Sarà perchè il suo responsabile comunicazione, Maurizio Beretta, è a part time con la Lega calcio (dove, anche lì, davvero non brilla), sarà per una profonda crisi identitaria del dopo Profumo (il precedente Ad), fatto sta che la campagna pubblicitaria di UniCredit è stata pensata male, congegnata peggio e realizzata in modo osceno. Senza contare che i costi della campagna (che sono al momento oscuri) suonano come uno schiaffo in faccia ai piccoli risparmiatori che dal 1 gennaio 2011 ad oggi hanno perso, se possessori delle azioni UniCredit, l’80% dei propri risparmi. Il valore dell’azione UniCredit, infatti, è sceso da 12 euro del 15 gennaio di un anno fa ai 2,55 di oggi!
Poche ma chiare domande ai “geni” che hanno pensato la campagna:
1) Ma l’aumento di capitale di 7,5 miliardi, questi signori pensano sia sottoscritto dalla signora Maria di Treviso o dal ragionier Rossi di Milano? Dopo che è chiaro a tutti, forse non a Consob, che dal giorno in cui è stato chiamato l’aumento di capitale le azioni, “stranamente”, sono scese dai 4,20 euro del 4 gennaio 2012 ai 2,55 di oggi. Ma sono matti? Non sono stati neppure stati capaci di portare uniti i grandi azionisti all’appuntamento, chiamato tra l’altro con molto in ritardo, lasciando che i panni sporchi e le polemiche avessero un affaccio pubblico. Maddai.
2) Il claim della campagna pubbliciaria recita “Investite in una grande banca per far crescere insieme un grande Paese”. Con sventolio di bandiere, in primo piano quella di Unicredit, che a me è sempre sembrata quella di un villaggio Valtour di serie B, e in secondo piano quella italiana. Cavolo, ma sembra una pagina pubblicitaria pensata per un edizione speciale de Il Male! Se poi leggiamo interamente il messaggio si insiste su questo punto “Non sentite anche voi il bisogno di azioni concrete?” Certo che sì, ma andate in un qualsiasi sportello UniCredit a chiedere un mutuo se siete una giovane coppia o un prestito se siete un artigiano. Queste sarebbero azioni concrete no? Ma che pensano costoro che siamo tutti deficienti?
Il comunicato sulla campagna è poi incommentabile [in-com-men-tà-bi-le], ve ne riporto qualche passaggio: “Un grande sforzo di comunicazione per spiegare al pubblico il significato dell’aumento di capitale. La campagna è stata preceduta da un’intensa attività sulla stampa italiana (sic), attività che ha visto come protagonisti, in prima persona, i vertici del Gruppo. La campagna pubblicitaria è stata ideata e gestita da ConsorzioCreativi, in co-sharing con Publicis Italia. Sulla stampa, la bandiera UniCredit è affiancata alla bandiera italiana. Esse garriscono insieme e, sventolando in alto nel cielo, si rivolgono ai lettori per riaffermare che UniCredit è una grande banca al servizio del made in Italy nel mondo: la partecipazione all’aumento di capitale è una azione concreta, che rafforza e valorizza le capacità dell’intero sistema Paese”. No comment!
Oggi stesso nella mia casella mail è arrivata questa comunicazione: Class-action contro Unicredit, Ti invitiamo altresì a intervenire, sabato 4 febbraio 2012, alle ore 11.30, al teatro Quirino, in Roma, via delle Vergini 7, dove terremo un incontro operativo del quale pubblicheremo i dettagli con una nuova circolare e nel quale tratteremo anche delle iniziative da assumere nelle azioni contro l’Unicredit.
Certo che quelli di UniCredit ce la mettono tutta per far incazzare la gente e farsi spaccare le vetrine!
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