemi. Vedo che, rispetto a un tempo, grazie alla parte più positiva che c’è sui social, c’è più unione tra genitori, c’è più solidarietà tra mamme, una volta ogni famiglia era a sé. A volte mi chiedo: “Qual è il senso di quello che faccio? A parte far ridere che, già di per sé, è una bella cosa. Tante mamme mi scrivono e mi dicono “Grazie, perché mi sento più normale e ho meno paura delle mie imperfezioni”. Io avevo 26 anni quando è nato il mio primo figlio, quando l’ho scoperto è stato uno shock. Ma poi devo dire che non ho avuto dubbi: volevo diventare mamma. Dai bambini si prende tanto spunto, da loro arriva tanta energia e la qualità del tempo migliora. Quando stiamo bene in famiglia, il resto è una discesa». Anicito ha raccontato che ragazzini di 10 anni le chiedono come si diventa uno youtuber. «Il social è un mezzo, bisogna avere una passione a monte. Il social potrebbe chiudere, ma la recitazione non me la toglie nessuno. E così i viaggi, il cibo, ecc. Il mio consiglio è: ricercate la vostra passione, lavorate su voi stessi».
Non farsi spegnere il fuoco che si ha dentro
«Nella vita bisogna mettersi alla ricerca di se stessi, non farsi trascinare dal comfort e vincere la pigrizia», ha consigliato Artem Tkachuk, 23 anni, attore della serie Mare Fuori, ai giovani che lo acclamavano. «Se la donna è il calore del bambino, l’uomo è la roccia su cui è fondata la casa. Un uomo prima di costruire una famiglia deve capire se la vuole costruire sulla sabbia o su una roccia e deve analizzare bene la situazione. Se non hai una famiglia che senso ha la vita? Gli onori, i privilegi, i follower, il conto in banca non contano niente». Tkachuk ha concluso con un suggerimento ai ragazzi: «Tenete sempre a mente una cosa: non fatevi mai spegnere il fuoco che avete dentro».
Foto di apertura di Vitolda Klein su Unsplash. Foto dal video della seconda giornata (10 maggio) degli Stati generali della natalità
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