Non profit
Ma la notte si/ Chiuso per sballo. il gestore: «ragazzini incontrollabili»
Dopo la morte di un giovane di 19 anni, il padrone del locale, molto noto nella bergamasca, ha detto basta: «I genitori venivano con le foto dei figli per chiedermi come si comportavano»...
Chiuso per sballo. C?è una discoteca che lo ha fatto, il 30 giugno scorso, l?unica in Italia: il Tam Tam Afro di Carobbio degli Angeli, in provincia di Bergamo.
Una chiusura decisa da tre mesi, ma resa più amara dagli striscioni bianchi che salutavano Danny. Danny è Danny Vailati, aveva 19 anni e voleva fare il dj: è morto in un incidente d?auto sabato 23 giugno, dopo una serata trascorsa con la compagnia proprio al Tam Tam. Guidava un amico di 25 anni. Aveva bevuto parecchi. E non solo. La sera della chiusura, i suoi genitori hanno voluto essere qui. Di fronte all?ingresso del Tam tam.
La signora Elda, la mamma, non immaginava quello che da lì a poco sarebbe accaduto. Una processione. Una processione dello sballo.
Racconta: «Ho visto arrivare ragazzi giovanissimi, tutti in macchina con uno più grande, che le famiglie immaginano pulito, responsabile. Aprono il baule, tirano fuori bottiglie di vodka e di birra, e si mettono a bere lì nel parcheggio».
L?entrata è a pochi metri. Il gestore, Morgan Pesenti, 36 anni, di cui 24 passati in discoteca, ha deciso di chiudere: troppo pericoloso, per chi questo mestiere lo fa seriamente. Il fatto è che al Tam Tam ci andavano soprattutto ragazzini di 15-17 anni, che «non si vogliono divertire e neanche più sballare, si vogliono devastare». Fa i conti, ora Morgan:
«Avevamo un incasso di 16 euro a testa, di cui 8 di ingresso: come fai a ubriacarti con 8 euro di consumazione? Il punto è che la gente arriva già ubriaca e con in tasca le sue pasticchette. Sa quante casse di bottiglie non nostre raccoglievamo la domenica? E quante volte io ho sbriciolato pastiglie di ecstasy a ragazzini? Ti dicono ?sì, hai ragione?, ma il sabato dopo lo rifanno, perché chi non si fa è fuori dal gruppo. Ci sono genitori che venivano alla discoteca con la foto del figlio, a chiedermi come si comporta? Ma io non posso controllare tutto e tutti».
Troppo incontrollabili, troppo sregolati, questi ragazzini: «L?utile c?era, ma anche il rischio. Se succede qualcosa in discoteca, il rappresentante legale sono io. Adesso ho aperto un piano bar qui vicino: gente adulta, un?altra vita».
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