Welfare

Mai confondere la sicurezza con l’esercizio del potere

Nel 1866, la Corte suprema annullò così una sentenza capitale decretata dalla Corte marziale in guerra civile. Lincoln si piegò. E Bush?

di Fabrizio Tonello

è possibile cancellare, con una firma in fondo a un decreto presidenziale, la Costituzione degli Stati Uniti? Apparentemente George W. Bush pensa che si può, altrimenti non avrebbe promulgato l?Executive order con cui vengono istituiti tribunali militari, e segreti, di fronte ai quali potrebbe essere processato qualsiasi cittadino, americano o straniero, accusato di ?terrorismo?. Il vicepresidente Cheney ha giustificato il provvedimento dicendo che gli attentati alle Twin Towers «non sono un altro caso da aggiungere al lavoro dei tribunali, ma un atto di guerra». Molti giuristi americani hanno già osservato che: la ?guerra? esige una dichiarazione da parte del Congresso che esiste una situazione di conflitto con uno Stato nemico, non può essere un?etichetta applicata a qualsiasi congiuntura politica. Anche nel caso di una situazione di guerra approvata dal Congresso, le garanzie costituzionali non vengono sospese, le elezioni si tengono a scadenze regolari e i tribunali civili funzionano. L?unica eccezione possono essere i militari al fronte, in zona d?operazioni. Se quella contro il terrorismo fosse una ?guerra? in senso tecnico, ai prigionieri si applicherebbe la convenzione di Ginevra e non potrebbero essere processati per le loro azioni militari. A chi avesse dei dubbi, proponiamo la lettura di qualche passaggio della sentenza della Corte suprema del 1866, alla fine della guerra di Secessione. Per facilitare la comprensione del testo, diremo soltanto che Lambden P. Milligan era stato condannato a morte da un tribunale militare in Indiana per ?attività sleali?. Lincoln aveva rinviato l?esecuzione, approvata invece dal nuovo presidente, Andrew Johnson. L?avvocato di Milligan portò la questione di fronte alla Suprema Corte, che decise che i tribunali militari non possono avere giurisdizione sui civili. Il dieci maggio del 1865, Lambden P. Milligan ha presentato una petizione alla corte distrettuale degli Stati Uniti dell?Indiana. Milligan insiste che la commissione militare che l?ha condannato a morte non aveva alcuna giurisdizione per processarlo sui capi d?imputazione in questione, né su altri. L?importanza della domanda non può essere sottostimata; perché coinvolge la struttura stessa del nostro governo e i principi fondamentali della libertà americana. Durante l?ultima Rivoluzione, la furia dei tempi non ha permesso la calma necessaria per un dibattimento e una discussione, tanto necessarie per una conclusione corretta di un caso puramente giudiziario. All?epoca le considerazioni sulla sicurezza sono state confuse con l?esercizio del potere. La tesi è: in guerra il comandante di una forza militare ha l?autorità di sospendere tutti i diritti civili e le azioni giudiziarie, ed assoggetta i cittadini così come i soldati ai voleri della sua volontà; e non può essere frenato nell’esercizio della sua autorità legale. La legge marziale, stabilita su una tale base, distrugge ogni garanzia costituzionale e de facto rende ?i militari indipendenti e al di sopra del potere civile democratico?. La libertà civile e questo tipo di legge marziale non possono convivere; il contrasto è inconciliabile; e, delle due, una o l?altra deve soccombere. La legge marziale non può mai esistere se le corti sono aperte ed esercitano liberamente la loro giurisdizione.


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