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Mamma, ma io da dove vengo?
Firmata una nuova, importante intesa con la Russia. Intanto, il ministero delle pari opportunità riflette a Firenze sullintegrazione dei bimbi stranieri.
Adottare un bambino in Russia d?ora in avanti sarà più facile. A garantirlo è un?intesa istituzionale firmata dalla Commissione per le adozioni internazionali e gli enti autorizzati a operare nel territorio della Federazione Russa, che prevede l?attuazione di programma di interventi triennali, con un budget complessivo di 2 milioni e 100mila euro, per abbreviare i tempi di attesa e contenere i costi delle famiglie. “Sappiamo che uno degli ostacoli, e fonte di spesa per i genitori che desiderano adottare, deriva dai tempi e dai costi delle procedure nei Paesi stranieri”, ha dichiarato il ministro delle Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo, che ha promosso l?intesa, “per cui intendiamo eliminare attività ripetitive e inefficienze e ridurre i costi dell?adozione, assicurandone la trasparenza”.
Tra gli interventi previsti nell?intesa sulla Russia, da cui oggi proviene l?8,6% dei minori stranieri entrati in Italia a scopo adottivo, figurano la riduzione dei tempi di permanenza e dei viaggi delle coppie, l?apertura di una sede permanente della delegazione italiana affinché i nostri concittadini che si recano nel Paese ricevano servizi e assistenza adeguati, la creazione di un sistema di posta certificata con la Commissione adozioni internazionali per ridurre i tempi di invio degli atti e le procedure di legalizzazione e la formazione di collaboratori degli enti autorizzati nel Paese. L?intesa, che verrà comunicata alla Conferenza Stato-Regioni, al segretariato generale della Conferenza dell?Aja e alle autorità della Federazione Russa, è innovativa anche per le modalità con cui verrà finanziata: ognuno dei 12 enti accreditati in Russia, si impegna a cofinanziare l?accordo stanziando 25mila euro l?anno. Un meccanismo che il ministro Prestigiacomo ha definito “una risposta concreta dell?Italia al principio di sussidiarietà dell?adozione sancito dalla Convenzione dell?Aja. È la prima volta che viene utilizzata la disciplina della programmazione negoziale per attività in campo sociale e per le politiche dell?infanzia”.
Politiche di cui, dal 13 al 14 novembre, si è occupato il convegno Bambini adottati da altri Paesi, nuovi contesti di vita, organizzato a Firenze dal ministero delle Pari opportunità. Al centro della discussione, la presa in carico consapevole della famiglia adottante. Intesa, soprattutto, come conoscenza dei contesti che il bambino ha lasciato. Una presa in carico che, oggi, sembra ancora disgiunta dalla riflessione sulla situazione dei Paesi da cui i bambini adottati provengono e in parte poco sensibile ai temi della solidarietà e della cooperazione. Indicativi, in questo senso, i dati forniti dalla Commissione adozioni internazionali sulla graduatoria dei Paesi di provenienza dei minori, che vedono ai primi posti quelli abitati da persone con caratteristiche somatiche simili a quelle italiane: Ucraina (24,2%), Bulgaria (10%), Bielorussia (8,8%) e Russia (8,6%).
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