Sostenibilità

Malpensa, il WWF: meglio due senza tre

Lettera aperta del WWF alla vigilia del Consiglio Regionale della Lombardia: “Serve davvero la terza pista a Malpensa?”

di Redazione

In una lettera aperta inviata oggi a Roberto Formigoni, presidente della Giunta Regione Lombardia, Letizia Moratti, sindaco di Milano, Giuseppe Bonomi, presidente SEA, e per conoscenza a Michael O?Leary, amministratore delegato di Ryan Air, il WWF spiega perché la terza pista a Malpensa è più dannosa che necessaria.

La realizzazione della terza pista, tema non dichiarato ma presente nel dibattito sulle sorti dell?aeroporto milanese, non tiene conto di tre elementi fondamentali: la necessità (e possibilità) di rendere più efficiente l?attuale sistema Malpensa, la necessità di considerare il danno ambientale, già oggi molto elevato, sul sistema ecologico del fiume Ticino, la sostenibilità sociale rispetto alla qualità della vita e alla salute dei cittadini.

Ma a Malpensa serve davvero una terza pista? Il paragone con l?hub inglese di Heathrow aiuta a farsene un?idea. Malpensa ha due piste, ognuna di 3.920 metri, e nel 2006 ha movimentato 21.767.267 passeggeri. Heathrow ha 2 piste, di 3.902 e 3.658 metri (più una terza usata soprattutto come pista di rullaggio), e nel 2006 ne ha movimentati 67.500.000; e solo ora, con una stima al 2030 di oltre 182 milioni di passeggeri all?anno, si ipotizza per questo aeroporto una terza pista. Questo significa che a parità di piste Malpensa movimenta meno di un terzo dei passeggeri di Heathrow e, quindi, che la capacità di movimentazione non dipende solo dal numero di piste.

Tra l?altro, come ricorda la stessa Confindustria Lombardia nella ?Carta per Malpensa e per lo sviluppo del sistema aeroportuale lombardo?, nel nostro paese non esiste un vero e proprio sistema aeroportuale, ma una sommatoria di aeroporti (11 nel solo nord Italia con collegamenti garantiti con i principali hub europei), talvolta nati solo per soddisfare necessità locali.

?Un punto critico ? dichiara Michele Candotti, Segretario Generale del WWF Italia – è dato dall?erroneo presupposto che l?aumento del traffico aereo implichi automaticamente l?espansione dell?aeroporto di Malpensa e della complessa rete di infrastrutture collegate. Perché non ottimizzare invece l?impiego delle infrastrutture esistenti a Malpensa, definendone la vocazione principale e la complementarietà rispetto ad altri snodi europei e italiani? Servono scelte chiare, lungimiranti e culturalmente evolute. Ma soprattutto è necessario smettere di discutere e pianificare prescindendo dall?impatto ambientale e sociale di certe scelte.?

L?ecosistema del fiume Ticino, che subirà le conseguenze di ogni ampliamento e ogni nuova infrastruttura (una terza pista verso sud-ovest lambirebbe il corso del fiume distruggendo la terrazza naturale di Tornavento), è una riserva unica e cruciale di ossigeno e di natura in una zona ormai fortemente antropizzata, la più importante area per la biodiversità lombarda, un naturale corridoio ecologico che collega le Alpi con il Po, oltre che un?importante meta di salute, ricreazione e svago per quelle persone e famiglie, sempre più numerose, che non si possono permettere il lusso di andare lontano. Non a caso, l?area coincide anche con il riconoscimento MAB (Man and Biosphere) assegnato dall?UNESCO nel 2002 proprio per garantire all?area uno sviluppo economico e umano nel rispetto della natura, sfida raccolta finora con esito incerto dai parchi regionali lombardo e piemontese.

?L?ambiente, la nostra salute, il nostro benessere fisico e mentale – conclude Candotti – non possono, ancora una volta, essere vittime sacrificali di scelte sbagliate, poco trasparenti o poco lungimiranti. E questi aspetti possono essere facilmente conciliabili con le esigenze di uno sviluppo economico.?

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