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Ma, noi siamo socialmente utili

La protezione civile è sinonimo di volontariato. La ricerca scientifica senza fine di lucro è l’unica che produce risultati concreti. Eppure non ve n'è traccia nei decreti fiscali di Visco

di Michele Caropreso

Sono quelli che spengono gli incendi che ogni estate si mangiano i nostri boschi. O quelli che passano ore ed ore in laboratorio per dare speranza a chi è affetto da una grave malattia. I volontari della protezione civile e gli enti che finanziano la ricerca scientifica, giocano un ruolo di primo piano nel mondo della solidarietà. Eppure in questi giorni sono stati costretti ad intraprendere una battaglia comune per ricordarlo al Governo. Il decreto Visco sulle agevolazioni fiscali per gli enti non commerciali, infatti, nell?individuare i settori in cui possono operare le Organizzazioni non lucrative di utilità sociale, a cui vengono riconosciute le agevolazioni di maggior peso, si è ?dimenticato? di loro.

Gli enti di volontariato che collaborano col dipartimento della Protezione civile sono più di quattromila, mille iscritti all?apposito albo e circa il triplo che ancora non hanno provveduto. I volontari impegnati sul campo, secondo le stime dello stesso dipartimento, sono più di un milione, un vero e proprio esercito impegnato nella tutela del territorio, in caso di incendi, alluvioni, terremoti.

«Questa clamorosa esclusione è la conseguenza di una scelta sbagliata», sostiene Francesco Giannelli, presidente del Comitato nazionale del volontariato di protezione civile, «quella di voler prevedere l?elenco tassativo delle materie di cui si possono occupare le Onlus. Il rischio è quello di ingabbiare la libera iniziativa dei volontari e della società civile in genere. Con questa decisione il governo sembra voler dire che i volontari che intervengono in caso di alluvioni o terremoti non svolgono attività di utilità sociale. Mi chiedo se chi abita in Valtellina la pensi allo stesso modo».

Fonti vicine al governo assicurano che non c?è stata nessuna esclusione, e che in realtà la protezione civile rientra nell?attività di ?tutela e valorizzazione della natura e dell?ambiente?, prevista nell?elenco Onlus. Una posizione che non sembra tranquillizzare più di tanto chi coi volontari lavora gomito a gomito tutti i giorni: «Siamo sicuri che non ci sia nessuna intenzione da parte del governo di lasciar fuori i volontari della protezione civile, ma nelle leggi è meglio essere chiari. Inserire la voce ?protezione civile? nell?elenco Onlus risolverebbe tutti i problemi». Chi parla è Patrizia Cologgi, che da oltre un anno coordina l?ufficio volontariato presso il dipartimento. Una linea condivisa anche dal sottosegretario agli Interni Franco Barberi, che ha scritto a Prodi e al ministro delle Finanze per chiedere di riparare al più presto a questa grave esclusione.

E il presidente del Consiglio riceverà presto anche un?altra missiva, firmata in calce dal comitato promotore Telethon e dal Summit della solidarietà. La richiesta è simile alla precedente: inserire tra i settori Onlus quello della promozione della ricerca scientifica. Dice il segretario del Summit, Andrea Petrucci: «L?esclusione della ricerca scientifica è arrivata veramente inaspettata, evidentemente hanno fatto fuori chi ha sgomitato di meno. Ma si tratta di un autogol, che rischia di causare un rallentamento nella attività di ricerca in Italia». Il contributo del settore non profit in questo campo è infatti consistente, e addirittura i fondi raccolti da tali enti vanno spesso a finanziare ricerche eseguite da enti pubblici. «E nel resto d?Europa», prosegue Petrucci, «la ricerca scientifica fatta da enti non profit è fortemente incentivata dai governi, sia attraverso finanziamenti diretti, sia attraverso il ricorso a consistenti incentivi fiscali. Con riflessi importanti, anche sotto il profilo dell?occupazione».

La voce ?ricerca? pare sia stata depennata all?ultimo momento per timore che enti profit, come le case farmaceutiche, potessero approfittare delle agevolazioni fiscali. Una tesi che non convince Angelo Maramai, direttore amministrativo di Telethon, che nel 1996, ha raccolto 34 miliardi per la ricerca sulle malattie genetiche: «È una motivazione che sinceramente lascia perplessi, anche perché il testo del decreto prevede una serie di requisiti per accedere al regime Onlus, tali da evitare elusioni di questo genere». Alle Finanze, il capo della segreteria tecnica Ugo Sposetti getta acqua sul fuoco: «Intanto va detto che enti come Telethon o Airc (associazione italiana ricerca sul cancro) non fanno, ma promuovono la ricerca. Per questo la legge sul regime fiscale li inserisce a pieno titolo tra le Onlus, per esattezza tra chi persegue il fine esclusivo di solidarietà sociale (art.10, comma 1/ b)».

Ricerca e protezione civile, qualche dato

  • Protezione Civile

  • Associazioni: Oltre 4.000, di cui mille rego larmente iscritte al registro del Dipartimento della Protezione civile e tremila non iscritte
    Volontari: Il Dipartimento stima che siano oltre un milione i volontari impiegati
    I campi d?azione: Attività di prevenzione, emergenze, incendi, sismi, dissesti idrogeologici, settore chimico e industriale
    Gli ultimi interventi: Oltre mille i volontari impegnati per dissesti idrogeologici (maltempo e alluvioni) da giugno ?96 a giugno ?97

  • Ricerca scientifica
  • Telethon: 180 miliardi raccolti nelle sette edizioni della maratona tv. 115 miliardi investiti nella ricerca, pari al 73 per cento dei fondi raccolti
    Airc (ricerca sul cancro): L?associazione eroga ogni anno 80 miliardi destinati alla ricerca. Tra i soggetti finanziati anche istituti di ricerca statale
    Lo Stato: La spesa per la ricerca scienti fica in Italia è pari all?1.3 del Pil (percentuale più bassa tra i paesi dell?Ocse). Nel 1996 la Finanziaria ha destinato 960 miliardi al Cnr. Di questi l?85 per cento sono serviti per i costi di struttura

    ha collaborato M.Teresa Marino

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