Cultura

Ma il ricordo di Auschwitz non si può liquidare

di Imre Kertész, Liquidazione, Feltrinelli, pp. 115, euro 14 Essere senza destino, Feltrinelli, pp. 224, euro 7,50 Fiasco,Feltrinelli, pp. 283, euro 15,50

di Selena Delfino

Nato a Budapest 76 anni fa, deportato ad Auschwitz appena quindicenne e premio Nobel per la letteratura nel 2002. Imre Kertész, uno degli scrittori ungheresi contemporanei più noti, torna in libreria con un nuovo romanzo, Liquidazione. Il suo Essere senza destino non aveva avuto vita facile, perlomeno in patria: storia di una deportazione vista con gli occhi di un adolescente, apparve per la prima volta in Ungheria alla fine del 1975, dopo un lungo periodo in cui nessun editore sembrava essere interessato alla sua pubblicazione. Quando finalmente le vicende di Gyurka videro le stampe, non solo il libro venne totalmente ignorato, ma Kertész fu messo al bando. Proposto in Italia da Feltrinelli, si pone come il primo anello di una trilogia conclusasi con Kaddish per un bambino mai nato. Anche in Liquidazione l?esperienza di Auschwitz si insinua fra i personaggi, il lettore e l?autore. Veri protagonisti del romanzo, infatti, sono l?amico defunto di Keserù, il suo ricordo ingombrante quanto caro, e il manoscritto di una sua commedia. Un testo sconvolgente, intimamente pessimista ma necessario, come tutte le opere dello scrittore ungherese. «Anche quando parlo di tutt?altro, parlo di Auschwitz. Io sono un? espressione dello spirito di Auschwitz», aveva fatto dire a un suo personaggio/alter-ego, in Fiasco.


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