Cultura
Maltempo: Exodus allagata. Don Mazzi ringrazia le istituzioni
''Allagati per la quinta volta e nessuno si prende la responsabilita'. Dov'e' il comune? E la Provincia? E la Regione?''. E' un duro attacco quello che di don Mazzi
di Redazione
”Allagati per la quinta volta e nessuno si prende la responsabilita’. Dov’e’ il comune? E la Provincia? E la Regione?”. E’ un duro attacco quello che don Antonio Mazzi lancia alle istituzioni lombarde dalla ormai impraticabile Fondazione Exodus in balia del maltempo, nonostante l’accorato grido di allarme lanciato ieri e raccolto da giornali e tv. ”Per la quinta volta siamo allagati. Il Lambro, come tutti gli anni, ha puntualmente rotto. Ha allagato tutte le stradine e i prati attorno alla comunita’, dove abbiamo gia’ un metro d’acqua: non vi dico la rabbia che ho in corpo. La mia rabbia, poi, tocca l’apice quando alzo il telefono e chiedo di chi sarebbero le responsabilita’ -si arrabbia don Mazzi- il Comune non c’entra, la Provincia non c’entra, la Regione ha responsabilita’ parziali ed entra in campo il fantomatico Magistero delle Acque che non si sa dove sia, cosa faccia e a cosa serva”.
”Oggi la situazione si e’ fatta davvero critica, tanto che tutti gli ospiti della comunita’ sono stati sfollati e trasferiti a Verona. Durante la notta e’ arrivata l’ondata -spiega Don Mazzi, rimasto a presidiare la Comunita’- un metro di acqua ha gia’ inondato la parte destra della comunita’. Ho cercato in tutta fretta un pullman, perche’ la Protezione Civile ci ha detto che non ha ne’ sacchi di sabbia ne’ mezzi. Stiamo aspettando i Vigili del Fuoco e sono felicissimo perche’ da parte del Comune sentiamo una grandissima solidarieta’. Infatti nessuno ha chiamato. Credevo che le barche servissero solo a Noe’. Purtroppo, secoli dopo, noi non abbiamo neanche quella: cioe’ l’Arca. Siamo stati costretti infatti a sgomberare l’intera comunita’ nonostante l’allarme lanciato ieri, i miei 50 ragazzi sono stati obbligati a scappare a Verona”. ”Talvolta mi domando -prosegue don Mazzi, che affida la sua accusa anche al suo sito internet www.exodus.it – se noi siamo cittadini di Milano oppure vagabondi accettati all’estremita’ del parco con il tacito ordine di non rompere e di raccogliere la gente piu’ disperata. Se a questo mondo ci sono matti, tossici, alcolizzati e battone, la colpa e’ certamente mia. Percio’ anche le conseguenze. Devo ringraziare la Protezione Civile: e’ rimasta tutta notte con noi, offrendoci perfino il caffe”’.
”La cosa che piu’ mi ha sconcertato e’ che nonostante il rilievo avuto sui giornali del mio grido d’allarme, nessun rappresentante delle istituzioni ha pensato di fare sentire la sua voce -rincara don Mazzi- non dico per offrire aiuti concreti, ma nemmeno come gesto di solidarieta’ nei confronti dei ragazzi. Siamo rimasti soltanto io e altri tre operatori, immersi in un metro d’acqua, senza che nessuno si preoccupi di venire a verificare la situazione, che, lo sottolineo, e’ assolutamente disperata”. ”E’ questa l’attenzione che le istituzioni e i cittadini mostrano verso chi ha piu’ bisogno di aiuto? Da 15 anni andiamo dicendo che bisogna intervenire sul fiume Lambro. E’ da anni che non viene dragato. Le sponde sono inadatte e la parte che lambisce la nostra comunita’ -conclude don Mazzi- l’abbiamo dovuta sistemare noi con le nostre mani, alzando le sponde e rinforzando gli argini”.
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