Politica

Mailbombing contro le bombe

La Tavola della pace promuove un'azione urgente per evitare che martedì 11 dicembre venga approvato il Disegno di legge delega che riformula l'apparato militare italiano. "Si taglia il personale per acquistare più armi e aerei da guerra"

di Daniele Biella

Bisogna fare in fretta. E l’obiettivo è uno dei più difficili: convincere uno a uno più parlamentari possibile che sul loro parere positivo al voto di martedì prossimo 11 dicembre sul Disegno di legge Di Paola stanno sbagliando. “Egregio Sig. Deputato, Le scrivo per chiedere il Suo impegno personale contro l’approvazione del Disegno di legge delega di revisione dello strumento militare presentato dal ministro della Difesa Giampaolo Di Paola”: si apre così la lettera via mail che centinaia di cittadini, e le associazioni coordinate dalla Tavola della pace, stanno spedendo in queste ore ai parlamentari interessati.

Il Ddl Di Paola non riduce ma aumenta la spesa pubblica; taglia il personale per comperare i cacciabombardieri F35 e altre armi; trasforma le Forze Armate in uno strumento da guerre ad alta intensità incompatibile con l’articolo 11 della Costituzione; costringerà i Comuni alluvionati o colpiti da una catastrofe naturale a pagare il conto dell’intervento dei militari; non prevede alcuna cancellazione degli sprechi e dei privilegi né una vera riqualificazione della spesa militare; impegna 230 miliardi per i prossimi 12 anni senza aumentare di un solo grado la nostra sicurezza”, recita la missiva, che chiede di “cambiare questa legge delega e di avviare una seria riforma delle forze armate coerente con una nuova idea di sicurezza e una nuova visione del ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo e compatibile con le possibilità economiche del Paese”.

Le tante adesioni alla mobilitazione e le motivazioni approfondite con cui si chiede lo stop a Ddl, sono consultabili sul sito della Tavola, perlapace.it. “E’ oramai un anno che portiamo avanti questa battaglia, ora siamo arrivati la punto di non ritorno: se martedì arriva l’approvazione, fatto probabile perché sia Pd che Pdl sembrano intenzionati a dare parere positivo, non ci sarà più possibilità di tornare indietro”, spiega Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace. “Il fatto paradossale è che questo testo non è stato redatto e discusso dal Parlamento, all’interno della decisione di quale strumento militare adottare per il bene dell’italia, ma è stato approntato dall’alto, dal Governo, passando dall’aula di Montecitorio solo otto ore in tutto, una giornata lavorativa di un cittadino comune”.

Nella riorganizzazione delle spese militari prevista dal Disegno di legge delega, la voce che più salta all’occhio è la riduzione del personale militare e civile: “si passerà a 43mila effettivi in totale, contro i 183 militari e i 30mila civili di oggi”, mentre anche le infrastrutture “saranno ridotte del 30%”. Una sorta di spending review militare, certo, “ma il problema sta nel fatto che si risparmia in settori del genere per mantenere però in vita l’accaparramento di armi, che prevede 71 programmi di acquisto, e l’impegno per comprare i 90 aerei da guerra F-35, con un costo ingente per le casse delle Stato”, sottolinea Lotti. “Soldi che risulterebbero invece più utili in altri settori, soprattutto in tempo di crisi”.

Giovedì 6 dicembre Lotti e altri esponenti della Tavola della pace incontreranno il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini, “nella speranza di far cambiare loro idea”. Intanto, oltre al mailbombing di questi giorni (in fondo a questo link si può scaricare la lettera da inviare ai deputati), martedì 11 in concomitanza del voto le associazioni saranno in piazza fuori da Montecitorio, “per far sentire anche lì la nostra voce”.

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