Non profit

«Ma per favore non creiamo una gaycrazia»

di Maurizio Regosa

In agosto ha subìto un’aggressione assieme al suo compagno, eppure il 27enne Daniele Priori, vicepresidente nazionale di Gaylib (ala destra dell’associazionismo omo, 400 soci), una legge contro l’omofobia l’accetterebbe «obtorto collo»: «Non si può creare una gaycrazia. Da liberali siamo contrari all’idea di colpire i reati d’opinione».
Vita: La proposta Concia andava in quella direzione?
Daniele Priori: Un po’ sì. Comunque non avrebbe portato da nessuna parte.
Vita: In che senso?
Priori: Noi rovesciamo il ragionamento. I diritti individuali della persona omosessuale non li tuteli con una legge ad hoc. L’omosessuale va difeso quando è visibile, cioè quando è in coppia. Per questo, fin dalla nostra nascita, abbiamo puntato al matrimonio.
Vita: Matrimonio o unione civile?
Priori: Il matrimonio è l’unica cosa che stabilisce l’eguaglianza secondo l’articolo 3 della Costituzione.
Vita: Nel Pdl, cui fate riferimento, non è la posizione maggioritaria…
Priori: Non c’è uniformità di giudizio. Abbiamo proposto uno studio per una proposta di legge sulle unioni omo-affettive. Più forti dei Dico, quasi omologabili al matrimonio. Anche se Benedetto Della Vedova suggerisce di non chiamarli così. In ogni caso il nostro è un approccio pragmatico. Non facciamo una battaglia ideologica ma per i diritti civili e la decliniamo sotto la forma della trattativa sindacale. Per questo apprezziamo molto l’idea di candidare Renata Polverini alla Regione Lazio.
Vita: Secondo voi, c’è un’emergenza omofobia?
Priori: È aumentata la consapevolezza e la forza di denunciare i fatti. E questo è un bene purché non si scada nel vittimismo. Credo ci siano poche mele marce. Non credo che l’Italia sia una società omofoba, negli ultimi anni ha fatto molti passi avanti. Merito in parte del valore dirompente del Gay Pride.

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