Welfare

Malacrida (Adecco Italia): «L’occupabilità oggi conta più dell’occupazione»

«Nell'Italia della pandemia il Governo ha deciso di assumere «provvedimenti tampone a colpi di cassa integrazione e ristori», spiega il Country Manager del Gruppo, «si poteva fare meglio, spingendo chi è in cassa integrazione ad interrogarsi sul proprio background formativo, ragionando sullo status quo e sulle prospettive future. Occorre riempire il tempo in cui le persone sono tenute a stare a casa, obbligandole a investirlo in formazione»

di Redazione

Se chiedete ad Andrea Malacrida, country manager di Adecco Italia (1,9 miliardi di giro di affari nel 2019 con 50mila persone che ogni giorno lavorano per il gruppo) se sul fronte lavoro nell’Italia della pandemia si poteva fare di meglio vi risponderà con una fotografia: quella degli addetti del settore neve e hotellerie che nello spazio di una notte si sono visti chiudere la stagione invernale con una decisione last minute del confermato ministro della Salute Roberto Speranza: «Imprenditori che avevamo assunto e messo al lavoro centinaia di persone che ora si trovano a gestire buchi incredibili, così come i lavoratori».

Più in generale in questo anno il governo ha deciso di assumere «provvedimenti tampone a colpi di cassa integrazione e ristori che non basteranno mai a soddisfare tutto il bisogno». Si poteva fare meglio e forse si può ancora fare meglio. Come in concreto? «Spingendo chi è in cassa integrazione ad interrogarsi sul proprio background formativo, ragionando sullo status quo e sulle prospettive future». In altre parole: «Occorre riempire il tempo in cui le persone sono tenute a stare a casa, obbligandole a investire quel tempo in tempo di formazione». Aggiunge Malacrida: «Noi stessi con Phyd mettiamo a disposizione una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale che aiuta a orientarsi nel mondo del lavoro e ad acquisire e aggiornare le competenze richieste dal mercato. Si tratta di un modo non tanto per risolvere l’urgenza della perdita di stipendio nel breve periodo, Phyd non permette di trovare un lavoro, quanto di costruire una visione di medio periodo in base alle mie capacità, predisposizioni e desiderata. In fondo è questo il nocciolo di un cambio di paradigma che dobbiamo costruire».

Si deve passare dal concetto di occupazione a quello di occupabilità. Ed è su quest’ultimo che occorre investire. Facciamo un esempio concreto? «Gli addetti di ristoranti e hotellerie possono venire facilmente formati e riskillati per esempio nel mondo della sanificazione e del cleening nelle aziende che oggi hanno un obbligo aggiuntivo rispetto al mondo pre-pandemia. Questo è un primo step di breve periodo. Poi c’è il secondo step, quello di un riposizionamento strategico di medio periodo. E allora bisogna porsi questa domanda: da qui a tre anni quali sono le job più richieste? Phyd risponde soprattutto a questo interrogativo, la logistica per esempio è un settore in grande trasformazione».

Cambierà quindi anche la funzione delle agenzie per il lavoro: non più solo quello di fare matching fra domanda e offerta, ma anche quello di analisti del mercato del futuro? «Il fatto che per chi fa il mio mestiere è molto più semplice se ci sono persone da “piazzare” è una realtà evidente. Se allora io riesco a orientare i principali stakeholder (candidati, università, scuole, aziende, istituzioni) sulla base di quello che sarà il mercato del lavoro, avrò vita più facile piuttosto che continuare a ripetere che ci sono 3 milioni di posti vacanti che non si trovano. La nostra condizione di mercato ottimale è quella a disoccupazione zero, con una flessibilità sana e moderna, non come quella imposta da misure fuori dal tempo come il decreto Dignità, che fra l’altro è stato sospeso per un anno durante la pandemia».

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