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Mai più dilettanti allo sbaraglio

Il progetto, all’esame del Parlamento, riconoscerà il ruolo degli enti di base che per anni hanno riempito il vuoto dello Stato e del Coni. Lo status giuridico permetterà loro di stipulare contratt

di Pasquale Coccia

Il disegno di legge presentato due mesi fa dal vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni, che dal governo Prodi ha la delega allo Sport, sulle società sportive dilettantistiche, le associazioni e gli enti di promozione è in dirittura d?arrivo. Lo stesso Veltroni ha sollecitato le forze politiche affinché diano la sede legislativa alla commissione Cultura, Istruzione e Sport della Camera per accelerarne l?iter. A lungo l?associazionismo sportivo ha sopperito all?assenza dello Stato e del Coni, soprattutto in quelle realtà sociali più emarginate, grazie all?impegno volontario di migliaia di allenatori e dirigenti. E a lungo lo Stato e il Coni, si sono limitati a riconoscimenti di facciata. Quel tessuto associativo, che tra mille difficoltà consente a tre milioni di cittadini di praticare un?attività motoria sul territorio, periodicamente e a costi contenuti, riceverà il riconoscimento giuridico dal Parlamento. Che non si tratti solo di una presa d?atto del governo Prodi di una realtà diffusa e di indiscutibile utilità sociale, ma, di un tentativo più ampio di includere anche l?assetto istituzionale sportivo nel processo costituente, lo confermano diversi parlamentari. A loro parere, l?approvazione del progetto di legge introdurrà un fattore di grande rinnovamento nell?ambito sportivo italiano. Questo è solo il primo di una serie di passi che occorre fare sul piano legislativo in materia di sport, ma a detta di tutti la nuova legge avrà certamente un valore fortemente dirompente, che il Coni dovrà cogliere. E loro, gli enti di promozione sportiva, che cosa pensano del disegno di legge Veltroni? «Metterà ordine nella giungla dello sport», dichiara Donato Mosella presidente nazionale del Csi (Centro sportivo italiano) il più rappresentativo degli enti, «anche se pone alcuni vincoli come la presentazione del bilancio al Coni e la centralità di questo ente nell?assegnazione dei finanziamenti. Per chi è impegnato nella promozione dello sport sociale, il riconoscimento giuridico significa consolidare il rapporto con la società, attraverso convenzioni con la scuola e gli enti locali per la gestione autonoma degli impianti sportivi. Fino a oggi il riconoscimento del Coni verso gli enti è stato aleatorio e incerto, questo ha influito negativamente sulla nostra azione sportiva quotidiana. Chiediamo soprattutto trasparenza nella concessione dei finanziamenti che servono andare a sostegno unicamente di quei progetti sportivi che avranno una reale incidenza sociale». Lo scontro, oggi in atto, tra lo sport spettacolo in mano ai grandi gruppi editoriali ed economici italiani e lo sport sociale gestito dall?associazionismo, preoccupa Gianfranco Missaglia, presidente dell?Uisp (Unione italiana sport per tutti). A suo parere , «la partita che si sta giocando è tra profit e non profit, tra il grande professionismo che vuole egemonizzare lo sport e vincolare i cittadini alla pay-tv e l?associazionismo che vuole renderli protagonisti del proprio corpo e della salute attraverso lo sport. Legittimare lo sport dilettantistico è un passo importante, ma è necessario determinare un regime fiscale a misura delle piccole società, consentire un più facile accesso al credito sportivo e agli impianti». La legge Veltroni sembra aver colto lo spirito delle richieste avanzate dagli enti di promozione, che per l?elaborazione del testo sono stati interlocutori privilegiati e preziosi del vicepresidente del Consiglio. Al Coni non vedono di buon occhio quel 1,50% degli incassi lordi proveniente dalle lotterie sportive, che per legge dovranno ora essere destinati agli enti di promozione, ma per l?associazionismo rappresenta proprio una boccata di ossigeno.


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