Mondo
Mali, un colpo di Stato scuote l’Africa occidentale
«Abbiamo deciso di assumerci le nostre responsabilità davanti al popolo e davanti alla storia». Roboanti, come da tradizione, le parole del militare che si è proclamato portavoce dell'esercito, dopo il golpe che ha deposto il governo e sciolto le istituzioni del Paese
di Marco Dotti
Soldati dell'esercito del Mali hanno arrestato ieri il presidente del Paese africano, Ibrahim Boubacar Keïta. il premier Boubou Cissé e alti funzionari.
I fatti
Fonti riferiscono che presidente e premier, in seguito a un'azione coordinata che ha l'aspetto di un colpo di Stato, sono detenuti in un campo militare, nei pressi della capitale Bamako.
Nelle scorse ore, davanti a una telecamera, protetto in modo surreale da una mascherina chirurgica, l'oramai ex presidente maliano ha "rassegnato" le proprie dimissioni".
«Da questo momento ho deciso di dimettermi dalla mia posizione e da tutti i miei doveri», ha dichiarato Ibrahim Boubacar Keïta. Il discorso, probabilmente registrato nelcampo militare di Soundiata-Keïta a Kati, è stato trasmesso sull'emittente nazionale ORTM. Nel sottopancia, in evidenza, la qualifica: "Presidente uscente della Repubblica".
Settantacinque anni, salito al potere sette anni fa, Ibrahim Boubacar Keïta si è soffermato sulle proteste che da mesi scuotono il Paese e sulle tensioni interne all'esercito, impegnato nella lotta al jihadismo. «Se oggi alcuni elementi delle nostre forze armate hanno deciso che doveva finire tutto con il loro intervento, ho davvero altra scelta?».
L'ex presidente ha infine "accettato" di sottomettersi «perché non voglio che venga versato del sangue». Tra le conseguenze immediate delle dimissioni, segnaliamo lo scioglimento dell'Assemblea nazionale e la caduta del Governo in carica. Si apre ora un difficile periodo per il Paese.
Le reazioni internazionali
Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha chiesto il rilascio «immediato e incondizionato»di Keita e Cisse, mentre la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) ha condannato il blitz, impegnandosi a chiudere le frontiere terrestri e aeree al Mali e a spingere per sanzioni contro «tutti i golpisti e i loro partner e collaboratori».
Stati Uniti e la Francia hanno rilasciato dichiarazioni separate, esprimendo profonda preoccupazione per la svolta degli eventi e sollecitando un cambiamento di regime.
Il Presidente francese Emmanuel Macron ha anche discusso la crisi con le sue controparti in Nigeria, Costa d'Avorio e Senegal e ha espresso il suo «pieno sostegno agli sforzi di mediazione in corso degli Stati dell'Africa occidentale».
Le prime dichiarazioni dei golpisti
«Noi, le forze patriottiche raggruppate nel Comitato Nazionale per la Salvezza del Popolo, abbiamo deciso di assumerci le nostre responsabilità davanti al popolo e davanti alla storia».
Roboanti, come da tradizione, le parole del militare che si è presentato al Paese e al mondo come portavoce dell'esercito, il colonnello maggiore Ismael Wagué, vice capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare.
«Il nostro Paese, il Mali, sprofonda giorno dopo giorno nel caos, nell'anarchia e nell'insicurezza a causa degli uomini responsabili del suo destino».
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