Politica

Ma la Lega cosa pensa dei cittadini con disabilità?

di Franco Bomprezzi

Non è un momento di grande lucidità per la politica italiana, e questo si sa e si vede. Per fortuna siamo in pieno agosto e grandi danni, in queste settimane, è difficile che si aggiungano ai precedenti, dei quali, come ben sapete, abbiamo scritto a lungo, specie per quanto attiene le sorti delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

Ma sono stato sorpreso, negli ultimi giorni, da due segnali opposti provenienti entrambi dalla Lega. L’intervento a piena voce dell’on. Marco Giovanni Reguzzoni, durante il dibattito per la fiducia al sottosegretario Caliendo, ha avuto un passaggio davvero singolare (c’entrava come i cavoli a merenda) riguardante l’efficienza del Governo nel ridurre le pensioni di invalidità: il deputato leghista ha sparato due cifre da capogiro. Ha sostenuto che grazie al governo sono state tagliate nel 2009 ben 80 mila pensioni di invalidità. Come se non bastasse questa esagerazione desunta da non si sa quale fonte istituzionale, ha vaticinato per il futuro altre centomila pensioni di invalidità in meno.

Nessuno lo ha fermato, nessuno lo ha contraddetto, neppure all’interno della maggioranza. Immagino che il silenzio fosse un modo per prendere le distanze da una stupidaggine colossale. Neppure le più rosee previsioni di ridimensionamento del carico previdenziale formulate dall’Inps hanno mai ipotizzato scenari di questa entità. Una cosa sono i controlli, assolutamente legittimi, anche se sulle loro modalità restano intatte tutte le perplessità espresse in queste settimane, altra cosa sono i tagli indiscriminati proclamati e auspicati come esempio di buon governo dall’onorevole leghista.

Nello stesso tempo, invece, il governatore del Piemonte, Roberto Cota, pure lui della Lega, ha preso carta e penna scrivendo alle Asl della sua Regione e invitandole a fornire speditamente la documentazione comprovante le situazioni di handicap grave già accertato in via definitiva, in modo tale da evitare lo spettacolo poco dignitoso delle visite di controllo chieste dall’Inps senza alcuno screening preventivo. In questo caso Cota ha ascoltato le proteste provenienti dai genitori e dalle associazioni, si è documentato, si è reso conto che c’erano delle buone ragioni oggettive e ha preso posizione in base al suo ruolo istituzionale. Un comportamento lodevole, anche perché tempestivo. Vedremo se sarà efficace, ma intanto va registrato con soddisfazione.

E qui sta il punto. Mi pare evidente che la Lega, partito di Lotta, ma soprattutto di Governo, dovrebbe chiarire meglio il proprio pensiero rispetto alle politiche di welfare. Il federalismo non è una risposta, al massimo è uno strumento, e per di più si tratta di uno strumento che pone dei problemi oggettivi di perequazione del trattamento dei cittadini. Non è colpa di una persona con disabilità se la propria Regione non è “virtuosa”. Il diritto ai servizi è identico a Nord e a Sud, a Est e a Ovest del Paese. Le leggi che regolano i diritti di cittadinanza delle persone con disabilità sono frutto di un lavoro di decenni, faticoso, complesso, al quale peraltro ha preso parte anche la Lega, specie nel periodo in cui il ministro competente è stato Roberto Maroni.

Ma sinceramente io non ho capito quale sia il pensiero, e dunque il comportamento conseguente, della Lega rispetto a temi come l’integrazione scolastica, l’inserimento lavorativo, la vita indipendente, il ruolo dell’associazionismo, i servizi alla persona, le provvidenze economiche, il rispetto della Convenzione Onu, e via elencando. Non mi sembra sufficiente l’atteggiamento genericamente pragmatico degli amministratori locali. Occorre adesso un passaggio culturale, una riflessione, un confronto serio con chi su questi temi ha elaborato proposte, progetti, competenze.

C’è nel leghismo, rispetto al welfare, una sorta di insofferenza, immaginando che tutto si possa ricondurre allo scontro fra statalismo, burocrazia romanocentrica, e di converso localismo federalista, di per sé efficiente e onesto, anche se non si sa bene con quali risorse si intendano garantire i diritti delle persone. E’ come se, senza dichiararlo, si lasciasse questo tema ad altri, nella società e nella politica, salvo entrare a gamba tesa (per non dire di peggio) come ha fatto l’on. Reguzzoni.

La mia non è una curiosità faziosa: sono sinceramente preoccupato di questa variabile indipendente, che è la Lega, rispetto alle politiche sociali. Penso che sia indispensabile un confronto serio, competente, almeno l’avvio di un percorso per gli anni futuri. Chiunque governerà questo Paese dovrà fare infatti i conti con la Lega e con la sua esuberanza, con le sue parole d’ordine, che fanno presa sulla gente. Penso, ad esempio, a come in questi mesi il pensiero di Tremonti sulla improduttività degli “invalidi” si sia sposato perfettamente con l’aggiunta leghista che gli sprechi e i falsi invalidi sono una questione meridionale, e come tale una delle tante zavorre che frenano il Nord ricco e produttivo.

Le responsabilità attuali e future di governo della Lega impongono a quel partito uno scatto di qualità, un passaggio di maturità ormai ineludibile. Anche perché, ovviamente e legittimamente, sono tante le persone con disabilità che votano Lega, nelle regioni del Nord. Prevarrà l’atteggiamento di Cota o quello di Reguzzoni? La questione temo ci riguardi tutti da vicino.

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