Famiglia

Ma sui minori stranieri, la legge è di Napolitano

«Cittadinanza mai stata così vicina». Parla Andrea Sarubbi

di Sara De Carli

Un assist meraviglioso. Questo sono state per Andrea Sarubbi le parole del presidente Napolitano, che il 22 novembre ha detto che negare la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri è ? alla lettera – «un’autentica follia, un’assurdità». Esulta il deputato Pd, che nel 2009 presentò insieme a Fabio Granata (allora Pdl, ora Fli) una proposta di legge bipartisan per modificare la legge sulla cittadinanza, impantanata da più di un anno in commissione Affari Costituzionali della Camera.
È il secondo appello del presidente su questo tema in una settimana? la strada è spianata?
Io ero lì al Quirinale quando Napolitano ha incontrato le seconde generazioni, sono tre anni che spero in una sua parola in questa direzione e quando l’ha detta ho pensato “finalmente!”. Poi il giorno dopo ho capito? l’Italia aveva un ministro per l’Integrazione. Quindi sì, questo è il momento buono, ci sono gli spazi politici per cambiare le regole, noi abbiamo un calcio di rigore da tirare? però non è un rigore a porta vuota.
In che senso?
La Lega è in tribuna, ma il Pdl continua ad averne paura. Il Pdl è paralizzato, ragiona già sulle alleanze con la Lega per le Politiche 2013 e diventa più leghista della Lega.
Che succede ora?
Occorre stralciare la questione della cittadinanza per i minori e cominciare a portare a casa quella, trovando un accordo, un compromesso.
Quali i paletti fondamentali?
Lo ius soli, su cui possiamo anche mediare dicendo che entrambi i genitori, non uno, devono essere residenti legalmente in Italia, senza interruzioni, da almeno cinque anni. E poi la scuola: per chi ha genitori che non rispettano quelle condizioni o per chi non nasce in Italia ma ci arriva da piccolo bisogna prevedere che la frequenza di un ciclo di studi dia diritto alla cittadinanza.


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