Cultura

Ma Roma deve fare un passo indietro

Raymond Lorenzo, urbanista esperto di ricostruzioni

di Redazione

«Finora il governo centrale ha deciso senza ascoltare la comunità. Un errore grave»Raymond Lorenzo, urbanista italo-americano, presidente e responsabile scientifico della cooperativa ABCittà, di terremoti se ne intende. Nel 97, a soli tre mesi dal sisma, era in Umbria a progettare la ricostruzione. Oggi lo ritroviamo a L’Aquila, invitato a un workshop organizzato dalla Confindustria locale. Per lui la domanda è la stessa di 12 anni fa: come si fa a ripartire?
Vita: Già, come si fa?
Raymond Lorenzo: Occorre dire che siamo in una situazione molto distante da quella dell’Umbria. In questo caso le autorità locali sono state scavalcate da Roma. In altre parole manca l’interlocuzione con la comunità. E questo crea dei cortocircuiti.
Vita: Per esempio?
Lorenzo: Due delle cinque aree individuate per la costruzione delle prime abitazioni post sisma sono a rischio idrogeologico. Non solo: quei terreni avevano una alta produttività agricola.
Vita: Di realtà pronte a mobilitarsi dal basso ne stanno nascendo, ha un suggerimento per loro?
Lorenzo: Il primo passo è uscire dalla logica dell’emergenza per puntare a fare qualcosa di davvero innovativo. L’Aquila, essendo un polo universitario, era una città fondata sull’economia immobiliare. Chi affittava le case oggi si ritrova in mano un pugno di mosche: saranno finanziati solo gli interventi di ricostruzione sulle prime case. E allora dico io, perché non convogliare le energie imprenditoriali e associative su un grande progetto di housing sociale e città sostenibile? Questo assicurerebbe davvero un futuro agli aquilani. Vale la pena provarci.

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