Famiglia
Mai giudicare: così si affronta l’anoressia
Come affrontare i disturbi alimentari
di Redazione
Anoressia e bulimia sono sintomi alla moda, sosteneva Hilde Bruch. Cosa intendiamo oggi con questa affermazione? La diffusione dell’anoressia-bulimia è un effetto dell’influenza esercitata dall’industria della moda? Possiamo far coincidere la diffusione epidemica della patologia con l’avvento della società mediatica?
La causa dello scatenamento dell’anoressia-bulimia non può essere riduttivamente ricondotta a una sbrigativa risposta affermativa a queste domande. L’insorgenza dell’anoressia-bulimia spesso coincide con l’adolescenza, periodo in cui avvengono il passaggio dal corpo infantile a quello adulto, la separazione dalla famiglia e l’ingresso nella società.
Per decifrare il sintomo è essenziale distogliere lo sguardo dalla questione alimentare e concentrarlo sull’essere della donna, spostarsi dallo stomaco al cuore. Sicuramente per i genitori è più semplice credere che sia solo un problema di appetito, ma le cause sono ben diverse ed è indispensabile che la famiglia sia in grado di chiedersi cosa fa soffrire a tal punto una figlia da spingerla ad esprimersi in un modo così estremo. L’insorgenza del sintomo intacca l’equilibrio familiare. Non è facile per i genitori essere coinvolti in un problema come questo: le insicurezze, l’impotenza, i sensi di colpa sono tanti ed è frequente che non sappiano cosa fare o facciano la cosa sbagliata.
Capita molto spesso che l’eccessiva perdita di peso li porti a diventare particolarmente insistenti con la figlia per indurla a nutrirsi, ma questo è assolutamente errato e non fa che offrirsi come appiglio: l’importanza che viene data al cibo, a scapito dei bisogni affettivi, fa sì che l’anoressica inconsciamente rafforzi ancor di più la sua decisione di dimagrire. Inizia così una lotta interminabile che conduce immancabilmente ad un peggioramento della situazione. In questi casi è opportuno non colpevolizzare o accusare come se il problema dipendesse da una semplice questione di volontà. L’affetto e la fiducia sono certamente più utili dei rimproveri e delle costrizioni.
Dare voce ai pesi che gravano l’anima in uno spazio di ascolto in grado di accogliere la sofferenza delle pazienti ha effetti curativi molto efficaci. Un primo passo verso un percorso di guarigione possibile.
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