Welfare

Ma ogni regione ha la sua ricetta

Per la prima volta il ministero della Salute ha pubblicato una relazione che illustra la copertura socio-sanitaria garantita agli alcolisti nel nostro Paese.

di Benedetta Verrini

Quali sono gli interventi messi in atto nelle diverse regioni d?Italia a favore degli alcolisti? Se in Lombardia i Servizi per l?alcoldipendenza garantiscono un approccio multidisciplinare e sono coordinati all?interno del Dipartimento delle dipendenze (con oltre 50 Unità alcologiche che, nel corso del 2001, hanno seguito circa 6mila soggetti), in altre realtà d?Italia l?accesso ai trattamenti sanitari e assistenziali è strutturato in modo differente. In alcuni casi c?è poca differenziazione e i Servizi di alcologia si trovano incardinati nei Sert (Servizi per le tossicodipendenze). In altri, secondo le previsioni della legge 125/2001 sull?alcolismo, sta partendo o si è già consolidata un?autonoma struttura di riferimento specifica per i servizi alcologici. Il quadro complessivo si trova nella prima relazione del ministero della Salute su Alcol e problemi alcolcorrelati, pubblicata a fine febbraio (e disponibile sul sito internet Governo Italiano). In essa emerge che Veneto e Piemonte hanno fatto da apripista: il Piemonte dispone di una rete di gruppi di lavoro alcologici (Gla) fin dagli anni 80, e nel 2000 è stato adottato un apposito provvedimento per l?istituzione di Unità alcologiche all?interno dei Dipartimenti delle dipendenze. In Veneto, fin dal 1997 è stato introdotto sperimentalmente un modello di intervento basato su una rete di servizi composta di medici, gruppi di auto aiuto, volontariato, Dipartimenti delle dipendenze, Centri alcologici. In ogni Dipartimento delle dipendenze veneto è stata attivata almeno un?Unità operativa di alcologia (nel 2001 l?utenza ha superato le 13mila unità). Stesso approccio integrato anche in Toscana, dove il servizio alcologico fa riferimento a unità specialistiche all?interno dei Sert. In Valle d?Aosta esiste un solo Sert, il cui lavoro è strutturato in due équipe, una delle quali è dedicata all?alcolismo. La Provincia autonoma di Bolzano ha favorito l?accesso all?utenza tramite l?erogazione di trattamenti psico-socio-sanitari presso le sedi dei Sert; nella Provincia autonoma di Trento, invece, sono presenti 11 Servizi alcologici indipendenti dai Sert, per il cui coordinamento è stato istituito un apposito Servizio di riferimento per le attività alcologiche. Anche in Liguria, Umbria e Abruzzo sono operativi servizi pubblici di alcologia indipendenti. In Friuli Venezia Giulia ci sono le Unità per la dipendenza da sostanze legali, nell?ambito delle quali sono collocate le attività di diagnosi, cura e riabilitazione di interesse alcologico. In fase di potenziamento l?offerta assistenziale in Emilia Romagna e Lazio: la prima sta puntando a costituire, nell?ambito dei Dipartimenti delle dipendenze, articolazioni funzionali dedicate all?area delle sostanze legali (alcol e tabacco). Il Lazio prevede l?attivazione dei Servizi alcologici territoriali (Salt). Nelle Marche e in Basilicata, dove è stato rilevato un consumo di bevande alcoliche piuttosto elevato, gli utenti alcolisti hanno come riferimento i Sert territoriali. Situazione di attenzione anche in Campania dove la ricerca epidemiologica ha rilevato una mortalità per cirrosi epatica doppia rispetto a quella nazionale, ma attualmente solo 23 su 44 Sert sono attivi in campo alcologico e la Regione prevede programmi di potenziamento. La Puglia non ha invece assunto specifiche iniziative volte ad attuare in maniera diretta la legge 125/2001: attualmente i Sert hanno definito forme di collaborazione con i vari gruppi di auto-mutuo aiuto e in particolare con i club di Alcolisti in trattamento. Stessa risposta operativa in Sicilia e in Molise, dove i Sert restano i punti di riferimento principali per la presa in carico degli alcolisti. In Sardegna, infine, presso quasi tutte le Aziende Usl funziona una specifica équipe che si occupa esclusivamente della lotta all?alcolismo.


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