Sostenibilità

Ma intanto gli italiani si chiudono in casa

Così recessione e sfiducia fanno crollare la spesa extradomestica

di Redazione

Più macchine del pane e surgelati e meno ristoranti.
Più televisori Lcd e meno cinema. E la carta della fortuna
la si gioca davanti al pc… Meno vestiti e cene al ristorante, più macchine per il pane e televisori di ultima generazione. La crisi sta cambiando il mondo dei consumi in Italia, spingendo un numero crescente di persone a “rifugiarsi” nel caldo della propria casa, con la speranza sempre più diffusa del miracolo: quello di una vincita al poker online, che schizza verso l’alto.
Secondo l’ultima Consumer Confidence Survey realizzata da Nielsen, gli italiani sono gli europei più sfiduciati dall’evolversi della situazione economica dopo gli spagnoli, ma davanti a francesi, tedeschi e britannici. Conseguenza di questa situazione è il calo della spesa per il vestiario (il 72% degli intervistati ha tagliato questa voce), per la ristorazione (65%) e le vacanze (50%). Del resto, le condizioni delle famiglie stanno peggiorando: nel 2008 il 21,2% delle famiglie è in arretrato con le bollette e il 38,4% non ha potuto affrontare una spesa imprevista. Di contro, le ultime indagini di mercato rivelano una crescita dei consumi domestici: le vendite di televisori Lcd corrono al ritmo del 35% anno su anno e molti consumatori riscoprono la produzione propria del pane (+3,2% per le macchine in questione).
Il quadro complessivo è quello di un consumatore sempre meno proiettato verso la dimensione sociale e sempre più chiuso nella dimensione domestica. «Gli spostamenti dei consumi generalizzati, ma tutti accomunati da un sostanziale rientro a casa. Un esempio tangibile è quello del largo consumo dove si taglia il superfluo a favore di soluzioni orientate al risparmio ma senza perdere di vista la qualità e il divertimento», sottolinea Cecilia Gobbi, direttore generale di Assirm – Associazione tra istituti di ricerche di mercato, sondaggi di opinione, ricerca sociale). Conferme arrivano anche dall’aumento nelle vendite di prodotti per la prima colazione come confetture, burro, miele e fette biscottate e di primi piatti già pronti come surgelati, salse e condimenti. Tira anche il settore informatico grazie ai telefonini e ai videogiochi (+2,1%).


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