Mondo

Malesia: cresce l’estremismo islamico

I fedeli cristiani e di altre religioni diverse dall'Islam hanno paura

di Gabriella Meroni

I cristiani e fedeli di altre religioni non islamiche in Malaysia sono sempre più preoccupati per la crescita dell’estremismo islamico nel paese. Gli estremisti attaccano chiese cristiane di varie confessioni e templi indù. Il Consiglio consultivo dei buddisti, cristiani, indù e sikh ha sottolineato la discriminazione delle fedi non islamiche, come ostacoli nell’ottenere permessi per edificare luoghi di culto, restrizioni per le pratiche religiose e una diversità di trattamento nell’accesso ai mass media. I cristiani e gli altri credenti si domandano cosa potrebbe succedere se si permettesse al fondamentalismo islamico di diffondersi senza controllo. L’ultimo di una serie di tentativi di incendio è quello del 27 ottobre quando estremisti hanno incendiato la chiesa di Sabang Jaya. Gli attacchi precedenti sono del 13 e 14 ottobre, tra questi vi è il tentativo di dar fuoco alla chiesa cattolica di Cristo Re a Sungai Petani, circa 190 miglia nord ovest di Kuala Lumpur, e il lancio di bottiglie Molotov contro la Chiesa cattolica di S. Filippo a Sagamat nello stato meridionale di Johore, nell’attacco è stata danneggiata solo la porta. Membri del gruppo dei Mujahedin malesi (Kumpulan Militan Malaysia, KMM), i cui adepti si suppone addestrati in Afghanistan, sono sospettati di aver incendiato a luglio il centro cristiano Marthoma a Sungai Patani, e di aver fatto esplodere bombe contro un’altra chiesa e un tempo indù. Questi atti criminali sono interpretati come una reazione agli attacchi occidentali contro l’Afghanistan e si ritiene che il fondamentalismo islamico in Malaysia sia influenzato da gruppi estremisti dei paesi vicini come il Laskar Jihad indonesiano. Simili preoccupazioni stanno crescendo anche a Singapore e nelle Filippine. Il primo ministro malese, Mohathir Mohamad ha lanciato l’allarme sulla presenza nella regione di una rete estremista.


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