Economia

MALTEMPO. Il Po è salito di 2,15 metri in un giorno

La rilevazione effettuata a Pontelagoscuro. Ecco la situzione secondo il rapporto di Coldiretti

di Redazione

In Puglia nella zona di Manfredonia le forti mareggiate hanno rotte le dune e l’acqua salmastra è entrata nelle aree coltivate allagando cento ettari di terreno coltivato ad ortaggi, mentre è allerta vigile in Pianura Padana dove il livello idrometrico del fiume Po a Pontelagoscuro è salito di 2,15 metri in un solo giorno e si contano i pesanti danni in Sardegna con raccolti distrutti, animali morti, semine da rifare, serre e capannoni abbattuti dalla furia della natura. E’ quanto emerge dal monitoraggio effettuato dalla Coldiretti che evidenzia come la pioggia intensa abbia provocato un rapido ingrossamento dei fiumi con il livello idrometrico del fiume Po che a Pontelagoscuro è salito in un giorno da – 3,42 a – 1,27 metri alle ore 10,00 del 2 dicembre.
 
In Sardegna ci sono danni gravissimi con dilavamento dei terreni e decine di aziende ancora inaccessibili e la Coldiretti isolana ha chiesto un intervento straordinario e immediato per consentire all’agricoltura di ripartire mentre dalla pianura padana giungono notizie di un vigile stato d’allerta.
 
Nel Mantovano è sotto esame la situazione del Secchia, fiume più piccolo ma proprio per questo più rapido nella crescita e con meno golene di espansione. Alcune famiglie sono state evacuate ieri da una golena a San Benedetto Po. Nessun danno evidente nel Polesine perché in questo momento non ci sono coltivazioni in atto, a parte le orticole, che non fanno registrare al momento problemi. Unico inconveniente è per quegli agricoltori che ancora devono ultimare le semine del grano, poiché le forti piogge hanno reso i campi un pantano non facilmente praticabile. Simile la situazione del Cremonese dove i campi da poco seminati (a cereali autunno-vernini: grano tenero, grano duro e orzo) sono stati sottoposti a un eccesso di pioggia. L’acqua non sta ‘sgrondando’, rimane nei terreni (che da campi di frumento e orzo somigliano sempre più a ‘risaie’), ed è quindi probabile che le coltivazioni, quando nasceranno, possano presentare tutte le problematiche da ristagno idrico (in sintesi: mancata germinazione delle piantine). I danni, quindi, si potranno e si dovranno contare solo tra un po’, tra un mese circa o più.
 
Qualche problema in Toscana, soprattutto nel Messese dove sono esondati numerosi fossi ed alcune aziende, come l’agrituristica “Foscalino” di Marina di Massa è affondata nel fango mettendo a serio rischio coltivazioni e specie animali.
 
In Puglia,  nella zona di Manfredonia le forti mareggiate hanno rotte le dune e l’acqua salmastra è entrata nelle aree coltivate allagando 100 ettari terreni a ortaggi mentre nel Foggiano alcune trombe d’aria hanno danneggiato strutture agricole. Nel Tarantino, a Castellaneta, sono stati allagati numerosi appezzamenti già vittime dell’alluvione del 2003. La caduta della pioggia è importante per la Puglia dopo mesi di assenza di precipitazioni e siccità ma per essere efficace e ristabilire le riserve idriche deve avvenire – sottolinea la Coldiretti – in modo costante e durare nel tempo, mentre i forti temporali, soprattutto se si manifestano con precipitazioni intense, rischiano di provocare danni poiché l’acqua che cade violentemente tende ad allontanarsi per scorrimento, portando con sé la parte superficiale del terreno e favorendo frane e smottamenti.
 
La caduta della neve invece – conclude la Coldiretti – consente di ripristinare le riserve idriche ed è destinata a portare generalmente sollievo all’agricoltura, secondo l’antico proverbio contadino “sotto la neve pane”, tranne nei casi in cui il peso del manto nevoso non determini danni alle colture o alle strutture agricole come le serre o, ancora, la neve non renda inaccessibile l’accesso alle aziende per la consegna del prodotti deperibili e per l’alimentazione del bestiame


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