Non profit

«Mamma, vado a vivere da solo» A Milano è nata la scuola d’autonomia per persone disabili

Iniziativa del consorzio Sir

di Benedetta Verrini

Si chiama “Scuola di vita adulta autonoma” ed è un progetto all’avanguardia, in Italia, per condurre i ragazzi con disabilità verso una vita indipendente. Si tratta di una vera e propria casa, nel cuore di Milano (si trova in zona 5, in via De Ruggiero), in cui persone con disabilità intellettive o relazionali possono muovere, sotto la supervisione di un’équipe di operatori, i primi passi lontano dalla famiglia, testando la propria autonomia e valutando i percorsi possibili nell’immediato futuro. L’esperienza è iniziata grazie a una sinergia tra non profit ed ente pubblico. Il primo passo l’ha fatto il consorzio Sir (Solidarietà in Rete, network composto dalle coop – tutte impegnate nel settore della disabilità – I percorsi, A piccoli passi, Stella Polare, Eta Beta), che ha acquistato, con il cofinanziamento della Fondazione Cariplo, l’appartamento dove attivare stabilmente la scuola di vita autonoma. L’operazione, tra acquisto, ristrutturazione e start up, è costata complessivamente 639mila euro, di cui 380mila da Fondazione Cariplo, il resto cofinanziato dal consorzio e dalle coop socie.
Da novembre 2010, data di apertura, fino a oggi, sei persone con disabilità hanno vissuto nell’appartamento. Soltanto una di queste ha interrotto il percorso e richiesto il rientro a casa: lo scopo della scuola è, infatti, quello di porre solide basi – relazionali ed emotive – per un inserimento definitivo fuori dalla famiglia. Il percorso “standard” dura circa quattro mesi. La temporaneità è importante perché il dna del progetto è la transitorietà dell’esperienza, proprio come in una vera scuola. All’interno della casa opera un team (un coordinatore responsabile e 5 operatori) che “copre” le notti e valuta la capacità di autonomia degli ospiti: dal lavarsi da soli al gestire tempo libero e spazi in comune, fino alla capacità di uscire, utilizzare i mezzi pubblici, recarsi nei luoghi di lavoro o di formazione.
Altro aspetto strategico, per la buona riuscita dell’esperienza, è la composizione del gruppo (che gli operatori cercano di governare valutando, caso per caso, il grado di motivazione dei soggetti e la loro reciproca compatibilità) e la buona collaborazione della famiglia. L’emancipazione è un gioco di squadra, in cui i genitori supportano gli operatori a comprendere punti di forza e risorse, fragilità e spigoli da smussare.
Alla fine di questo periodo l’équipe, insieme alla persona disabile e alla sua famiglia, traccia uno scenario di percorsi possibili. Attualmente è l’assessorato alla Salute di Milano a finanziare la residenzialità nella scuola, attraverso una copertura economica giornaliera di 50 euro per ogni disabile inserito; le famiglie concorrono al supporto con una quota di 10 euro al giorno. In futuro il progetto sarà finanziato all’interno della rete ProgettaMI per costruire il “dopo di noi” dei cittadini con disabilità. Della rete fanno parte Sir, Fondazione Idea Vita, Fondazione Cariplo e Ledha Milano.

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