Welfare
Ma qual è il vero ruolo di Carla Del Ponte?
Se non consegna Mladic, Belgrado si scordi l'entrata nell'Unione europea: questo il senso dell'ultimo messaggio alla stampa del procuratore capo del Tpi. Cui prodest?
di Paolo Manzo
Per l’ennesima volta, oggi, il procuratore capo del Tribunale delle Nazioni Unite per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia, Carla del Ponte, ha rinnovato l’invito all’Unione Europea perché non riprenda i negoziati con la Serbia fino a quando Belgrado non collaborerà pienamente con il Tpi. «Siamo in un momento cruciale», ha detto da Bruxelles la Del Ponte, che domani sarà a Roma per un incontro con il ministro degli Esteri Massimo D’Alema. «Lo scorso anno, la Ue aveva deciso di sospendere i negoziati con la Serbia fino a quando non ci sarà la piena cooperazione con il Tpi. Questa posizione dovrebbe essere mantenuta perché…da ottobre non c’è più alcuna cooperazione con la Serbia». «Sto cercando di fare il mio lavoro», ha poi aggiunto il magistrato svizzero, denunciando che «molti premier e ministri europei sembrano improvvisamente troppo impegnati per incontrarla, probabilmente perché alcuni governi sembrano meno interessati alla cattura del criminale di guerra Ratko Mladic. Se ancora crediamo nello stato di diritto e nella giustizia internazionale…serve che la comunità internazionale ci aiuti ad eseguire il mandato di arresto».
La notizia battuta oggi dall’Adnkronos alle 16.51 non stupisce, dal momento che la Del Ponte ci ha abituato a interventi molto diretti, potremmo direi “a gamba tesa”, sulla questione serba e sulla mancata consegna al Tpi dei criminali di guerra Mladic e Karadzic da parte di Belgrado. Sul fatto che costoro siano da considerarsi criminali di guerra non ci deve essere dubbio alcuno: lo sono senza se e senza ma. I problemi, tuttavia, oggi sono ben altri e possono essere sintetizzati in quattro questioni.
Primo. La Del Ponte afferma di non essere più ?considerata? come un tempo da ministri e presidenti dei paesi dell?Unione europea i quali, dice lei, sarebbero meno interessati rispetto a qualche anno fa alla cattura di Mladic e Karadzic. La dimostrazione della veridicità delle sue parole è supportata dal fatto che domani il magistrato svizzero incontrerà il ministro degli esteri Massimo D?Alema, esponente di un paese, l?Italia, che della Ue è stato tra i fondatori.
Secondo. Essendo procuratore capo del Tribunale delle Nazioni Unite per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia e, dunque, un magistrato, ed essendoci una Corte ad hoc e un processo in corso, la prudenza oltre alla deontologia professionale consiglierebbero il silenzio mezzo stampa, naturalmente accompagnati da incontri, pressioni e intelligence su Belgrado, piuttosto che la sovraesposizione mediatica di un funzionario Onu che, come non bastasse, parla pure per bocca della Ue. Insomma, la Del Ponte, se proprio non può fare a meno di mostrare i muscoli a Belgrado, lo faccia almeno a nome del Palazzo di Vetro e non di Bruxelles.
Terzo. Anche i sassi oggi sanno che la Serbia si trova a un bivio, tra l?altro per l?ennesima volta nel corso della sua lunga storia. Da un lato l’Unione europea, dall?altro la Mosca di Putin, tradizionale partner dei sentimenti peggiori e ?di pancia? di Belgrado. Non crede il procuratore capo del Tribunale delle Nazioni Unite per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia che certe sue esternazioni nel medio ma, soprattutto, nel lungo termine, potrebbero essere molto perniciose per una normalizzazione dell’area?
Quarto. Probabilmente la Del Ponte non è a conoscenza che di recente ci sono state elezioni nella repubblica serba che hanno direttamente interessato il Kosovo, che sta all?ortodossa Belgrado come la basilica di San Pietro sta ai cattolici. Orbene, l?esito delle urne serbe e i problemi oggettivii che hanno i moderati in quel paese, tenuto altresì conto dell?impasse in cui la comunità internazionale è stata recentemente ?costretta? sullo status futuro del Kosovo (oggi ci sono truppe, anche italiane, di interposizione ma non è detto ci staranno per sempre), non dovrebbero suggerire una maggior prudenza alla Del Ponte?
Punti e domande che lasciamo aperte ai lettori e su cui vorremmo che anche Carla Del Ponte, a meno di suoi interessi ?altri?, riflettesse maggiormente.
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