Welfare

Mafia Capitale, Cittadinanzattiva: «Una sentenza soddisfacente a metà»

Parla Stefano Maccioni, avvocato dell’associazione. «Aspettiamo le motivazioni per capire il perché della mancata associazione mafiosa. Serve comunque più attenzione al diritto al risarcimento del danno delle parti civili. Faremo una campagna»

di Lorenzo Maria Alvaro

I giudici della X sezione penale di Roma a conclusione del processo a Mafia Capitale hanno condannato Salvatore Buzzi a 19 anni, Massimo Carminati a 20. Per Mirko Coratti, ex presidente del Consiglio comunale di Roma ed esponente del Partito democratico, 6 anni di carcere, due anni più rispetto a quelli richiesti dai pm del pool Antimafia. Per Luca Gramazio, ex consigliere regionale Pdl, la pena è di 11 anni. Dieci anni a Franco Panzironi, ex ad dell'Ama. Riccardo Brugia a 11 anni. Luca Odevaine, ex componente del Tavolo di coordinamento nazionale sui migranti del Viminale, è stato condannato a sei anni e sei mesi. A sorpresa però hanno escluso l'associazione di stampo mafioso riconoscendo solo quella semplice. Tra le parti civili si è costituita anche Cittadinanzattiva. Abbiamo intervistato l’avv. Stefano Maccioni che la rappresentava.


Lei è stato chiamato a rappresentare l’associazione. Come mai?
Ci siamo costituiti parte civile in tutti i filoni di Mafia Capitale, quindi in tutti i processi. Siamo stati legittimati a costituirci per le battaglie di Cittadinanzattiva contro il malaffare la lotta agli sprechi e alla corruzione. Nel nostro costituirci lo abbiamo fatto per tutti i reati contestati.

La sentenza è importante…
È il riconoscimento che c’era un’associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione del denaro pubblico. Un sistema istituzionalizzato e basato sulla manipolazione di appalti e corruzione con la complicità di uomini politici di entrambi gli schieramenti. Per quanto concerne le eventuali censure bisogna aspettare le motivazioni

Nel senso che la sentenza non vi ha soddisfatto fino in fondo?
Per dirlo dobbiamo aspettare le motivazioni

Parla dell’esclusione dell’associazione mafiosa?
Sì, ma non solo. A caldo possiamo dire certamente che ci ha sorpreso l’esclusione dell’associazione mafiosa. Ma ci ha sorpreso anche il diverso riconoscimento della parte civile. Il tribunale ha disposto i risarcimenti in separata sede. Che significa che dopo la Cassazione, qualora fosse affermata la penale responsabilità, si dovrà aprire un processo civile per chiarire l’ammontare del danno da risarcire. Dobbiamo fare una campagna per sensibilizzare i tribunali nel considerare diversamente il diritto al risarcimento del danno delle parti civili.

Ora che succede?
Si andrà in appello, perché tutti si appelleranno nei confronti di questa sentenza. Quindi non ci resta che aspettare i novanta giorni delle motivazioni. Non appena ci saranno capiremo il perché di certe scelte e come muoverci.

Le pene però sono ingenti…
Le pene sì sono state molto severe.

Come lo spiega?
Si è riconosciuta la gravità estrema delle condotte

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