Maestre e maestri d’Italia, Alberto Manzi e i suoi allievi

Nel secondo episodio della serie, scaricabile da oggi, il grande pedagogo della tv in bianco e nero riscoperto nel lavoro pedagogico dell'insegnante Alice Mingardi nella primaria di Torre Pedrera (Rimini). La voce della giornalista Elisa Manacorda, allieva romana di Manzi, ricorda il maestro in classe

di Alessandro Banfi

Rosario, Gabriele, Gioia, Agnese, Sofia e Cecilia. E poi ci sono Alice, Alessia, Beatrice e Diego, Elia, Filippo e Federico, Chiara, Orghita e Mattia. Sono gli allievi della maestra Alice Mingardi nella seconda elementare della scuola primaria “Carla Ronci” a Torre Pedrera, vicino a Rimini.

Comincia così con un gioioso appello il secondo episodio della serie podcast Maestre e Maestri d’Italia, nata da un’idea di Riccardo Bonacina, in collaborazione con la redazione di VITA e realizzato con Chora media in collaborazione con Fondazione Cariplo. È un episodio bellissimo, titolo La Scuola a casa, dedicato ad un maestro che ha segnato tante vite nel nostro Paese. Stiamo parlando di Alberto Manzi, l’indimenticabile mattatore di Non è mai troppo tardi, la trasmissione Rai che all’inizio della tv pubblica italiana, ha insegnato, calcolano i sociologi, a leggere e scrivere ad un milione di italiani.

I bambini romagnoli sono allievi felici di una bravissima maestra, che abbiamo incontrato durante una mattinata passata nella loro classe. Una delle tante maestre italiane che segue il metodo del maestro più conosciuto della Tv. Il Centro Alberto Manzi di Bologna, diretto da Alessandra Falconi, non solo infatti conserva scritti e documentazione ma offre corsi di aggiornamento e preparazione a maestre e maestri che vogliano continuare l’opera di quell’insegnante, così legato all’alfabetizzazione dell’Italia nella seconda metà del Novecento. Una tecnica d’insegnamento dove il bambino è messo al centro ma anche dove l’osservazione della natura e del mondo diventa momento fondamentale per la formazione.


Racconta nel podcast Elisa Manacorda, ex allieva di Manzi alla scuola Fratelli Bandiera di Roma, e poi giornalista scientifica di successo: «C'erano dei giorni in cui passavamo l'intera giornata in terrazza. Avevamo una terrazza enorme all'ultimo piano dell’edificio scolastico, dove avevamo un erbario, un terrario. Avevamo animali, infilavano le mani nella terra, giocavamo con l'acqua, con gli animaletti, oppure osservavano i fenomeni meteorologici. Scrivevamo tutti i giorni com'era il cielo, come erano le nuvole, il sole quando tramontava, quando sorgeva. Insomma era proprio l'idea di vivere le cose che succedevano intorno a noi». Il figlio Massimo, che è un grafico e designer editoriale di successo, aggiunge: «Papà è stato un maestro di traverso. Che cosa intendo? Di traverso, come erano di traverso i banchi della sua classe… Nella classe di papà i banchi erano messi come capitava o in cerchio, oppure in piccoli gruppi di lavoro, cioè la stessa struttura logistica della classe veniva adattata alla didattica. Al metodo di insegnamento di papà: il banco veniva messo di traverso. E papà è stato un maestro di traverso. Che quando è il caso dice no. Ma non era un no senza proposte era un no che di proposte ne aveva eccome».

Nel podcast si sente anche la voce di Alberto Manzi, nella sua ultima intervista televisiva, quasi un testamento della sua avventura pedagogica.

La foto in apertura è un frame di un'intervista a Manzi del Dipartimento di Scienze dell'educazione dell'Università di Bologna a Manzi.

L'episodio da oggi scaricabile a questo link.

Scarica il primo episodio, dedicato a Eraldo Affinati e a don Lorenzo Milani.

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