Non profit

macché ronde, noi siamo angeli

Mario Furlan, fondatore dei City Angels, corpi civili diffusi in dieci città

di Martino Pillitteri

Per Maroni sono «un modello» cui le ronde dovranno ispirarsi.
Ma il fondatore ribatte: «Non ci occupiamo solo di sicurezza, ma di solidarietà concreta»
Nati da un’iniziativa di Mario Furlan nel 1994, i City Angels sono volontari di strada che transitano nei punti critici di dieci città italiane soprattutto nelle ore serali e notturne, diventando un punto di riferimento per i cittadini più deboli e un deterrente nei confronti di chi delinque. Ma il loro lavoro non è solo quello di arrestare o sedare le risse. «I City Angels», dice Furlan, «offrono anche servizi sociali come la distribuzione di cibo, di vestiti, di coperte, accompagnamento dei disabili, servizi legali gratuiti e di assistenza psicologica ai detenuti, aiutano gli immigrati a regolarizzarsi, a integrarsi e a imparare l’italiano. Con una mano contribuiamo alla sicurezza, con l’altra favoriamo la solidarietà e la partecipazione dei cittadini».
Vita: Qual è la differenza c’è  tra i City Angels e le ronde del ministro Maroni?
Mario Furlan: Personalmente sono contro le ronde, se per ronda si intende un gruppo di persone che si mettono insieme per fare pulizia e mandare via i balordi. Questo è intollerabile. Visto che il ministro ha fatto riferimento a noi, dicendo che le ronde devono essere come i City Angels, cioè solidarietà e sicurezza che vanno di pari passo, siamo d’accordo.
Vita: Siete pronti a collaborare?
Furlan: Se la filosofia e le premesse sono le stesse, siamo a disposizione. Ma invece di fare nuove associazioni sul nostro modello, non sarebbe più logico potenziare i City Angels e farli diventare una sorta di protezione civile cittadina nazionale? A Maroni vorrei dire: caro ministro, questo è un modello che funziona ed  esiste da 15 anni in dieci città. I risultati ci sono e sono notevoli. Perché non li consolidiamo?
Vita: E quali sono i risultati? 
Furlan: Abbiamo sedato circa 600 risse, fornito assistenza a 700 disabili, recuperato 140 tossicodipendenti, pulito una quarantina di parchi e salvato la vita a 92 cittadini feriti o aggrediti, oltre a 136 tossicodipendenti in overdose. Ma anche servito centinaia di pasti ad anziani soli, e distribuito migliaia di capi d’abbigliamento.
Vita: Come selezionate  i volontari?
Furlan: Ogni persona deve fare un colloquio psicoattitudinale. I nostri volontari sono missionari di pace, equilibrati e coraggiosi. Devono avere sangue freddo, calma, ma nello stesso tempo non si possono tirare indietro nelle situazioni di colluttazione. Facciamo un corso di formazione che dura tre mesi per due volte la settimana. In più, la nostra è una associazione multirazziale: abbiamo volontari di tante nazioni, molti extracomunitari, che ci sono anche molto d’aiuto con gli immigrati.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA