Famiglia

Ma loro sono i figli delle fate

Identikit di una malattia che colpisce una persona su 1.000. E che si cura anche con un po’ di fantasia.

di Redazione

Le fate, a volte, sostituiscono i loro figli con piccoli d?uomo. Tra gli umani, i ?figli delle fate? sono bellissimi ma ?strani?, assenti e asociali, si disinteressano di tutto ciò che li circonda: vivono, insomma, in un mondo che non è proprio il loro. Alcune favole raccontano così l?autismo: un nome popolare usato per descrivere sindromi differenti che, più correttamente, si chiamerebbero disturbi generalizzati dello sviluppo. Le persone autistiche (in Italia uno/due ogni mille abitanti) evidenziano i sintomi nei primi tre anni di vita: hanno generalmente disturbi del sonno e dell?alimentazione, un interesse sproporzionato per alcuni oggetti e per la vita di routine. Ancora, restano incantati davanti alla televisione, così come vengono spesso attratti da determinati particolari visivi. Inoltre, soffrono di disturbi sensoriali: è nota, ad esempio, la loro iperacusia ? la capacità di percepire anche i suoni più piccoli ? che nasce a livello cerebrale e cui si associa l?incapacità di intuire ciò che è importante o meno. Infine, il linguaggio: quando è presente, manca di tutta una serie di sfaccettature che spesso vengono date per scontate, come la comprensione delle metafore. Gli strumenti oggi a disposizione permettono di effettuare diagnosi precoci fin dai 18 mesi di età del bambino, e questo aiuta molto la fase ?abilitativa?. Per l?autismo, infatti, non si parla di ?riabilitazione?, ma di un lavoro più sottile e complesso che permette alla persona autistica di inserirsi nella società nel migliore dei modi possibili, e comunque secondo le sue massime capacità.


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