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Maldive: i tour operator, ma qui lo tsunami non è passato…

L'associazione italiana tour operator a Male: tutto sotto controllo. E i maldiviani ammettono: «Abbiamo quantificato i danni in una cifra importante perché vogliamo ricostruire»

di Gabriella Meroni

L?aereo atterra sulla pista dopo aver sorvolato Male. Curiosi, cerchiamo i segni dello tsunami. Niente. Appena scesi, dopo il consueto cocco ristoratore, siamo trasportati immediatamente in barca veloce su un?isola a pochi chilometri, in un bel villaggio, uno dei primi sorti per il turismo d?élite, e oggi utilizzato anche per ospitare le delegazioni internazionali. E infatti, incontriamo anche Kofi Annan, in visita con il presidente per valutare i danni e stanziare i fondi per la ricostruzione.   L?hotel è bellissimo, le camere confortevoli e raffinate, con il bagno balinese, aperto su un giardinetto privato pieno di fiori. Ma subito iniziano i lavori. Il console delle Maldive in Italia Carlo Giacoma e la rappresentante onoraria consolare italiana a Male, Giorgia Marazzi, ci hanno fissato immediatamente i primi incontri ufficiali.     Ci attendono il ministro del turismo Mustafa Lutfi, il ministro della Sanità, i responsabili delle associazioni turistiche. Il presidente ASTOI Giuseppe Boscoscuro e il direttore generale Alberto Corti sono molto importanti alle Maldive: rappresentano oltre 130 mila italiani che ogni anno prenotano e fanno una vacanza nell?arcipelago; sono il primo e più importante flusso turistico, motore dell?economia locale. Il fatto che siano accompagnati da Tv, radio, agenzie di stampa, stampa specializzata e quotidiani rende l?appuntamento ancor più significativo. Da questi colloqui dipende il prossimo futuro dell?arcipelago ?piegato? ma fortunatamente non spezzato dall?onda. Il ministro dice chiaramente: abbiamo quantificato i DANNI in una cifra importante perché vogliamo ricostruire le isole dove vive la nostra gente ma anche cercare di dare un nuovo sviluppo. Siamo un popolo che vive quasi esclusivamente di turismo e per fortuna la MAGGIOR PARTE delle isole con i villaggi e i resort è passata INDENNE. Ma vi portiamo nelle isole abitate da noi e vedrete. Le capanne e le semplici case, i muretti fatti di materiale corallino hanno ceduto alla forza dell?acqua. La gente qui ha bisogno di speranza nel futuro: è dal 26 dicembre che gli uomini hanno lasciato le loro attività di pesca, piccolo commercio e turismo per dare una mano a pulire, riparare e tornare alla normalità al più presto, per dimenticare il peggior incubo mai vissuto. Solo i bambini sono allegri e contenti che le scuole siano chiuse. Come in tutto il mondo, del resto. Gli fa eco la ministra della Sanità, Aneesa Ahmed, una signora minuta ma piena di forza. Abbiamo ? dice ? lavorato al controllo della situazione sanitaria. Le isole turistiche hanno un loro generatore e impianti di desalinizzazione e depurazione che sono stati i primi ad essere riparati. Gli sfollati sono stati accuditi da parenti, amici e da un?organizzazione di gestione della crisi organizzata per la prima volta dal governo. La situazione è SEMPRE stata SOTTO CONTROLLO, ma dobbiamo ritornare al più presto alla normalità, questo periodo non può durare troppo. Fonte: www.astoi.com


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